La Corte costituzionale si pronuncia sull’interpretazione delle disposizioni costituzionali relative alla durata della legislatura.

di Angela Di Gregorio

Nella sentenza del I luglio 2015 la Corte costituzionale, su richiesta del Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento federale, ha fornito l’interpretazione ufficiale degli artt. 96, comma 1 e 99, commi 1, 2 e 4 della Costituzione. La questione riguardava lo spostamento (nella fattispecie l’anticipazione) di qualche settimana della data delle elezioni della Duma, rispetto alla puntuale scadenza quinquennale della legislatura.

Il ricorso è intervenuto poiché era stato presentato alla Duma, ed approvato in prima lettura il 19 giugno 2015, un progetto di legge teso a spostare una tantum la data delle elezioni della Duma dal 4 dicembre 2016, data della scadenza naturale della legislatura, alla terza domenica di settembre, il cosiddetto “Giorno unico delle elezioni” (in cui si cumulano diversi appuntamenti elettorali regionali e locali). Di conseguenza la durata dell’attuale Duma (IV legislatura dal 1993) sarebbe stata accorciata di 2,5 mesi.

Dunque anche per il futuro la data delle elezioni della Duma sarebbe coincisa con la terza domenica di settembre dell’anno della scadenza, accorpandosi alle elezioni regionali e locali in svolgimento nello stesso giorno.

La Corte ha indicato che non si esclude la possibilità di non coincidenza/scostamento tra la durata del mandato stabilita dalla Costituzione («normativa») e quella reale («di fatto») della Duma e dunque la possibilità di modificare la data di svolgimento delle elezioni. Tuttavia la modifica della data delle elezioni che comporti l’accorciamento della legislatura della Duma in corso può aver luogo solo in qualità di misura esclusiva ed eccezionale. Inoltre la differenza tra la durata reale e quella costituzionale deve essere minima e non significativa.

La decisione del legislatore federale di ridurre la durata di fatto della legislatura e le sue conseguenze giuridiche possono riguardare solo i deputati della Duma della legislatura in corso.

Inoltre, lo spostamento della data delle elezioni dei deputati della Duma deve effettuarsi per tempo, affinché tutte le persone interessate possano preparasi alla campagna elettorale.

La riduzione della durata della legislatura non deve neanche essere utilizzata per limitare arbitrariamente la concorrenza politica alle elezioni. In tal modo, le disposizioni della Costituzione non escludono la possibilità di un mutamento una tantum con legge federale della data delle elezioni periodiche che comporti la riduzione della durata reale (di fatto) dei poteri della Duma della legislatura in corso. A condizione che tale riduzione si effettui per i fini costituzionalmente rilevanti, venga fatta per tempo, non comporti uno scostamento dalla periodicità ragionevole di svolgimento delle elezioni periodiche della Duma e dalla continuità del suo funzionamento ed inoltre che sia di durata insignificante.

La Corte ha dunque riconosciuto come fine costituzionalmente rilevante l’accorpamento delle scadenze elettorali nel Giorno unico delle elezioni, cosa che comporta un notevole risparmio di risorse.

I commenti degli specialisti sono stati diversi, chi considerando legittimo lo spostamento chi invece notando come anticipare a settembre le elezioni significa ridurre il tempo per la campagna elettorale (difficile da condurre in estate) così favorendo determinate forze politiche a scapito di altre. Esponenti del partito comunista ritengono che la decisione della Corte costituzionale consenta loro di proporre un’anticipazione a novembre, avendo la Corte parlato non di date concrete ma di uno spostamento “non significativo”. Altri ritengono che tale decisione costituisca un precedente per un’eventuale anticipazione delle elezioni presidenziali, di cui si vocifera da qualche tempo.

Tuttavia il 14 luglio viene promulgata la legge federale che modifica la legge Sulle elezioni dei deputati della Duma al fine di spostare dalla I domenica di dicembre del 2016 alla terza domenica di settembre 2016 le elezioni della settima legislatura della Duma di Stato. I deputati della legislatura precedente conserveranno tuttavia le garanzie del loro status (immunità, retribuzione, assicurazione, etc.) fino alla scadenza del 4 dicembre 2016, per la quale erano stati eletti, a meno che non vengano eletti nuovamente deputati della Duma o membri di assemblee rappresentative regionali o municipali.

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