Un nuovo progetto di integrazione per l’Eurasia: il futuro che nasce oggi

Dal primo gennaio 2012 è entrato in funzione lo Spazio economico unitario tra Russia, Bielorussia e Kazachstan. Di questo Putin ha parlato in un articolo scritto per le Izvestija del 3 ottobre 2011.

Un estratto dall’intervento di Putin

Il progetto costituisce, senza esagerazione, una pietra epocale non solo per i nostri tre paesi ma anche per tutti gli Stati sullo spazio ex sovietico. Il cammino verso questo traguardo non è stato semplice. È iniziato venti anni fa, quando dopo il crollo dell’Unione sovietica fu creata la Comunità degli Stati indipendenti.  Si può valutare in maniera diversa l’efficacia della CSI, discutere dei suoi innumerevoli problemi, delle cose non realizzate. Ma non si può tacere che la Comunità rimane un meccanismo insostituibile che consente di avvicinare le posizioni ed elaborare un punto di vista unico sui problemi cruciali della nostra regione.

Inoltre proprio l’esperienza della CSI ci ha consentito di raggiungere un’integrazione su diversi livelli e a diverse velocità sullo spazio post-sovietico e di creare nuovi tipi di formati come l’Unione statale (Sojuznoe gosudarstvo) di Russia e Bielorussia, l’Organizzazione del Trattato sulla sicurezza collettiva,  la Comunità (soobščestvo) economica euroasiatica, l’Unione doganale (tamožennyj sojuz) e infine lo Spazio economico unitario (edinoe ekonomičeskoe prostranstvo) .

Il I luglio 2011 è entrata in funzione l’Unione doganale: alle frontiere interne dei nostri tre paesi è stato eliminato il controllo sulla circolazione delle merci…Ora dall’Unione doganale facciamo un passo verso lo Spazio economico unitario. Tale spazio (EEP) si baserà su azioni concordate in una serie di settori istituzionali cruciali: nella macroeconomia, nell’assicurazione delle regole della concorrenza, nella sfera dei regolamenti tecnici e dei sussidi agricoli, nel trasporto, nelle tariffe dei monopoli naturali. Ed anche in una politica dei visti e migratoria unitaria, che consenta di togliere il controllo alle frontiere interne così da applicare l’esperienza degli accordi di Schengen.

Per i cittadini l’eliminazione delle barriere migratorie alle frontiere, e di altri tipi di barriere, e delle cosiddette “quote lavoro” significherà la possibilità di scegliere senza impedimenti dove vivere, studiare e lavorare. Nell’Unione sovietica, col suo istituto della propiska, una simile libertà non esisteva. Grandi possibilità si aprono anche per il business. Parlo di nuovi mercati dinamici dove vigeranno standard e requisiti unitari per merci e servizi, nella maggior parte dei casi unificati con quelli europei.

….si potrà verificare addirittura una lotta per l’imprenditore. Perché ogni imprenditore russo, bielorusso o kazako avrà il diritto di scegliere in quale dei tre paesi registrare la sua ditta, dove condurre i suoi affari, etc. È necessario pertanto semplificare le procedure amministrative e perfezionare la legislazione in conformità alla migliore prassi mondiale ed europea.

A suo tempo agli europei sono servizi 40 anni per passare dalla Comunità (ob’edinenija) europea del carbone e dell’acciaio ad una vera e propria Unione europea (Evrosojuz). La costituzione dell’Unione doganale e dello Spazio economico unitario sarà molto più dinamica poiché tiene in considerazione l’esperienza dell’UE e di altre organizzazioni regionali.

Negli interessi del business è già stata presa la decisione di iniziare a codificare la base giuridica dell’Unione doganale e dello Spazio economico unitario, sono necessari perlomeno due documenti di base, ossia il codice doganale e il trattato codificato nelle questioni dell’Unione doganale e dello EEP.

Dal I gennaio 2012 funziona a pieno titolo anche il Tribunale della Comunità economica euro-asiatica. Possono rivolgersi al tribunale per tutti i fatti legati alla discriminazione, alla violazione delle regole della concorrenza e delle pari condizioni di svolgimento del business non solo Stati ma anche i partecipanti della vita economica.

La principale caratteristica dell’Unione doganale e dell’EEP è la presenza di strutture sovrastatuali (nadgosudarstvennyje). Sono proprie di tali soggetti anche requisiti di base come la minimizzazione delle procedure burocratiche e la concentrazione sugli interessi reali dei cittadini.

A nostro avviso si deve potenziare il ruolo della Commissione dell’Unione doganale che già adesso gode di notevoli poteri. Oggi ne ha circa 40 ma in futuro, nell’ambito del EEP ne avrà oltre cento. Si tratta di competenze che riguardano ad esempio l’adozione di decisioni sulla politica della concorrenza, sui regolamenti tecnici, sui sussidi. Problemi del genere potranno essere affrontati solo con la creazione di una struttura possente e stabilmente in funzione. Per questo la Russia ha proposto di costituire il Collegio della Commissione dell’Unione doganale con la partecipazione di rappresentanti degli Stati della trojka, che lavoreranno in qualità di funzionari indipendenti e internazionali.

La costruzione dell’Unione doganale e dello Spazio economico unitario pone la base per la formazione in prospettiva dell’Unione economica euroasiatica (Evrazijskji ekonomičeskij Sojuz). Allo stesso tempo si avrà anche un graduale allargamento dei partecipanti dell’Unione doganale e dell’EEP con l’inserimento a pieno titolo di Kirghizia e Tadžikistan.

Ma non ci fermeremo a questo e ci poniamo un progetto ambizioso: procedere ad un successivo e più elevato livello di integrazione: l’Unione euroasiatica (Evrazijskij Sojuz).

Non si tratta, in primo luogo, di ricostituire in una maniera o nell’altra l’URSS. È ingenuo sforzarsi di restaurare o copiare ciò che appartiene al passato, ma una stretta integrazione su nuove basi di valori, politiche ed economiche è un portato dei tempi.

Noi proponiamo il modello di una comunità sovranazionale (nadnacional’noe ob’edinenije) potente, capace di diventare uno dei poli del mondo contemporaneo e per questo rivestire un ruolo di effettivo “collante” tra l’Europa e la dinamica regione asiatico-pacifica. Ciò significa che sulla base dell’Unione doganale e dell’EEP è necessario passare ad un coordinamento più stretto della politica economica e valutaria, e creare una vera e propria unione economica (ekonomičeskij sojuz). … che accanto ad altri attori cruciali e strutture regionali (UE, USA, Cina, ATES- Comunità economia asiatico-pacifica?) garantisca un duraturo sviluppo globale.

In secondo luogo l’Unione euroasiatica costituisce uno snodo per ulteriori processi di integrazione. Cioè si formerà tramite la progressiva fusione di strutture esistenti, l’Unione doganale, lo Spazio economico unitario.

In terzo luogo, sarebbe un errore contrapporre l’Unione euroasiatica e la Comunità di Stati indipendenti. Ognuna di queste strutture ha la propria collocazione e il proprio ruolo sullo spazio ex sovietico. La Russia insieme ai suoi partner ha intenzione di lavorare attivamente nel perfezionamento degli istituti della Comunità. In particolare si tratta di occupare la CSI in iniziative e programmi comuni concreti, chiari ed attraenti. Ad esempio nella sfera dell’energia, dei trasporti, delle alte tecnologie, dello sviluppo sociale. Abbiamo ereditato una serie di cose dall’Unione sovietica, le infrastrutture, la specializzazione produttiva, una lingua comune, uno spazio scientifico-culturale. Oltre a ciò sono convinto che base economica della Comunità debba divenire un regime commerciale massimamente liberalizzato. Su iniziativa della Russia –nell’ambito della sua presidenza della CSI nel 2010- è stato preparato un progetto di nuovo Trattato sulla zona di libero scambio che si basa sui principi dell’Organizzazione mondiale del commercio e basato sull’eliminazione massiccia di vari tipi di barriere.

In quarto luogo l’Unione euroasiatica è un progetto aperto. Salutiamo con favore l’ingresso in essa di altri partner, e soprattutto di paesi della CSI. Ma non faremo fretta a nessuno, deve essere una sovrana scelta dello Stato.

Alcuni nostri vicini spiegano il desiderio di non partecipare a progetti di integrazione sullo spazio post-sovietico col fatto che ciò sarebbe in contrasto con la loro scelta europea. Ma noi non vogliamo distogliere o impedire a nessuno nulla. L’Unione euroasiatica sarà costruita su principi generali di integrazione come parte inscindibile della Grande Europa. Già nel 2003 la Russia e l’UE si sono accordate sulla formazione di uno spazio economico comune e sul coordinamento delle regole dell’attività economica. Nello sviluppo di tale idea proponiamo agli europei di pensare insieme la creazione di una comunità armonica di economie che vada da Lisbona a Vladivostok, ad una zona di libero commercio e persino a forme più interconnesse di integrazione. E infine all’eliminazione delle barriere dei visti. Attualmente i partecipanti al dialogo con l’UE saranno l’Unione doganale e in seguito l’Unione euroasiatica. In tal modo l’ingresso nell’Unione euroasiatica, oltre agli altri vantaggi economici, consentirà a tutti i suoi partecipanti di integrarsi più velocemente e su posizioni più forti in Europa.

Oltre a ciò economicamente un sistema logico e bilanciato di partenership dell’Unione euroasiatica e dell’UE può creare reali condizioni per la modifica della configurazione geopolitica e geoeconomica dell’intero continente ed avrebbe un indubbio effetto globale positivo.

Si tratta di uno spazio che sarà armonico per propria natura economica ma policentrico dal punto di vista dei meccanismi concreti e delle decisioni di amministrazione.

 (traduzione di Angela Di Gregorio)

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