UKRAINE. THE POLITICAL SYSTEM IN THE AFTERMATH OF THE REVOLUTION.

di Arianna Angeli

Prior to the parliamentary election called for 26th October, the Ukrainian political system appears altered, as a consequence of the 2014 Revolution. Considered as a sort of “lustration”, to purge the legislative from the deputies too close to the separatists position – and to Moscow – this new parliamentary election will determine a new equilibrium among major political forces.

 

Il 26 ottobre si terranno le elezioni anticipate per la Verchovna Rada, o Consiglio Supremo, ovvero il parlamento unicamerale dell’Ucraina.

A seguito della vittoria alle elezioni presidenziali del 25 maggio 2014[1], Petro Porošenko aveva più volte sottolineato la necessità di procedere con elezioni anticipate, non ritenendo l’organo parlamentare pienamente legittimato a seguito della rivoluzione del 2014 e manifestato il timore che su di esso potesse pesare una sorta di condizionamento esterno, in considerazione della vicinanza di molti deputati alle posizioni dei separatisti.

Le elezioni anticipate rappresentano, nella visione sostenuta dal Presidente, un efficace strumento di “lustrazione” – temine particolarmente evocativo – non solo dell’organo parlamentare, ma anche delle forze politiche, al proprio interno[2].

Il partito del Presidente, “Blocco Porošenko” è il grande favorito, secondo gli opinion polls[3]. Nato con il nome di “Solidarietà”, nel 2001, da una secessione dal  “Partito Social-democratico dell’Ucraina”, il partito è sempre stato collegato a Petro Porošenko[4], ed è stato rinominato il 17 agosto 2014 “Blocco Porošenko”[5]. Tra gli obiettivi, oltre al sostegno per il programma del Presidente, la promozione dell’integrità territoriale del Paese, la realizzazione di processo di decentralizzazione, la garanzia dei diritti delle minoranze nazionali (mantenendo però l’ucraino quale unica lingua ufficiale) e l’ingresso nell’Unione europea. Nonostante la provenienza politica della leadership dal centro-sinistra, il partito è difficilmente inquadrabile nello spettro politico, in considerazione dei toni fortemente pragmatici del programma.

Il secondo partito dato per favorito alle elezioni, il “Partito Radicale di Oleh Lyaško”, si attesta circa il 12% dei consensi, ad oltre 20 punti percentuali dal primo. Si tratta di una formazione politica recente, nata nel 2010 e che alle precedenti elezioni del 2012 aveva ottenuto poco più dell’1% dei consensi.

Seguono una serie di partiti minori, tra i quali il “Fronte Popolare” (8.9%), nato nel 2014 da una scissione interna a Baktivshchyna, o “Unione degli Ucraini”, il partito di centro-destra di Julija Timošenko (che conserva però il 6.9% dei consensi) e “Ucraina Forte”, partito conservatore guidato dal milionario Serhiy Tihipko.

Il Partito delle Regioni, infine, ovvero il partito russofono che aveva vinto le elezioni nel 2012 e che deteneva la maggioranza della Rada, non partecipa alle elezioni del 2014 per mancanza di legittimazione, in considerazione del fatto che gran parte della sua base elettorale, la regione del Donbass, parzialmente sotto il controllo dei filo-russi, è in parte esclusa dalle elezioni.

Il sistema elettorale adottato, nonostante le proposte di modifica formulate nei mesi precedenti le elezioni, rimane il sistema “misto” utilizzato anche nelle precedenti elezioni del 2012, che assegna il 50% dei seggi con sistema maggioritario ed il restante 50% con sistema proporzionale.

Il 26 settembre la Commissione Centrale per le Elezioni ha concluso le operazioni per la registrazione delle liste di partito (per l’allocazione dei seggi con sistema proporzionale), per un totale di 29 partiti ammessi alle elezioni. Mentre il 1°ottobre la stessa Commissione Centrale ha terminato la registrazione dei candidati che concorrono per l’assegnazione dei seggi con sistema maggioritario. I dati ufficiali riportano un totale di 3468 candidati, di cui 2087 indipendenti e 1381 nominati dai partiti.

 

 

 



[1] Riportando una vittoria netta già al primo turno, con il 54.7% pari a 9.857.308 voti, contro la principale avversaria, l’ex Primo Ministro Yulia Tymoshenko, appoggiata dal partito Batkivshchyna, che ha ottenuto solo il 12.81% pari a 2.310.085 voti.

[2] Poroshenko frustrated by Rada refusing to recognize self-proclaimed republics as terrorist organizations, 4-8-2014, in en.interfax.com.ua/news/general/216712.html.

[3] Si fa riferimento ai dati riportati dall’agenzia: www.ratinggroup.com.ua/en/products/politic/data/entry/14106.

[4] Petro Porošenko è un imprenditore e politico di grande esperienza. Considerato uno tra i finanziatori della Rivoluzione arancione, dopo la vittoria di Juščchenko alle elezioni presidenziali, nel 2004, è stato nominato Segretario della Sicurezza Nazionale e del Consiglio della Difesa. Nonostante le accuse di corruzione, che lo hanno colpito insieme all’ex Primo Ministro julija Tymošenko, nel 2005, è stato rieletto alla Rada anche l’anno successivo. E’ stato Ministro degli Esteri dal 2009 al 2010, Ministro del Commercio e dello Sviluppo Economico nel 2012 (Governo Azarov) e Capo del Consiglio della Banca Nazionale Ucraina dal 2007 al 2012. 

[5] Il partito è stato rifondato nel 2014 per i problemi legali avuti l’anno precedente. Nel marzo del 2013, infatti, il Ministero della Giustizia aveva richiesto accertamenti alla Commissione Centrale per le Elezioni in relazione all’attività del partito “Solidarietà”. Il mancato riscontro della partecipazione alle elezioni del partito per oltre 10 anni, a partire dal 2002, aveva portato alla revoca della registrazione. Il partito è stato per questo ristabilito nel 2014 con il nome “Alleanza Nazionale per la Libertà e per il Patriottismo Ucraino. OFFENSIVA” e poco dopo rinominato “Unione solidale di tutti gli ucraini”.

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