Moldova. The Parliamentary Elections and the referendum of 24th Febraury 2019.

Moldova. Le elezioni parlamentari e il referendum consultivo del 24 febbraio 2019.

di Radu Mirza

  1. Introduzione.

Il 24 febbraio 2019 gli elettori della Repubblica di Moldova sono statati chiamati ad eleggere i centouno deputati del Parlamento, l’organo rappresentativo supremo e l’unica autorità legislativa dello Stato secondo l’art. 60 della Costituzione[1], e contemporaneamente ad esprimersi con referendum consultivo sulla possibilità di ridurre il numero dei parlamentari da centouno a sessantuno e sulla possibilità di revocare i parlamentari che non adempiano in modo adeguato ai loro doveri.

  1. Le modifiche alla legislazione elettorale.

Le elezioni del 24 febbraio si sono svolte sulla base della nuova legislazione elettorale secondo una serie di modifiche introdotte al Codice delle elezioni nel 2017 e 2018[2]. Questi interventi alla legislazione elettorale hanno portato modifiche sostanziali sia alla formula elettorale, che alla legislazione elettorale di contorno.

2.1. La formula elettorale.

Le elezioni del 2019 si distinguono dalle precedenti elezioni per la modifica della formula elettorale: è introdotto un sistema elettorale misto; viene eliminata la soglia minima di affluenza alle urne per la validità delle elezioni; è stabilita una soglia minima di 40% dei membri di sesso femminile sulle liste di partito.

La più importante modifica è indubbiamente il passaggio da un sistema elettorale di tipo proporzionale puro a uno misto, proporzionale e maggioritario[3]. Secondo le novelle, cinquanta dei centouno deputati del Parlamento sono eletti con formula proporzionale sulla base di liste di partito, in una circoscrizione unica nazionale, con soglia di sbarramento del 6% per i partiti e dell’8% per le coalizioni partitiche. Cinquantuno membri dell’organo legislativo sono eletti invece con sistema maggioritario in circoscrizioni uninominali.

2.2 Il voto.

Alle elezioni parlamentari del 24 febbraio solo il 49,22% dei cittadini con diritto di voto si sono presentati alle urne.

Dal totale dei voti da loro espressi, sulla base delle liste di partito, soltanto 7 su 15 partiti politici hanno ottenuto più dell’1% dei voti[4], mentre soltanto 4 hanno superato la soglia di sbarramento del 6% per i partiti e dell’8% per le coalizioni partitiche. In questo modo, hanno accesso in Parlamento il Partito dei socialisti (PSRM) per il quale hanno votato il 31,15% degli elettori, la coalizione ACUM (coalizione di destra formata dal Partito PAS e dal Partito DA) con il 26,84%, il Partito democratico (PDM, partito di centro) con il 23,62%, e il Partito politico SOR (PPSOR) con il 8,32%. Insieme questi partiti hanno ottenuto l’89,93% dal totale dei voti espressi, che corrispondono a 18 parlamentari eletti dal PSRM, 14 dall’ACUM, 13 dal PDM, e 5 dal PPSOR.

Per quanto riguarda i rappresentanti eletti con il sistema maggioritario nelle circoscrizioni uninominali, 17 eletti sono rappresentanti del PSRM, 17 del PDM, 12 dell’ACUM, 2 del PPSOR, e 3 sono candidati indipendenti.

Sommando i rappresentanti eletti con entrambe le formule, risulta che nel nuovo Parlamento il PSRM ha ottenuto 35 seggi, PDM 30, ACUM 26, PPSOR 7, e i candidati indipendenti 3[5].

In tale modo, PSRM e PDM hanno confermato la posizione dominante ottenuta nella precedente legislatura, mentre ACUM e PPSOR hanno avuto accesso per la prima volta al Parlamento. I partiti di orientamento liberale, Partito liberale (PL) e Partito liberal-democratico (PLDM), non sono più presenti nel Parlamento, così come il Partito comunista (PCRM), che per la prima volta nella storia del paese non ha accesso in Parlamento. Si tratta di un fallimento prevedibile, visto che la maggior parte dei membri del PCRM si sono spostati durante la precedente legislatura in PSRM e PDM, mentre molti dei membri del PL e PLDM fanno parte dei nuovi partiti PAS e DA che hanno formato la coalizione ACUM.

Tutte le forze politiche che hanno accesso nel Parlamento si sono mostrate disponibili a sedersi al tavolo delle trattative con gli altri gruppi politici e si prevede che la coalizione di governo sarà formata da coalizioni di centro-sinistra. Il 9 marzo 2019, la Corte Costituzionale ha confermato il mandato dei deputati secondo quanto previsto dall’art. 62 della Costituzione[6].

2.3. Circoscrizioni e legislazione di contorno.

Le elezioni del 2019 differiscono dalle elezioni precedenti anche rispetto alla legislazione elettorale di contorno. Tra le novità si possono elencare: la possibilità che il giorno stesso delle elezioni parlamentari si tenga un referendum consultivo; che il giorno delle elezioni si tenga la propaganda elettorale; l’impossibilità di votare con documenti di identità scaduti; e la possibilità per i candidati indipendenti di presentarsi soltanto nelle circoscrizioni uninominali.

Argomento dibattuto è stata la definizione delle circoscrizioni elettorali[7]. Il ritaglio del territorio per la disegnazione delle circoscrizioni ha assunto particolare rilievo con riferimento ai territori che non sono sotto il pieno controllo dello Stato, ovvero la Transnistria e le circoscrizione estera[8]. In questi casi sembra che il legislatore abbia svolto una delimitazione arbitraria e squilibrata delle circoscrizioni elettorali. Su 101 seggi parlamentari e 3,25 milioni di elettori, alla regione della Transnistria, che conta circa 220.000 elettori residenti, che costituisce il 6,88% dal totale, sono stati assegnati solo due seggi[9]. Analogamente, ai circa 900.000 cittadini residenti all’estero la maggior parte dei quali con diritto di voto, che significherebbe circa un quarto dal totale degli elettori, sono stati assegnati solo tre seggi[10]. Un tale calcolo dimostra in modo evidente che la ripartizione è lontana dal rappresentare tutti gli elettori in modo uguale nel Parlamento. Tuttavia, la disuguaglianza dell’assegnazione dei seggi sembra meno ingiusta se calcolata sulla base del totale degli elettori che hanno votato, circa il 2,55% in Transnistria e 5,25% nelle circoscrizioni estere[11].

  1. Il referendum consultivo.

Secondo l’art. 75 della Costituzione, i più importanti problemi della società e dello Stato sono sottoposti a referendum. Lo svolgimento in parallelo alle elezioni parlamentari di un referendum consultivo ha costituito argomento molto contestato nella società per il fatto che il referendum è stato promosso dalla personalità più controversa nel paese, l’oligarca Vlad Plohatniuc, e dal suo partito politico, Partito Democratico (PDM), il vero detentore di tutto il potere di governo[12].

Nel referendum consultivo, gli elettori sono stati chiamati ad esprimersi su due quesiti: la riduzione del numero dei deputati in Parlamento da 101 a 61, e la possibilità di «revocare i deputati che non adempiono adeguatamente ai loro doveri».

Entrambi i quesiti hanno superato la soglia minima di partecipazione necessaria del 33% affinché le consultazioni fossero valide, con una affluenza alle urne del 39%, ed entrambe le domande hanno ottenuto esito positivo da parte del corpo elettorale[13], con il ‘sì’ del 65% dei vitanti per la riduzione del numero dei deputati e del 70% per la possibilità di revocare i parlamentari che non adempiano adeguatamente ai loro doveri.

Tuttavia, secondo l’art. 135 della Costituzione, i risultati del referendum devono essere confermati dalla Corte Costituzionale. Questo aspetto è di particolare interesse perché un esito positivo della Corte andrebbe a contraddire la giurisprudenza della Corte stessa, la quale il 22 settembre 2014 si era espressa con parere negativo con riferimento allo svolgimento di referendum nel giorno delle elezioni. La Corte ha sostenuto che la commistione delle elezioni e del referendum potrebbe confondere l’elettorato[14]. Se, nonostante ciò, la Corte confermerà i risultati del  referendum, è da attendersi che l’organo legislativo terrà con ogni probabilità conto dell’opinione degli elettori.

  1. La violazione della regolarità del voto e la sfiducia nella classe politica.

Secondo buona parte degli osservatori internazionali, le elezioni si sono svolte in modo libero, corretto, trasparente e senza gravi violazioni[15]. Un’altra parte degli osservatori internazionali, gli osservatori nazionali, la stampa e alcune ONG si sono invece espressi in maniera critica sulle modalità nelle quali si sono svolte le elezioni. Sono stati registrati casi nei quali gli elettori sono stati pagati per votare determinate forze politiche, costretti a fotografare le schede per dimostrare di aver votato per uno specifico partito, organizzati per votare in gruppo, molti elettori dalla Transnistria sono stati trasportati in modo organizzato per votare nei seggi situati nel territorio controllato dal governo moldavo[16].

Tali considerazioni sono aggravate dalla più ridotta affluenza alle urne della storia della Moldova. Solo il 49,22% degli aventi diritto ha espresso il proprio voto[17]. Una tale situazione potrebbe essere motivata dall’alto livello di pessimismo e delusione dei cittadini nei confronti della classe politica[18]. La maggior parte degli elettori si sentono ingannati e confusi, e sono convinti che le elezioni del 24 febbraio rappresentano solo l’ultima di una lunga serie di frodi che hanno avuto inizio con le modifiche elettorali del 2017[19].

Allo scarso risultato dell’affluenza alle urne ha contribuito anche l’introduzione della modifica legislativa consistente nel porre fine alla pratica di poter votare con documenti di identità scaduti. A difendere tale modifica del legislatore è stata la decisione della Corte Costituzionale del 14 gennaio 2019[20]. Fondando tale decisione sull’ampio margine di apprezzamento degli Stati in materia elettorale riconosciuto dalla giurisprudenza della Corte di Strasburgo, i giudici costituzionali non hanno accolto il ricorso dell’Ombudsman, confutando la pretesa violazione del principio d’uguaglianza dell’art. 16 e del diritto di voto dell’art. 38 della Costituzione da parte delle modifiche legislative.

Secondo la Corte, sussistono due ordini di scopi legittimi perseguiti dal legislatore che rendono conforme alla Costituzione la modifica legislativa. Il primo mira a prevenire le frodi nelle elezioni. Il secondo invece è fondato sull’intenzione dello Stato di consolidare i rapporti con i suoi cittadini, incoraggiandoli a non utilizzare documenti scaduti e di adempiere al dovere della devozione nei confronti dello Stato come stabilito dall’art. 56 della Costituzione.

Questa decisione ha de facto impedito una buona parte degli elettori residenti all’estero di esercitare il diritto fondamentale di eleggere perché sprovvisti di adeguati documenti di riconoscimento. Infatti, secondo Rebecca Harms[21], capo della delegazione di osservatori dell’UE per le elezioni parlamentari moldave del 24 febbraio, la decisione della Corte ha provocato molte difficoltà ai membri della diaspora perché la decisione è stata emessa sei settimane prima delle elezioni, impedendo così a molti degli elettori di ottenere in tempo nuovi passaporti per esercitare il diritto di voto. Inoltre, a differenza degli elettori che hanno votato in Moldova, quelli che si trovavano all’estero non sono stati autorizzati a votare nemmeno con le carte di identità, indipendentemente se scadute o meno.

La decisione della Corte ha ristretto in particolar modo l’esercizio di tale diritto per i cittadini residenti nell’Europa Occidentale e sul continente nord-americano. La maggior parte di questi cittadini sono in possesso anche della cittadinanza rumena, che hanno ottenuto attraverso una procedura semplificata in virtù dei trascorsi storici[22]. Per questa parte dell’elettorato con doppia cittadinanza, il passaporto rumeno è quello che gli permette di vivere nei paesi di questi continenti, mentre il passaporto moldavo è nella maggior parte dei casi scaduto perché non necessario.

Si ritiene che la decisione abbia inciso sui risultati delle elezioni. I cittadini residenti nelle circoscrizioni estere hanno sempre storicamente votato partiti di destra e europeisti. Infatti, in queste elezioni, l’unica forza politica pro europea, la coalizione partitica ACUM, ha ottenuto circa l’80% dei voti espressi nella circoscrizioni estere occidentali[23].

[1] L’articolo 60 della Costituzione moldava del 1994 intitolato ‘Il Parlamento, organo rappresentativo supremo e legislativo’, stabilisce al primo comma che il parlamento è l’organo rappresentativo supremo del popolo della Repubblica di Moldova e l’unica autorità legislativa dello Stato. Al secondo comma indica che Parlamento è composto dal 101 deputati, http://lex.justice.md/document_rom.php?id=44B9F30E:7AC17731.

[2] L’art. II della legge n. 268 del 23 novembre 2018 modifica l’art. 52 comma 10 del Codice delle elezioni (legge organica n. 1381 del 21 novembre 1997), consentendo che la compagnia elettorale si tenga fino al giorno delle elezioni compreso, attività vietata dalla legge precedente. L’art. VIII della legge n. 238 del 8 novembre 2018 modificando l’art. 156 comma 2 del Codice delle elezioni consente lo svolgimento del referendum consultivo il giorno delle elezioni parlamentari. Tra le modifiche più importanti del Codice delle elezioni si può considerare anche quelle introdotte dalle leggi n. 74 del 26 aprile 2018, legge n. 79 del 24 maggio 2018, n. 172 del 27 luglio 2018, n. 238 del 8 novembre 2018, n. 271 del 23 novembre 2018, n. 305 del 21 dicembre 2017e n. 302 del 30 novembre 2018, https://a.cec.md/storage/ckfinder/files/1_PDFsam_Codul_Electoral_2018%20ROM_RUS_tipar.pdf

[3] Legge n. 154 del 20 luglio 2017, http://lex.justice.md/md/370943/.

[4] Partito dei socialisti (PSRM), Partito Democratico (PDM), coalizione partitica ACUM, Partito politico SOR (PPSOR), Partito comunista (PCRM), Partito politico ‘Partito Nostro’ (PPN), Partito Liberale (PL), https://a.cec.md/ro/comisia-electorala-centrala-a-totalizat-rezultatele-alegerilor-parlamentului-rep-2781_92703.html.

[5] Comunicato stampa della Commissione Elettorale Centrale della Repubblica di Moldova, 3 febbraio 2019, https://a.cec.md/ro/comisia-electorala-centrala-a-totalizat-rezultatele-alegerilor-parlamentului-rep-2781_92703.html.

[6] Comunicato stampa della Corte Costituzionale della Repubblica di Moldova, 9 marzo 2019, http://www.constcourt.md/libview.php?l=ro&idc=7&id=1417&t=/Media/Noutati/Confirmarea-rezultatelor-alegerilor-parlamentare-din-24-februarie-2019-si-validarea-mandatelor-de-deputat-de-catre-Curtea-Constitutionala-pentru-Parlamentul-de-legislatura-a-X-a.

[7] La rilevanza di questo aspetto è largamente sostenuta dalla dottrina occidentale e dalla normativa europea ed è stata in numerose occasioni notata dagli organismi regionali europei, la Commissione di Venezia e l’OSCE; Consiglio d’Europa, Codice di buona condotta in materia elettorale, 2003, https://www.venice.coe.int/webforms/documents/default.aspx?pdffile=CDL-AD(2002)023rev-ita.

[8] Opinione congiunta del Consiglio d’Europa e dell’OSCE, CDL-AD 2018 008 del 19 marzo 2018, Opinione N. 907/2017 della Commissione di Venezia e Opinione N. ELE-MDA/324/2018 dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e diritti umani dell’OSCE, 47, https://www.venice.coe.int/webforms/documents/?pdf=CDL-AD(2018)008-e#.

[9] Gli elettori in Transnistria sono in numero di 223.880, ciò che costituisce il 6,88% dal totale di 3.252.645 degli elettori, mentre non si conosce il numero esatto degli elettori residenti all’estero, https://a.cec.md/ro/numarul-total-de-alegatori-inscrisi-in-registrul-d-2781_88047.html.

[10] Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, Observation of the parliamentary elections in the Republic of Moldova (30 November 2014), doc. 13671 del 26 Gennaio 2015, 22, http://assembly.coe.int/nw/xml/XRef/Xref-DocDetails-EN.asp?fileid=21347&lang=EN.

[11] Comunicato stampa della Commissione Elettorale Centrale della Repubblica di Moldova, 3 febbraio 2019, https://a.cec.md/ro/comisia-electorala-centrala-a-totalizat-rezultatele-alegerilor-parlamentului-rep-2781_92703.html.

[12] A partire dall’investitura del primo ministro Pavel Filip nel mese di gennaio 2016, quasi tutti i membri del gabinetto dei ministri e i funzionari di vertice degli enti indipendenti sono diventati membri o sostenitori del PDM.

[13] Comunicato stampa della Commissione Elettorale Centrale della Repubblica di Moldova, 3 febbraio 2019, https://a.cec.md/ro/cec-a-totalizat-rezultatele-referendumului-republican-consultativ-din-24-2781_92704.html

[14] Corte Costituzionale moldava, Avviso N. 1 del 22 settembre 2014, 102-107.

[15] Missione dell’OSCE, http://tribuna.md/2019/02/25/misiunea-osce-alegerile-au-fost-competitive-si-drepturile-fundamentale-in-general-au-fost-respectate/; Missione della CIS, https://www.realitatea.md/observatorii-interna-ionali-din-partea-csi-despre-alegerile-parlamentare-din-24-februarie-video_91345.html; Missione del Ministero degli affari esteri della Romania, https://www.juridice.ro/629547/mae-ref-alegerile-parlamentare-din-republica-moldova.html.

[16] Rete europea per il monitoraggio elettorale ENEMO, http://www.enemo.eu/en/missions/moldova-parliamentary-2019/; gli osservatori dell’ONG per la promozione della democrazia e dei diritti umani ‘Promo-LEX’ hanno rilevato 1280 violazioni, https://promolex.md/14704-raportul-nr-6-misiunea-de-observare-a-alegerilor-parlamentare-din-24-februarie-2019-ziua-alegerilor/?lang=en; Radio Europa Libera- Moldova, https://moldova.europalibera.org/a/29787887.html; Missione Internazionale di Osservazione dell’OSCE e CdE, p. 3, http://alegeri.md/images/6/64/Declaratia-mioa-concluzii-preliminare-alegeri-parlamentare-2019.pdf; Reporter de Garda, https://www.youtube.com/watch?v=N_M8jTRqIWs&list=LLBGEiNeowYRDqVvAkGvIwxQ&index=2&t=503s.

[17] 8,43% degli elettori d’età da 71 anni in su, 31.75% degli elettori tra 56 e 70 anni, 25,63% tra 41 e 55 anni, 25,69% tra 26 e 40 anni, e 8.50% tra 18 e 25 anni, https://pv.cec.md/.

[18] Radio Europa Libera- Moldova, https://www.youtube.com/watch?v=k6BPFrMZxxk.

[19] Reporter de Garda, in modo esplicito anche il presidente del Partito comunista (PCRM) ed ex Presidente della Repubblica di Moldova tra gli anni 2001 e 2009, https://www.youtube.com/watch?v=Es9kqkByL9Y&t=15s.

[20] Corte Costituzionale moldava, Decisione N. 5 del 14 gennaio 2019, http://www.constcourt.md/ccdocview.php?tip=decizii&docid=587&l=ro.

[21] Dichiarazione di Rebecca Harms, capo della delegazione di osservatori dell’UE per le elezioni parlamentari del 24 febbraio 2019, https://rebecca-harms.de/post/statement-on-parliamentary-elections-in-moldova-24-february-2019-37426.

[22] Si ricorda che tra 1918 e 1940 l’attuale territorio della Repubblica di Moldova e la popolazione ivi abitante facevano parte dello Stato rumeno e i suoi cittadini erano identificati come rumeni.

[23] Adevarul, https://adevarul.ro/moldova/politica/maia-sandu-obtinut-victoria-circumscriptia-europa-1_5c73a553445219c57e90fad4/index.html.

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