SLOVACCHIA – Le elezioni legislative del marzo 2012

di Francesca Romana Dau

Il 10 marzo 2012 si sono svolte per la prima volta delle elezioni legislative anticipate per il rinnovo del Parlamento monocamerale, il Consiglio nazionale (Narodna rada). La crisi del governo Radicova, Primo ministro uscente a capo della coalizione composta dal partito liberale (SAS), dai cristiano-democratici (KDH), e dal partito della minoranza ungherese (Most-Hid), era stata innescata dal voto di sfiducia votato dal Parlamento slovacco, seguito alla bocciatura della proposta di approvazione del Fondo europeo salva Stati (EFSF o European Financial Stability Facility), dell’ottobre 2011, nell’ambito della crisi economica europea e globale e nella contrapposizione tra le misure proposte dall’Unione europea e l’esercizio delle prerogative sovrane degli Stati membri. La decisione di bocciare le misure d’intervento finanziario europeo era di tipo politico e non giuridico, dal momento che i partiti di opposizione avevano già dichiarato che avrebbero ratificato il Fondo non appena il Governo si fosse dimesso e fossero state indette nuove elezioni.

La durata costituzionale del Consiglio nazionale, difatti, è di quattro anni. La stessa Costituzione, tuttavia, prevede, all’art. 115, che l’organo legislativo possa esprimere la sfiducia al Governo, all’art. 114, e che il Presidente della Repubblica possa sciogliere il Consiglio nazionale, tra le altre ragioni, se non si è pronunciato entro tre mesi su di una proposta di legge governativa cui il Governo aveva legato l’espressione della fiducia, ex art. 102 Cost. La crisi dell’ottobre 2011 è riconducibile solo in parte a questa fattispecie, considerando che la decisione di sciogliere il Parlamento è stata il frutto di un accordo partitico extra-parlamentare con cui lo SMER-SD ha offerto supporto alle misure europee per sollevare la crisi (Fondo salva-Stati e misure di sostengo alla Grecia) in cambio delle dimissioni del governo in carica e della convocazione di elezioni anticipate.

Il numero di elettori registrati è pari a 4.3 milioni, su una popolazione totale di 5.39 milioni secondo il censimento 2011, e la partecipazione è stata pari al 59.11%, con circa due milioni e mezzo di slovacchi che si sono recati alle urne. Il problema più delicato nella definizione dei diritti di partecipazione politica della popolazione slovacca riguarda la presenza di sostanziose minoranze e la loro rappresentatività a livello nazionale. Secondo il censimento del 2001, la minoranza più consistente è quella ungherese che riguarda il 9.7% della popolazione, seguita dal gruppo Rom pari all’1.7%. La minoranza ungherese è organizzata politicamente in due partiti, il Most-Hid e il Partito della coalizione ungherese (SMK),  mentre il gruppo rom è meno attivo politicamente.

Il partito social-democratico ha ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi e il nuovo Governo dovrebbe essere formato dal leader del partito social-democratico, Robert Fico (già Primo ministro dal 2006 al 2010), che ha ottenuto la maggioranza assoluta sfiorando quella qualificata. Il Primo ministro, difatti, viene nominato dal Presidente della Repubblica che generalmente si attiene alla nomina del leader del partito che ha ottenuto la maggioranza dei seggi in Parlamento. Dalla proclamazione d’indipendenza del 1993, è la prima volta nella storia politica recente che un partito è riuscito ad ottenere una maggioranza utile per governare da solo e non in coalizione (Si v. Tab. 2 in allegato). Tutti i precedenti partiti di governo, inoltre, hanno ridotto il numero di seggi (Si v. Tab. 1 in allegato).

Il sistema elettorale è stato riformato l’ultima volta nel 2005 (Legge n. 333/2004 sulle elezioni del Consiglio nazionale della Repubblica slovacca) e prevede la ripartizione dei seggi in un collegio unico nazionale, un sistema di ripartizione dei voti in seggi con metodo proporzionale, e la strutturazione del voto con liste di partito bloccate. La soglia di sbarramento per ottenere un seggio è del 5%. Le liste di candidati vengono registrate e depositate presso la Commissione elettorale centrale e la legge slovacca non permette la presentazione di candidature indipendenti dai partiti.

E’ interessante osservare come, su proposta del Ministro degli Affari esteri slovacco, era stata invita l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, l’OSCE, per svolgere un’attività di osservazione e controllo del procedimento elettorale. Facendo seguito a tale richiesta, l’OSCE organizzava una missione preliminare (Need Assessment Mission) nel periodo compreso tra il 23 e il 26 gennaio 2012 e concludeva che non fosse necessaria una vera e propria missione di osservazione elettorale per le elezioni anticipate del maggio 2012 rendendo implicita la fiducia nella “buona condotta” delle operazioni elettorali che non necessitavano un controllo esterno (Si v. Rapporto OSCE in allegato.

La stessa organizzazione raccomandava di armonizzare e codificare il sistema delle regole sul processo elettorale e che il procedimento di riforma avviato nel 2011 potesse proseguire anche con il nuovo Governo.

ALLEGATI:Tabelle.Risultati competizione elettorale e composizione Parlamento slovacco; OSCE.Rapporto pre-elettorale

FONTI: Parties and Elections, www.parties-and-elections.de; IFES – International Foundation for Electoral Systems, www.ifes.org; IPU Parline Database, www.ipu.org/parline; Chronicle of Parliamentary Elections, www.ipu.org; OSCE, www.osce.org.

Questa voce è stata pubblicata in Cronache costituzionali e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.