La decisione del 17 marzo 2022 della Corte costituzionale peruviana sul caso Fujimori

di Christian Mosquera Arias*

Il 17 marzo 2022, la Corte costituzionale peruviana ha deciso di ripristinare il provvedimento di grazia che era stato concesso nel 2017 dall’allora Presidente della Repubblica Pablo Kuczynski ad Alberto Fujimori ma che, il 3 ottobre 2018, era stato annullato dalla Corte suprema peruviana. La Corte costituzionale, il giorno della sua decisione, ha pubblicato un comunicato stampa in cui si legge che la sentenza ripristina gli effetti della risoluzione n. 281-2017-JUS, del 24 dicembre 2017, che aveva concesso la grazia a Fujimori e pertanto si dispone la sua scarcerazione.

Fujimori, che aveva ricoperto la carica di capo dello Stato dal 1990 al 2000, era stato condannato nel 2009 dalla Corte suprema peruviana a venticinque anni di prigione per crimini contro l’umanità e gravi violazioni dei diritti umani con riferimento ai casi Barrios Altos e La Cantuta. I crimini perpetrati riguardavano principalmente esecuzioni extragiudiziali portate avanti da un gruppo paramilitare collegato a Fujimori. Trattasi del “gruppo paramilitare Colina” che era un distaccamento dei servizi segreti dell’esercito peruviano incaricato di combattere il movimento Sendero Luminoso e altri movimenti affini come il Movimiento Revolucionario Túpac Amaru, movimenti per lo più di matrice marxista-leninista e maoista che si proponevano di sovvertire il sistema politico peruviano per instaurare un regime socialista attraverso la lotta armata e che negli anni Novanta erano passati al terrorismo urbano. Oltre alla condanna del 2009 per il suo coinvolgimento nelle stragi di Barrios Altos e La Cantuta, nel 2010, Fujimori è stato nuovamente condannato ad altri sette anni e sei mesi di reclusione per corruzione e malversazioni dalla Corte suprema peruviana.

Il governo di Fujimori si caratterizzò sin dall’inizio per la violenza nel combattere con ogni mezzo i movimenti guerriglieri. La lotta a tali movimenti infatti impiegava anche mezzi arbitrari e illeciti che seminarono il terrore in diverse zone del paese andino lasciando una scia di violazioni dei diritti umani. Oltre a tale profilo di violenza, il governo di Fujimori si caratterizzò altresì per i forti tratti populisti e per l’accentramento del potere nelle mani del Presidente a discapito dell’indipendenza del potere legislativo e di quello giudiziario. Infatti, nel 1992, il capo dello Stato con il sostegno dei militari realizzò un autogolpe, ovvero, un colpo di Stato per incrementare i poteri presidenziali e liberarsi dei limiti imposti al suo potere dal Parlamento e dalla magistratura, istituendo così un regime autoritario.

A seguito delle accuse per le gravissime violazioni dei diritti umani, corruzione e malversazioni, nel 2000, Fujimori si era trasferito in Giappone e, nel 2005, aveva deciso di recarsi in Cile con l’obiettivo di tornare in Perù per candidarsi alle elezioni presidenziali del 2006. Tuttavia, una volta raggiunto il Cile è stato arrestato su richiesta della Corte suprema cilena che aveva ottemperato ad un mandato di cattura internazionale emesso dall’Organizzazione internazionale della polizia criminale-Interpol. Nel 2006, Fujimori aveva comunque provato a presentare la propria candidatura per le elezioni presidenziali ma la Corte suprema peruviana aveva invalidato la sua candidatura.

In ambito internazionale, le gravi violazioni dei diritti umani nel periodo del governo di Fujimori portarono all’intervento della Corte interamericana dei diritti umani (Corte IDU). Le due sentenze principali che riguardano il gruppo Colina sono: la sentenza del 30 novembre 2001 nel caso Barrios Altos contro il Perù e la sentenza del 29 novembre 2006 nel caso La Cantuta contro il Perù. Nel primo caso i fatti risalgono al 1991, quando il gruppo Colina aveva fatto irruzione nel cortile di un palazzo nel quartiere Barrios Altos e uccise quindici persone, tra cui un bambino. Nel secondo caso invece, nel 1992, agenti del gruppo Colina erano entrati all’Università La Cantuta e rapirono e successivamente uccisero diversi studenti e professori. In entrambe le sentenze il giudice interamericano aveva ritenuto lo Stato peruviano responsabile per la violazione della Convenzione americana, in particolare del diritto alla vita, del diritto all’integrità della persona e del diritto alla protezione giudiziale. La Corte IDU pertanto aveva ordinato allo Stato peruviano di avviare le indagini, perseguire e punire i responsabili di tali eventi.

La svolta nella vicenda di Fujimori ha avuto luogo a dicembre del 2017 quando l’allora Presidente della Repubblica Pablo Kuczynski gli aveva concesso la grazia per “motivi umanitari” riguardanti il presunto aggravamento delle condizioni di salute di Fujimori. Tuttavia, il 3 ottobre 2018, ancora una volta era intervenuta la Corte suprema peruviana annullando tale provvedimento presidenziale e disponendo l’arresto di Fujimori. Tra le argomentazioni della Corte vi era l’infondatezza della motivazione della grazia, in quanto si fondava su di un solo rapporto medico e, inoltre, tale rapporto era stato realizzato da una giunta medica penitenziaria che non aveva espresso un parere univoco sullo stato di salute di Fujimori, il quale a parere di alcuni medici poteva seguire le terapie mediche anche presso la struttura detentiva.

La concessione della grazia presidenziale a Fujimori nel 2017 ha fatto intervenire anche la Corte IDU con la sua risoluzione del 30 maggio 2018. In tale occasione, la Corte ha ritenuto che la grazia presidenziale non sia un provvedimento adeguato in relazione alle condanne sui crimini contro l’umanità o gravi violazioni dei diritti umani perché comporterebbe la lesione del diritto di accesso alla giustizia delle vittime. Inoltre, tale provvedimento sarebbe contrario a quanto disposto nelle precedenti sentenze della Corte IDU nei casi Barrios Altos del 2001 e La Cantuta del 2006, ovvero l’obbligo dello Stato peruviano di investigare, perseguire e, se è il caso, punire i responsabili dei crimini perpetrati durante tali eventi.

In attesa della pubblicazione della recente sentenza della Corte costituzionale peruviana con le sue argomentazioni dettagliate, il suo comunicato stampa del 17 marzo 2022, in cui si legge che la Corte ha disposto la scarcerazione di Fujimori, ha fatto preoccupare gli organismi nazionali e internazionali di tutela dei diritti umani perché la concessione di benefici a persone condannate per crimini contro l’umanità e gravi violazioni dei diritti umani non solo precluderebbero l’accesso alla giustizia delle vittime e dei loro familiari ma costituirebbero altresì una grave lesione alla loro dignità e inoltre potrebbe favorire forme di impunità. A tale riguardo, la Commissione interamericana dei diritti umani, nel suo comunicato stampa del 18 marzo 2022, oltre a manifestare il proprio disappunto per la decisione della Corte costituzionale peruviana, ha ricordato che il diritto internazionale vieta le amnistie, indulti e altre revoche di responsabilità a persone giudicate colpevoli di crimini contro l’umanità.

La recente decisione della Corte costituzionale peruviana ha provocato manifestazioni in tutto il paese sia a favore che contro la scarcerazione di Fujimori. I sostenitori dell’ex Presidente sono quella parte della società peruviana che lo vedono con favore per aver combattuto Sendero Luminoso e per i risultati di discreto successo delle riforme economiche introdotte soprattutto nella prima parte del suo governo. Vi è poi l’altra parte della società  che lotta contro l’impunità di una persona condannata per crimini contro l’umanità e gravissime violazioni dei diritti umani.

FONTI:

  • Fowks, El Tribunal Constitucional de Perú ordena excarcelar a Alberto Fujimori, in El País (17.03.2022).
  • Krsticevic, La liberación de Fujimori, una bofetada a sus víctimas y a la democracia, in El País (19.03.2022).
  • Nocera, The Supreme Court of Peru overturned the pardon granted to former dictator Fujimori and ordered his arrest, in Osservatorio NAD (17.10.2018).
  • Taj, Peru’s Top Court Reinstates Pardon for Former President Alberto Fujimori, in The New York Times (17.03.2022).
  • Redazione The Guardian, Peruvian court approves prison release of ex-president Alberto Fujimori, in The Guardian (17.03.2022).

* Dottorando in Diritto e scienze umane presso l’Università degli Studi dell’Insubria.

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