Russia. Il messaggio ai rappresentanti delle istituzioni dello scorso primo marzo: la magnificenza della Russia nel confronto costante col passato e la sfida agli USA

di Angela Di Gregorio

Nel leggere il testo dell’ultimo messaggio del Presidente Putin all’Assemblea federale , pronunciato qualche giorno prima delle elezioni presidenziali dello scorso 18 marzo, colpisce la retorica a tutto campo, oltre che il tono nazionalista che ormai contraddistingue l’inquilino del Cremlino fin dai primi anni del suo insediamento ai vertici del potere della Russia. Quest’anno ci sono motivazioni ulteriori per giustificare la retorica nazionalista: i rapporti tesi con le potenze occidentali, la celebrazione della crescita economica e della potenza militare del paese ampiamente dimostrata nelle vicende belliche siriane.

Ad ogni conquista viene contrapposta la differenza rispetto al passato sovietico e soprattutto al suo crollo, quando il paese si trovò menomato (come Putin ricorda nella parte “militare” del messaggio, il crollo dell’URSS ha fatto perdere 23,8% del territorio, 48,5% della popolazione, 41% del PIL, 39,4% del potenziale industriale, 44,6% del potenziale militare), prostrato economicamente e umanamente e considerato ormai come inoffensivo sull’arena internazionale, cosa che avrebbe giustificato il ritiro degli USA dai trattati sul disarmo. Ma da allora i progressi sono stati enormi…. Ed hanno condotto la Russia a posizioni di avanguardia mondiale in diversi campi, in primo luogo quello militare. Il paragone col passato sovietico è continuo e serve a dimostrare i progressi fatti, fa parte della retorica putiniana, insieme allo stile “ecumenico” ed onnicomprensivo di questo lunghissimo messaggio (non c’è settore della vita economica, istituzionale e sociale che non venga trattato).
L’imminenza delle elezioni presidenziali traspare nell’incit del messaggio ed in altri riferimenti sparsi al fatto che ci si trovi in un momento particolare…”…l’importanza della nostra scelta, l’importanza di ogni passo, comportamento sono elevatissimi in quanto determinano le sorti del nostro paese per i prossimi decenni….” Bisogna prendere decisioni difficili, sostiene Putin con riferimento alle sfide della società tecnologica, alle quali bisogna rispondere efficacemente. Per andare avanti e svilupparsi dinamicamente egli giunge persino ad ipotizzare di “ampliare lo spazio di libertà in ogni sfera, rafforzare gli istituti della democrazia, dell’autogoverno locale, della struttura sociale, dei tribunali, essere un paese aperto al mondo, a nuove idee ed iniziative”. Tali cenni ad un riformismo necessario per stare al passo coi tempi non sono però seguiti da approfondimenti circa eventuali riforme istituzionali mentre si continua ad insistere come nei messaggi passati sulla semplificazione della macchina burocratica, soprattutto in campo economico e tributario, per non creare inutili lacci alle forze produttive. Nonostante la lotta alla corruzione sia un obiettivo sempre presente si ipotizza la semplificazione dei controlli sulle imprese per non creare un clima da “Stato punitivo” che ostacola la libera impresa.
Il messaggio fornisce una panoramica amplissima delle sfide e degli obiettivi della Russia putiniana con un occhio anche al futuro meno prossimo. Nonostante la Russia sia oggi “una delle potenze dominanti con un potenziale economico e di difesa notevole” molte sono le sfide da superare al fine non solo di aumentare la competitività tecnologica del paese sui mercati mondiali ma soprattutto per sviluppare il benessere delle persone e delle famiglie. A tal fine le varie componenti del disagio sociale vengono accuratamente analizzate ponendo obiettivi molto ambiziosi. Tra questi la lotta alla povertà (in sei anni ridurre almeno di due volte il livello di povertà), la modifica della struttura dell’occupazione, la lotta al calo demografico e dunque l’aumento della popolazione (così aumenta la crescita economica), il sostegno a maternità, infanzia, l’aumento delle pensioni, il prosieguo dell’aumento dell’aspettativa di vita (si è già fatto molto). Non meno ambiziosi gli obiettivi economici: aumentare il PIL pro capite di 1,5 volte e rientrare tra le 5 più forti economie mondiali.
Un secondo obiettivo riguarda lo sviluppo delle città (“modifica dell’ambiente urbano”) che viene collegato alla formazione di una classe media di massa. Per questo è necessario puntare su infrastrutture moderne. Altro obiettivo fondamentale è dare a tutti un’abitazione, e si menzionano tre fattori per aumentare l’accessibilità degli alloggi: aumento del reddito dei cittadini, diminuzione degli interessi sul debito e aumento dell’offerta sul mercato abitativo.
Una sezione specifica è dedicata alle infrastrutture focalizzandosi non solo sul potenziamento della rete stradale ma anche sulla sicurezza delle strade, soprattutto a livello locale. Bisogna potenziare la rete degli aeroporti regionali, modernizzare ed ampliare le grandi arterie mentre in relazione ai trasporti dei container la Russia si candida a diventare leader mondiale per il transito di questi tra Europa ed Asia e si impegna anche allo sviluppo delle infrastrutture nell’Artico russo e nelle regioni dell’estremo est (via marittima del Nord). Anche in quest’ambito il progresso tecnologico sarà indispensabile. In particolare, per unire un paese enorme come la Russia è indispensabile avere un accesso internet veloce dappertutto, cosa che si promette di realizzare entro il 2024.
Per quanto riguarda la sanità, l’obiettivo è di raddoppiare la percentuale del PIL dedicata, assicurare assistenza sanitaria in tutti i piccoli centri anche con presidi sanitari mobili, potenziare le misure di prevenzione delle malattie e mettere in piedi un programma nazionale per la lotta al cancro. Strettamente connesso al tema sanitario è quello dell’ambiente per la tutela del quale oltre a punire le imprese che inquinano ci si impegna all’utilizzo di mezzi di trasporto ecologici ed alla tutela delle riserve naturali.
Considerando che il 2018 è stato proclamato in Russia anno del volontariato si ricorda che nel 2018 è stata adottata una legge che stabilisce l’obbligo delle autorità pubbliche di ogni livello di sostenere i volontari. Un altro tema trattato (in misura minore) è quello della scuola (a detta degli esperti internazionali la scuola primaria russa sarebbe una delle migliori del mondo) in cui bisogna migliorare il sistema di reclutamento dei quadri dirigenziali.
Al tema della scienza e delle ricerca, ed in particolare della tecnologia, è dedicato ben più ampio spazio. Infatti la conoscenza, la tecnologica e la competenza sono considerate le tre parole chiave per raggiungere un vero miglioramento della qualità di vita. Tra i vari aspetti si segnala l’importanza delle tecnologie di elaborazioni dei big data (guarda caso!).
Lo sviluppo tecnologico deve basarsi su di una solida scienza di base in cui un ruolo importante deve essere rivestito dall’Accademia delle scienze (che però negli anni scorsi è stata oggetto di pesanti riforme che l’hanno indebolita) ma si vogliono anche creare nuove strutture speciali per la ricerca, capaci di attrarre anche studiosi e gruppi di ricerca dall’estero (ma non sono considerati agenti stranieri?), con vocazione inter-disciplinare. Mantenere l’eccellenza degli studi matematici attraverso centri matematici internazionali (già esistenti a Kazan e Novosibirsk). Bisogna attrarre giovani motivati e di talento dall’estero per farli studiare nelle università russe, per i quali si prefigura anche una semplificazione della procedura di accesso alla cittadinanza.
La ricetta di Putin per investire nei settori cruciali fin qui elencati (ossia istruzione, sanità, città, infrastrutture) comprende due aspetti: razionalizzare la spesa pubblica e attirare fondi privati per finanziare i grossi progetti. Pertanto indirizza al futuro Governo (e dunque lo cambierà? Non si capisce) l’obiettivo di modificare la struttura tributaria. Ma per aumentare le entrate tributarie è necessaria una crescita economica stabile: “negli ultimi anni abbiamo rafforzato la stabilità dell’economia nazionale. Si è significativamente ridotta la dipendenza dell’economia e del bilancio dalla fluttuazione dei prezzi delle materie energetiche”. Sono aumentate le riserve auree e l’inflazione ha raggiunto un record assoluto di ribasso (poco più del 2%). Ci sono dunque tutte le condizioni ottimali per fare impresa e per migliorare le condizioni di vita dei cittadini. Per ulteriormente migliorare la struttura dell’economia nazionale e supportare i fattori di crescita si propongono una serie di misure: aumentare la produttività del lavoro di almeno il 5% l’anno per raggiungere per la fine del prossimo decennio le principali economie mondiali; aumentare gli investimenti (soprattutto in modernizzazione e tecnologie); sviluppo della piccola impresa facilitando l’accesso al credito; sviluppo dell’export non energetico (in 6 anni raddoppiarlo: sembra un approccio da piano quinquennale…); invertire il trend dell’importazione di prodotti e servizi (sostenere l’agricoltura).
Ma la vera leva per migliorare il clima economico nel paese Putin la ravvisa in una radicale trasformazione dell’atteggiamento dello Stato (che, come detto sopra, sembra contrastare con il tradizionale obiettivo della lotta alla corruzione). Innanzitutto, “la quota dello Stato in economia deve gradualmente diminuire”. In secondo luogo “bisogna rimuovere tutto ciò che consente agli esponenti disonesti e corrotti delle autorità e degli organi di tutela della legalità di esercitare pressioni sul business”. A tal fine il codice penale deve cessare di essere strumento per risolvere i conflitti economici tra le persone giuridiche e tali conflitti devono essere spostati sul terreno amministrativo ed arbitrale. Sembra fare un elogio della libertà di impresa non solo depenalizzando i reati economici ma anche rendendo la presenza dei controllori nelle aziende un’eccezione. Anche il pagamento delle imposte deve diventare un procedimento semplice. Insomma, tutto all’insegna della massima agevolazione delle libertà economiche (sportello unico per i servizi pubblici e sburocratizzazione).
L’ampia parte finale del messaggio è quella più sorprendente e preoccupante, se consideriamo il contesto internazionale del momento. Sembra una prova muscolare virtuale e a distanza con cui confrontarsi con gli USA, nei cui confronti vengono avanzate dure critiche, soprattutto quella di essersi ritirati unilateralmente dal trattato sulla difesa antimissile (ABM) nel 2002. Tale gesto viene attribuito all’estrema debolezza della Russia post-sovietica ed alla presunzione americana di averla umiliata. Ma quel gesto ha costretto la Russia a potenziare la sua capacità di difesa, considerando anche l’allargamento della NATO ad est.
Dopo questa premessa storica, atta a giustificare agli occhi della comunità internazionale le “giuste” esigenze di difesa della Russia, Putin passa a magnificare le conquiste della tecnica militare del paese che in alcuni settori proclama apertamente la sua primazia mondiale (anche questa retorica ricorda molto quella del passato…). La descrizione delle armi è molto tecnica e corredata da appositi video. Si tratta di armi strategiche che non esistevano ai tempi sovietici anche se “durante il lavoro ci siamo basati su alcune idee dei nostri geniali predecessori”.
La morale putiniana è di facile comprensione: spero che ci temano (“spero che tutto ciò che è stato detto oggi dissuada ogni potenziale aggressore”)…ma abbiamo finalità pacifiche (“la crescente potenza militare della Russia è una sicura garanzia di pace sul nostro pianeta” perché eviterà l’unilateralismo a favore dell’equilibrio di forze “ossia uno dei principali fattori di sicurezza internazionale dopo la seconda guerra mondiale e fino ai giorni nostri”). Il monito agli USA ed alla sua potenza nucleare non potrebbe essere più esplicito: useremo l’arma nucleare solo per rispondere ad attacchi esterni, ma rispettiamo gli accordi internazionali; lo scopo della Russia non è di pretendere l’eccezionalità, noi difendiamo i nostri interessi ma rispettiamo il diritto internazionale e il ruolo dell’ONU. Sulla base di questi interessi proclama l’amicizia con Cina, India, e con i format internazionali cui partecipa e collabora (Brics, organizzazione di Shangai, Ates, etc.). Allo stesso tempo “siamo interessati ad una collaborazione normale, costruttiva con USA e Unione europea”.
Non può mancare un riferimento anche ai partner dell’Unione economica eurasiatica insieme ai quali si propone di approfondire ulteriormente le dinamiche di integrazione (mercato comune dell’energia elettrica, del petrolio, dei prodotti petroliferi e del gas, armonizzazione dei mercati finanziari, etc.). “Continuiamo a lavorare anche al progetto di creazione di una grande partnership eurasiatica”.
Il messaggio si chiude con un pronostico radioso per il futuro (anche qui il tono ricorda la retorica sovietica) dove la leadership mondiale della Russia sembrerebbe sicura, considerando pure che “negli ultimi 30 anni circa abbiamo ottenuto trasformazioni tali che altri Stati hanno vissuto nei secoli”.

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