La Commissione di Venezia fornisce il proprio parere sulla legge di lustrazione ucraina

di A. Di Gregorio

Il parere[1], datato 12-13 dicembre 2014, sollecitato da partito delle regioni, il più colpito dalla legge adottata lo scorso ottobre, ritiene che questa non soddisfi completamente gli standard europei. La legge, che potrebbe colpire circa un milione di funzionari ucraini, compresi membri del Governo, era stata adottata per soddisfare una delle più forti richieste delle proteste del Maidan, ossia quella di epurazione.

Secondo la Commissione di Venezia, uno dei maggiori difetti della legge sarebbe la sua estensione temporale, dal momento che pretende di applicarsi dal periodo sovietico a quello del Presidente Janukovič fino alla vigilia degli eventi del febbraio 2014 che hanno portato alla fuga dell’ex Presidente. In questo modo l’epurazione rischierebbe di diventare una storia infinita, inoltre “l’applicazione delle misure di lustrazione al recente periodo durante il quale Janukovič è stato Presidente porterebbe in ultima analisi a mettere in forse il funzionamento dell’attuale quadro costituzionale e giuridico dell’Ucraina come Stato governato dalla legge”.

Anche l’elevato numero di funzionari cui la legge si applica è stato considerato con perplessità poiché, secondo la Commissione, “la lustrazione deve applicarsi solo a posizioni che possono effettivamente porre un significativo pericolo per i diritti umani e la democrazia”.

Anche le modalità di sottoposizione a lustrazione devono essere riconsiderate poiché “la colpa deve essere provata in ogni singolo caso e non può essere presunta sulla base della mera appartenenza alla categoria della funzione pubblica”.

Ovviamente vi è il fondato dubbio che si tratti di misure di vendetta e non di un mezzo per colpire la corruzione. Si suggerisce dunque di modificare la legge.

I maggiori sostenitori della legge di lustrazione, tra cui Egor Sobolev, presidente del comitato per la lustrazione, hanno espresso riserve sul giudizio della Commissione, sia perché non avrebbe considerato la volontà del popolo ucraino sia perché provare la colpa in ogni singolo caso rischierebbe di vanificare l’applicazione della legge.

I membri della Commissione di Venezia hanno promesso il loro aiuto nel procedimento di revisione della legge.

 



[1] Si tratta di un parere provvisorio: http://www.venice.coe.int/webforms/documents/default.aspx?pdffile=CDL-AD%282014%29044-f. Sempre sul sito della Commissione è pubblicata una traduzione non ufficiale della legge http://www.venice.coe.int/webforms/documents/?pdf=CDL-REF(2014)046-e.

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