Referendum of the 9th December 2018 in Peru partially approved the constitutional reforms

Il referendum del 9 dicembre 2018 in Perù approva parzialmente il pacchetto di revisione costituzionale in funzione anti-corruttiva

di Laura Alessandra Nocera

Il 9 dicembre 2018, si è svolto in Perù un referendum per l’approvazione di un “pacchetto” di leggi di revisione costituzionale approvato dal Parlamento monocamerale nei mesi di settembre e ottobre 2018. 

La genesi dell’ampia riforma costituzionale peruviana è rintracciabile nei numerosi scandali politici e finanziari che hanno pesato negli ultimi anni sulla stabilità politica del Paese, a cominciare dal noto caso Odebrechet, che ha coinvolto diverse cariche amministrative dello Stato in uno scandalo di tangenti e di appalti immobiliari e che ha portato all’impeachment dell’ex Presidente della Repubblica Pedro Pablo Kuczynski, culminato nelle sue dimissioni il 21 marzo 2018.

Nella primavera del 2018, un altro grave scandalo ha coinvolto il Ministro della Giustizia Salvador Heresi e il Procuratore Generale Pedro Chávarry, intercettati telefonicamente per alcune nomine nelle più alte magistrature e nello stesso Consejo Nacional de la Magistratura, l’organo di autogoverno della magistratura.

Pertanto, si è sentita la necessità di un cambiamento radicale, che coinvolgesse l’intero ordinamento peruviano, in maniera da proteggerlo meglio da qualsiasi tentativo di corruzione, introducendo dei giusti correttivi. La ventata di “renovación” e purificación del sistema ha portato il Presidente attuale Martín Vizcarra a proporre un ampio “pacchetto” di riforme costituzionali.

Le riforme, così annunciate il 28 luglio 2018, sono state inserite in un “cronogramma”, approvato dal Parlamento monocamerale il 10 settembre 2018 e contenente i progetti di revisione costituzionale, scanditi dalle giornate in cui si sarebbero tenute la discussione e la votazione di ogni singola legge di revisione costituzionale. Il “cronogramma” è sintetizzabile in quattro punti, diventati, poi, i quattro quesiti referendari di dicembre: 1) la riforma del sistema giudiziario; 2) la regolazione del finanziamento pubblico e privato a organizzazioni e partiti politici; 3) il divieto di rielezione immediata dei membri del Parlamento; 4) l’introduzione del bicameralismo.

Il primo progetto di revisione costituzionale, approvato dal Parlamento il 18 settembre 2018, ha riformato profondamente l’ordinamento giudiziario peruviano. Il testo vigente della Costituzione peruviana, infatti, non prevedeva un metodo univoco, fondato su criteri concorsuali, per la selezione di magistrati ordinari e pubblici ministeri, né un modo di elezione dei giudici componenti del Consejo Nacional de la Magistratura. Ciò aveva reso possibile anche infiltrazioni della criminalità organizzata (i cosiddetti cuellos blancos del puerto). La revisione ha previsto la riforma degli artt. 155 e 156 della Costituzione peruviana e, in particolare, l’eliminazione del Consejo Nacional de la Magistratura e la sua sostituzione con la Junta Nacional de Justicia, i cui membri sono scelti da un’apposita commissione presieduta dal Procuratore generale, dal Controllor General, dal Presidente della Corte Costituzionale e dal Defensor del Pueblo. Inoltre, si è introdotto il criterio del concorso pubblico per la selezione dei magistrati, mentre la scelta dei componenti dell’organo di autogoverno della magistratura dipenderà dal riconoscimento di particolari meriti di competenza e onorabilità nello svolgimento della professione legale e/o accademica.

Il secondo progetto di revisione costituzionale, approvato dal Parlamento il 26 settembre 2018, ha modificato l’art.35 della Costituzione che regola il finanziamento pubblico dei partiti politici, introducendo una serie di controlli e di sanzioni per donazioni qualificate come “illegali”, cioè che non rispettano le disposizioni legislative in materia, e la cui provenienza risulti illecita.

La terza legge di revisione costituzionale, approvata a ottobre, ha posto un limite ai deputati che non potranno più essere eletti per due mandati consecutivi. La quarta legge di revisione costituzionale, che prevedeva l’introduzione del bicameralismo, è stata profondamente emendata in Parlamento dal partito fujimorista, che ha condizionato l’introduzione di una simile modifica alla convocazione di un’apposita assemblea costituente.

Il referendum del 9 dicembre 2018 si è concluso con l’approvazione dei soli primi tre quesiti referendari (con un vasto consenso di oltre l’85% dei votanti), mentre il quarto quesito referendario, relativo all’introduzione del bicameralismo, è stato respinto (solo poco più del 9% dei votanti si è espresso in senso favorevole, di contro a un 90% che ha votato per il mantenimento del monocameralismo).

I risultati mostrano, di fatto, come si sia sentita fortemente l’esigenza di un cambiamento in senso riformatore e quasi “purificatore” del sistema politico peruviano, soprattutto in quei settori che erano stati gravemente colpiti dagli scandali corruttivi. Tuttavia, forse anche a causa degli scandali che hanno coinvolto proprio il suo partito, Peruanos por el Kambio, il governo Vizcarra ha una base di consenso molto debole per imporre un cambiamento strutturale così profondo, mentre, al contrario, aumentano considerevolmente i consensi nei confronti del partito fujimorista, il cui consenso si è rivelato determinante per l’approvazione del progetto di riforma costituzionale.

Fonti:

Questa voce è stata pubblicata in AMERICA LATINA, Cronache costituzionali, Perù. Contrassegna il permalink.