Note sulla risoluzione del Consiglio per i diritti umani del 12 marzo con uno sguardo all’embargo nei confronti di Cuba
di Adele Del Guercio *
Il 12 marzo 2021 il Consiglio per i diritti umani, organo sussidiario dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite[1], ha approvato, con trenta voti a favore, quindici contrari[2] e due astensioni[3], una risoluzione, proposta dal movimento dei non allineati (non-aligned movement – NAM)[4], relativa all’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sull’esercizio dei diritti umani[5]. Con il presente commento ci proponiamo di contribuire a fare chiarezza rispetto alla portata giuridica e ai contenuti del documento oggetto di indagine.
La risoluzione sollecita gli Stati a non adottare, mantenere o attuare misure coercitive unilaterali incompatibili con il diritto internazionale, il diritto umanitario, la Carta delle Nazioni Unite e i princìpi che governano le relazioni pacifiche tra Stati. Laddove dette misure siano già state adottate dovrebbero essere rimosse tempestivamente. Inoltre Stati e agenzie delle Nazioni Unite dovrebbero fare quanto nelle loro possibilità per mitigare gli effetti delle misure coercitive unilaterali e fornire un indennizzo ai Paesi colpiti. Viene anche statuito che tali misure non dovrebbero essere legittimate e sostenute da Stati terzi proprio perché illegali. Dalla risoluzione emerge una esplicita e forte condanna, in quanto le misure coercitive unilaterali hanno elevati costi umani e un impatto sproporzionato e discriminatorio sulle persone. Impediscono infatti la piena realizzazione dello sviluppo socio-economico e dei diritti umani, in special modo dei Paesi meno avanzati economicamente o in via di sviluppo, rispetto ai quali vengono di sovente utilizzate per condizionarne le scelte politiche ed economiche. Poiché nessuna persona dovrebbe essere privata dei mezzi di sussistenza, nella risoluzione viene specificato che i beni essenziali, come il cibo e le medicine, non devono costituire strumenti di pressione. Viene dunque ribadito che in nessuna circostanza è ammissibile una compressione del diritto alla vita, alle cure mediche, alla libertà dalla fame, all’istruzione, al lavoro, all’alloggio, in quanto si tratta di diritti fondamentali.
Il testo della risoluzione è in linea con altri documenti adottati dall’Assemblea Generale[6], dall’Alto Commissariato per i diritti umani[7] e dallo stesso Consiglio per i diritti umani[8] delle Nazioni Unite, che costantemente e fermamente hanno deprecato l’utilizzo delle misure coercitive unilaterali, in quanto non solo sono contrarie al diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite, ma vanno anche a detrimento delle situazioni giuridiche soggettive delle popolazioni colpite, in particolar modo del diritto allo sviluppo, che costituisce una priorità dell’agenda politica dell’Organizzazione[9].
Si vuole innanzitutto far notare che, sebbene il testo approvato ricalchi precedenti risoluzioni del Consiglio per i diritti umani e benché si tratti di un documento di soft-law, ovvero privo di portata giuridica obbligatoria, il governo italiano (così come altri governi europei attualmente membri del suddetto organo sussidiario), prendendo le distanze dalle posizioni espresse in precedenza, ha scelto di votare contro.
Un secondo aspetto che si vuole evidenziare concerne gli Stati cui implicitamente farebbe riferimento la risoluzione. Alcuni mezzi di informazione hanno sostenuto che tra questi non potesse essere annoverata Cuba, Paese su cui si è concentrata l’attenzione dei mass media e della società civile italiani. A nostro avviso, invece, la risoluzione adottata il 12 marzo 2021 dal Consiglio per i diritti umani, come sostenuto tra l’altro dall’ambasciatore cubano al momento del voto, riguarda indiscutibilmente anche Cuba, Paese che vanta in effetti il triste primato di sanzioni unilaterali di più lunga durata della storia recente. Infatti fin dai primi anni ’60 gli Stati Uniti hanno imposto nei confronti dello Stato caraibico sanzioni economiche, commerciali e finanziarie, mai revocate fino a questo momento[10], e che anzi sono state estese ad ulteriori settori, quali quello della navigazione[11]. Diversi studi hanno evidenziato le conseguenze drammatiche dell’embargo statunitense sulla speranza di vita dei cubani, sulla riduzione delle nascite e sul peggioramento delle condizioni economiche[12]. Quello nei confronti di Cuba costituisce uno dei principali esempi di misure coercitive unilaterali adottate e mantenute in spregio del diritto internazionale[13] e della costante e ferma disapprovazione da parte dell’Assemblea Generale[14]. Quest’ultima, infatti, oramai da quasi tre decenni, adotta ogni anno una risoluzione con la quale sollecita gli Stati Uniti a rimuovere le sanzioni disposte nei confronti di Cuba. Preme altresì evidenziare che negli ultimi anni dette risoluzioni sono state adottate pressoché all’unanimità, registrando generalmente il voto negativo solamente di Stati Uniti e Israele, indice dell’ampio consenso della comunità internazionale intorno alla necessità di superare una situazione di illegalità che va a detrimento del libero sviluppo del popolo cubano. Un appello in tal senso è stato rinnovato di recente da diversi relatori speciali delle Nazioni Unite, preoccupati dell’impatto cumulativo delle misure di embargo economico e derivanti dalla pandemia da Covid-19 sulla popolazione cubana[15], criticità evidenziata al momento del voto in seno al Consiglio per i diritti umani anche dagli interventi dei Paesi non allineati.
Peraltro è d’obbligo rammentare che nell’attuale quadro giuridico internazionale a poter disporre misure coercitive sono esclusivamente il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e le organizzazioni regionali[16]. In sostanza, e senza pretese di esaustività, il diritto internazionale ritiene illegittime le misure coercitive imposte unilateralmente da uno Stato nei confronti di un altro «if they are not taken in response to actual breaches of international law, or if they are permanent or disproportionate, making them inherently destabilizing»[17]. Va preso atto inoltre che nella prassi internazionale si assiste al superamento delle misure coercitive generalizzate, che hanno provocato in passato catastrofi umanitarie (si pensi al caso dell’Iraq)[18]. L’embargo statunitense nei confronti di Cuba, non solo è illegale, ma risulta anche palesemente sproporzionato.
Ancora, è d’uopo far presente che le misure coercitive unilaterali non mancano di incidere negativamente altresì sugli interessi e sui diritti di Paesi terzi, come evidenziato nel testo della risoluzione in commento. A tal riguardo va segnalato che dal 2019 si svolge annualmente un dialogo politico tra Unione europea e Cuba sugli effetti extraterritoriali delle sanzioni economiche statunitensi, che si pongono in violazione del diritto internazionale e delle regole del commercio internazionale e che determinano conseguenze negative sul commercio e le economie degli Stati membri dell’UE[19].
Venendo infine alla questione del voto, va innanzitutto precisato che il governo italiano negli ultimi anni ha espresso la propria contrarietà all’embargo disposto dagli Stati Uniti nei confronti di Cuba. Alla luce di ciò, e di altri aspetti evidenziati nel corso della trattazione, il voto sfavorevole nei confronti della risoluzione del 12 marzo 2021 appare ancora più contraddittorio. Inoltre va rammentato che il piccolo Stato socialista, malgrado le sanzioni da cui è colpito sin dal 1962, non ha esitato a mostrare solidarietà nei confronti di numerosi Paesi particolarmente provati dalla prima ondata della pandemia da Covid-19, tra cui l’Italia, dove ha inviato il contingente internazionale di medici e infermieri ‘Henry Reeve’. Per l’impegno profuso la brigata cubana è stata anche candidata al Nobel per la Pace. Non sorprende pertanto la reazione sconcertata della società civile italiana, che ha visto tradire lo spirito di solidarietà e di fratellanza dimostrato dal governo cubano. Ci sembrano condivisibili al riguardo le riflessioni della sindaca di Crema, secondo la quale «il nostro Paese» ha «violato in modo grave codici di civiltà decisivi, come la riconoscenza, la lealtà, la memoria, la solidarietà»[20]. Una solidarietà di consolidata tradizione, che emerge anche dalla scelta di mettere a disposizione dei Paesi in via di sviluppo i vaccini che, malgrado la scarsità dei mezzi dovuti all’embargo, sono in via di sperimentazione nei laboratori cubani. Si vuole rammentare al riguardo che Cuba vanta un sistema sanitario pubblico avanzato, nel quale la tutela della salute costituisce un diritto fondamentale e universale.
In conclusione, ci si augura che il governo italiano sappia rispondere con maggiore gratitudine nelle prossime occasioni in cui sarà chiamato ad esprimersi sull’embargo nei confronti di Cuba e, soprattutto, che sappia ricambiare il supporto ricevuto, tenuto conto anche dell’illegalità della politica statunitense nei confronti del Paese caraibico e delle sofferenze inflitte alla popolazione cubana.
FONTI:
- Giannattasio, Cuba 1959: un anno di rivoluzione attraverso gli occhi della diplomazia italiana, in Ricerche storiche, Vol. 49 No. 2, 2019, pp. 115-130
- Gordon, Economic Sanctions as Negative Development, in Journal of International Development, Vol. 28 No. 4, 2016, pp. 473-484
- P. Yu, A. J. Timossi, Impacts of Unilateral Coercive Measures in Developing Countries: The need to End the US Embargo on Cuba, South Centre, agosto 2019, reperibile al sito www.southcentre.int
- Nigel D. White, Sanctions and Restrictive Measures in International Law, in Italian Yearbook of International Law 2018, Vol. 27, pp. 1-32
Documenti consultati:
- American Association for World Health, Denial of Food and Medicine: The Impact of the US Embargo on Health and Nutrition in Cuba, Washington DC, 1997
- Assemblea Generale, Necessity of ending the economic, commercial and financial embargo imposed by the United States of America against Cuba, UN Doc. A/RES/74/7, 7 novembre 2019; Necessity of ending the economic, commercial and financial embargo imposed by the United States of America against Cuba, UN Doc. A/RES/73/8, 5 novembre 2018
- Cuba: European Union and Cuba hold third Dialogue on Unilateral Coercive Measures, reperibile al link https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/95768/cuba-european-union-and-cuba-hold-third-dialogue-unilateral-coercive-measures_en
- Human rights and unilateral coercive measures, UN Doc. A/RES/74/154, 18 dicembre 2019
- Human rights and unilateral coercive measures, UN Doc. A/RES/75/181 del 16 dicembre 2020
- Human Rights Council, Forty-sixth session 22 February–23 March 2021, Agenda item 3, Promotion and protection of all human rights, civil, political, economic, social and cultural rights, including the right to development, The negative impact of unilateral coercive measures on the enjoyment of human rights, UN Doc. A/HRC/46/L.4 del 12 marzo 2021
- Report by Cuba on resolution 74/7 of the United Nations General Assembly, Necessity of ending the economic, commercial and financial blockade imposed by the United States of America against Cuba, luglio 2020
- Risoluzione The negative impact of unilateral coercive measures on the enjoyment of human rights, UN Doc. A/HRC/43/L.21 del 22 giugno 2020 e
- Risoluzione Human rights and unilateral coercive measures, UN Doc. A/HRC/45/L.22 del 6 ottobre 2020.
- Risoluzione Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, UN Doc. A/RES/70/1 del 25 settembre 2015
- Summary report of the Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights on the biennial panel discussion on unilateral coercive measures and human rights, UN Doc. A/HRC/43/36 del 7 aprile 202
- US must lift its Cuba embargo to save lives amid COVID-19 crisis, say UN experts, 20 aprile 2020, reperibile al link https://www.ohchr.org/en/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=25848&LangID=E
* RTDb di Diritto internazionale, Dipartimento di Scienze umane e sociali, Università degli Studi di Napoli ‘L’Orientale’.
[1] Il Consiglio è composto da 47 Stati eletti dall’Assemblea Generale per un periodo di tre anni e può discutere di qualsiasi questione che incida sull’esercizio dei diritti umani. Ha sede a Ginevra. Per ulteriori informazioni si rinvia al sito www.ohchr.org.
[2] Austria, Brasile, Bulgaria, Corea del Sud, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Isole Marshall, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca e Ucraina.
[3] Armenia e Messico.
[5] Human Rights Council, Forty-sixth session 22 February–23 March 2021, Agenda item 3, Promotion and protection of all human rights, civil, political, economic, social and cultural rights, including the right to development, The negative impact of unilateral coercive measures on the enjoyment of human rights, UN Doc. A/HRC/46/L.4 del 12 marzo 2021.
[6] Human rights and unilateral coercive measures, UN Doc. A/RES/74/154, 18 dicembre 2019 e Human rights and unilateral coercive measures, UN Doc. A/RES/75/181 del 16 dicembre 2020.
[7] Summary report of the Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights on the biennial panel discussion on unilateral coercive measures and human rights, UN Doc. A/HRC/43/36 del 7 aprile 2020.
[8] Risoluzioni The negative impact of unilateral coercive measures on the enjoyment of human rights, UN Doc. A/HRC/43/L.21 del 22 giugno 2020 e Human rights and unilateral coercive measures, UN Doc. A/HRC/45/L.22 del 6 ottobre 2020.
[9] Si rinvia alla Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015, Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, UN Doc. A/RES/70/1.
[10] Proclamation 3447, Embargo on All Trade with Cuba, 3 febbraio 1962, con il quale l’allora Presidente degli Stati Uniti vietò «the importation into the United States of all goods of Cuban origin and all goods imported from or through Cuba». Sul contesto storico-politico in cui maturò l’embargo statunitense si rinvia a V. Giannattasio, Cuba 1959: un anno di rivoluzione attraverso gli occhi della diplomazia italiana, in Ricerche storiche, Vol. 49 No. 2, 2019, pp. 115-130. Sugli sviluppi più recenti si rinvia a V. P. Yu, A. J. Timossi, Impacts of Unilateral Coercive Measures in Developing Countries: The need to End the US Embargo on Cuba, South Centre, agosto 2019, reperibile al sito www.southcentre.int.
[11] Report by Cuba on resolution 74/7 of the United Nations General Assembly, Necessity of ending the economic, commercial and financial blockade imposed by the United States of America against Cuba, luglio 2020.
[12] American Association for World Health, Denial of Food and Medicine: The Impact of the US Embargo on Health and Nutrition in Cuba, Washington DC, 1997. Più in generale sull’impatto delle misure coercitive sulle popolazioni civili si rinvia a J. Gordon, Economic Sanctions as Negative Development, in Journal of International Development, Vol. 28 No. 4, 2016, pp. 473-484.
[13] Nigel D. White, Sanctions and Restrictive Measures in International Law, in Italian Yearbook of International Law 2018, Vol. 27, pp. 1-32, in particolare p. 28.
[14] Tra le altre: Assemblea Generale, Necessity of ending the economic, commercial and financial embargo imposed by the United States of America against Cuba, UN Doc. A/RES/74/7, 7 novembre 2019; Necessity of ending the economic, commercial and financial embargo imposed by the United States of America against Cuba, UN Doc. A/RES/73/8, 5 novembre 2018.
[15] US must lift its Cuba embargo to save lives amid COVID-19 crisis, say UN experts, 20 aprile 2020, reperibile al link https://www.ohchr.org/en/NewsEvents/Pages/DisplayNews.aspx?NewsID=25848&LangID=E.
[16] Tra gli altri si rinvia a B. Conforti, C. Focarelli, Le Nazioni Unite, CEDAM, 2015, p. 267 ss.; N.D. White, Sanctions and Restrictive Measures in International Law, cit., pp. 13-14.
[17] Idem, p. 24.
[18] B. Conforti, C. Focarelli, Le Nazioni Unite, cit., p. 288.
[19] Il terzo incontro annuale si è svolto in videoconferenza il 25 marzo 2021. Cfr. Cuba: European Union and Cuba hold third Dialogue on Unilateral Coercive Measures, reperibile al link https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/95768/cuba-european-union-and-cuba-hold-third-dialogue-unilateral-coercive-measures_en.
[20] Il testo integrale è disponibile al sito www.farodiroma.it.