Putin’s nationalism

Il nazionalismo putiniano

di Angela Di Gregorio

In occasione della riunione del Valdai Club a Sochi dello scorso 16 ottobre, il Presidente Putin si è definito un nazionalista che “preme per la preservazione di una Russia multi-etnica”. Non si tratterebbe dunque, ad opinione del Presidente, di un nazionalismo retrogrado (da “uomo delle caverne”) che dileggi i rappresentanti delle altre etnie e che rischi di comportare la distruzione del paese. Non sarebbe nell’interesse della Russia. Il Presidente afferma di volere “preservare la Russia, e gli interessi del popolo della Russia”. Ed è in tal senso che afferma di essere “il più corretto, il più genuino e il più efficace nazionalista”. Secondo Putin normalmente i nazionalisti ritengono di essere i migliori difensori degli interessi di una particolare etnia, popolo o nazione. Ma la Federazione di Russia fin dall’inizio è stata costituita come uno Stato multi-nazionale. La nazione russa si è formata da diverse tribù slave. All’inizio non esistevano i russi. Poi la formazione cominciò sulla base di un mercato comune, un potere monarchico, una lingua unica e poi un’unica fede.

Vi erano, prosegue Putin, molte etnie finno-ugriche: “oggi abbiamo le prove materiali che il popolo finno-ugrico viveva in quella che oggi è la Russia centrale europea, non nei pressi del lago Ladoga”. La Russia si è costituita dunque come Stato multi-nazionale prima di diventare uno Stato multi confessionale. Nei secoli lo Stato russo è stato stabile soprattutto perché fin dall’inizio è stato molto tollerante nei confronti delle diverse popolazioni e religioni che formavano lo Stato.

“Questa è la base dell’esistenza della Russia. Se vogliamo che la Russia rimanga tale e che si sviluppi, si rafforzi, con il popolo russo ovviamente come nazione titolare, allora è nell’interesse dei popolo russo preservare questo paese”.

http://russialist.org/

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