Le elezioni presidenziali in Slovacchia del 16 e 30 marzo 2019
di Christian Mosquera
Le elezioni presidenziali del 2019 in Slovacchia sono state vinte, al ballottaggio, dalla candidata anti-corruzione Zuzana Čaputová, del partito Slovacchia Progressista (Progresívne Slovensko o PS), partito social-liberale, progressista ed europeista, istituito nel 2017 in seguito alle proteste della società civile per l’assassinio del giornalista Jan Kuciak, che indagava sui malaffari di alcuni imprenditori vicini all’esecutivo.
La candidata Čaputová ha vinto le elezioni ottenendo il 58% dei voti contro il 42% del suo avversario Maroš Šefčovič (vicepresidente della Commissione europea e commissario europeo per l’unione energetica dal 2014), che era sostenuto dal partito di centro sinistra Direzione-Socialdemocrazia – SMER. I risultati del ballottaggio confermano quelli della prima tornata elettorale del 16 marzo scorso, dove la candidata Čaputová aveva ottenuto il 41% dei voti, mentre al secondo posto si era collocato Šefčovič con soltanto il 19% dei consensi.
Čaputová è un avvocato che da anni lotta per la tutela dell’ambiente. Infatti, è diventata popolare per la sua vittoriosa battaglia insieme alla società civile contro una discarica illegale nella città di Pezinok, vincendo grazie a tale impegno sociale il prestigioso Goldman Environmental Prize. Tuttavia, il suo ingresso in politica è avvenuto nel 2017 come membro fondatore del PS, diventando nel 2018 vicepresidente del partito.
La candidatura di Čaputová è emersa dopo il deflagrare del caso Kuciak, durante le grandi proteste antigovernative contro la corruzione. In effetti, la campagna elettorale di Čaputová ha puntato molto sulla lotta alla corruzione, ma altresì sul rinforzamento dello stato di diritto e su una maggiore partecipazione della Slovacchia all’integrazione europea. Inoltre, la Čaputová ha sfidato i partiti conservatori schierandosi a favore della libertà di matrimonio e della piena parità di diritti per la comunià LGBT.
L’affluenza alle urne di questa seconda tornata elettorale è stata piuttosto bassa, soltanto poco più del 41% degli aventi diritto si è recato effettivamente a votare, mentre al primo turno la partecipazione era stata del 49%. Nelle precedenti elezioni presidenziali del 2014, l’affluenza era stata del 43% al primo turno e del 50% al secondo.
Zuzana Čaputová è diventata la prima donna in Slovacchia ad assumere la carica di capo dello Stato e, nonostante, la poca esperienza politica, la candidata europeista, ambientalista, anti-corruzione e con una agenda a favore dei diritti civili e della comunità LGBT, sembra rappresentare un forte simbolo di rinnovamento politico e un’alternativa al populismo nazionalista di estrema destra.
La Slovacchia ha una forma di governo semi-presidenziale in cui però il capo dello Stato, pur venendo eletto direttamente dal popolo, non si pone anche a capo dell’esecutivo. Infatti, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, introdotta con la riforma costituzionale del 1999, è stata decisa per l’incapacità del Consiglio Nazionale (Parlamento) di scegliere il capo dello Stato e non con l’obiettivo di legittimare il rafforzamento della sua carica.
I poteri che la Costituzione all’art. 102 affida al Presidente della Repubblica, infatti, sono alquanto limitati. Con la sopra citata revisione costituzionale, oltre all’introduzione dell’elezione diretta, vi è stata una riduzione dei poteri. Nel complesso, il presidente non può esercitare un’influenza diretta sul governo. Tuttavia, va notato che le sue prerogative non sono solo cerimoniali, ma ve ne sono alcune rilevanti, come i poteri di nomina ad una serie di cariche, compresi i giudici costituzionali. Inoltre, la Corte costituzionale in passato ha espresso un’interpretazione estensiva di tali poteri.
I candidati a Presidente della Repubblica vengono nominati da almeno 15 membri del Consiglio Nazionale oppure sulla base di una petizione firmata da non meno di 15000 cittadini. Le candidature vengono presentate al presidente del Consiglio Nazionale entro 21 giorni dall’indizione delle elezioni (art. 101, c. 3).
Viene eletto capo dello Stato chi ottiene il cinquanta per cento più uno dei voti validi. Se nessun candidato ottiene la maggioranza necessaria di voti si procede ad una seconda tornata elettorale tra i due candidati più votati entro quattordici giorni. Al secondo turno viene eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi e rimane in carica per un periodo di cinque anni (art. 101, c. 2 e 4).
La carica di Presidente della Repubblica viene assunta dopo aver prestato giuramento dinanzi al presidente della Corte costituzionale della Repubblica slovacca di fronte al Consiglio Nazionale il giorno in cui cessa il mandato del Presidente uscente (art. 101, c. 7 e art. 104, c. 1), in questo caso il 15 giugno 2019.
Fonti:
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Costituzione della Repubblica di Slovacchia (artt. da 101 a 107), reperibile sia in lingua originale che in inglese in: https://www.prezident.sk/en/page/constitution/#
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E. Iannario, Slovacchia Elezioni presidenziali: vince l’ala liberale europeista guidata per la prima volta da una donna, in Federalismi.it, n. 7/2019, in https://www.federalismi.it
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M. Hervás, La ecologista que promete hacer justicia en Eslovaquia, in El País, 30 marzo 2019, www.elpais.com
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S. McKenzie, Slovakia’s ‘Erin Brockovich’ elected first female president, in rebuke of populism, in CNN, 31 marzo 2019, www.cnn.com