Israel, Netanyahu’s coalition wins the new round of elections

ISRAELE, LA COALIZIONE DI NETANYAHU VINCE LE ELEZIONI

Dopo le due tornate elettorali dello scorso anno, i cittadini di Israele si sono recati al voto lo scorso 2 marzo e hanno premiato la coalizione guidata dal Likud.

di Matteo D’Avanzo*

Lo scorso 2 marzo si sono svolte le terze elezioni nazionali in Israele e i risultati hanno premiato la coalizione del premier uscente Benjamin Netanyahu, il quale è riuscito ad assicurarsi 58 seggi sui 61 necessari per ottenere la maggioranza nella Knesset, il parlamento israeliano, e governare lo Stato di Israele.

Nel corso del 2019 in Israele sono state convocate due tornate elettorali, ad aprile e a settembre, nelle quali, tuttavia, non è emersa una maggioranza che garantisse un governo al Paese. Gli schieramenti in competizione erano molti, ma la competizione si è svolta quasi esclusivamente a destra. Da un lato Bibi Netanyahu, storico leader del Likud, il partito di destra israeliano, alla guida del Paese da dieci anni, osteggiato dai compagni di partito e sotto accusa per corruzione e dall’altro Benny Gantz, leader di Blu e Bianco, un outsider della politica israeliana, che ha impostato il suo programma politico sulla base di un indirizzo di destra, ma, come da lui stesso affermato : “in una versione più gentile”. Gantz e Netanyahu hanno intrapreso una battaglia sino all’ultimo voto. Se, infatti, nelle elezioni di aprile i due partiti avevano ottenuto entrambi 35 voti, nelle elezioni di settembre Blu e Bianco aveva superato il Likud di appena un voto, 33 a 32, sino alle elezioni della scorsa settimana in cui il partito di Bibi ha ottenuto 36 voti superando di tre seggi il partito di Gantz.

Il presidente Reuven Rivlin, la scorsa settimana, ha affidato un mandato esplorativo al leader del Likud, che dovrà trovare gli altri voti necessari per formare una maggioranza stabile all’interno della Knesset. Netanyahu, infatti, ha raccolto un successo enorme, ma deve compattare il proprio schieramento di destra, fatto di partiti di ultra-ortodossi, come lo Shas, e cercare di ostacolare la possibilità che si formi un governo di minoranza composto da Blu e Bianco, da Yisrael Beiteinu, partito dei russofoni guidato da Avigdor Lieberman e dalla Arab Joint List, che ha ottenuto 15 seggi nel parlamento di Gerusalemme. Il leader del Likud, inoltre, è teme che le accuse di corruzione che lo porteranno a processo il prossimo 17 marzo, potranno scalfirne la popolarità guadagnata durante l’ultima tornata elettorale.

Dalle recenti evoluzioni della politica israeliana emergono alcuni spunti di riflessione. In primo luogo emerge una certa omogeneità tra i partiti circa le politiche e le misure da intraprendere all’interno dello Stato. L’imperativo della la sicurezza emerge come il pilastro di ogni programma politico. Il conflitto sembra ormai essere sullo sfondo della politica israeliana ed entrambi i leader, Gantz e Netanyahu, hanno espresso un caloroso sostegno nei confronti del “piano del secolo” presentato negli scorsi mesi dal presidente americano Donald Trump. La soluzione dei due stati sembra essere tramontata, come dimostra il sostegno elettorale che i cittadini israeliani hanno garantito agli schieramenti più ostili a questa prospettiva. Blu e Bianco e Likud rappresentano i due volti della vecchia e nuova destra israeliana e i loro programmi assecondano l’umore generale dei cittadini israeliani, che, secondo un recente sondaggio dell’Israel Democracy Institute, si dichiarano per il 63% di destra o centro- destra. È, quindi, evidente che anche Israele si conforma al processo che vede la scomparsa dei partiti di sinistra, proprio come sta succedendo ormai da qualche tempo in Europa. Meretz, il partito laburista israeliano, in alleanza con Gesher, partito centrista, ha ottenuto circa sette seggi, un risultato davvero deludente. Infine emerge come fronte di rappresentanza per gli arabi israeliani la Arab Joint List. La lista araba si è storicamente battuta per una rappresentanza trasversale oltreconfine, ma nelle ultime elezioni ha dichiarato la volontà di candidarsi come nuova forza di sinistra nel panorama politico israeliano.

Il dato più rilevante delle elezioni del 2 marzo è stato l’affluenza che ha superato il 65 % e ha segnato un evento storico nella recente politica israeliana. I cittadini, infatti, hanno risposto positivamente agli appelli dei leader politici che li invitavano a recarsi numerosi alle urne e nelle prossime settimane sarà più chiaro come Israele affronterà il problema della formazione di un nuovo governo.

Fonti

  • Benn A., Netanyahu va all’attacco e vince, Internazionale per Haaretz, 4 Marzo 2020.
  • De Martino C., Israele, Netanyahu vince ancora: cavalcare le paure paga sempre, Mondo, 5 marzo 2020.
  • Harkov L., Netanyahu’s victory is an indictment of his indictment – Analysis, Jerusalem Post, 3 Marzo 2020.
  • Miller D.A., Strike Three: How a Ruling Coalition Still Eludes Israel’s Netanyahu, Carnegie Endowment for International Peace, 5 marzo 2020.
  • Nigro V., Elezioni Israele, la vittoria di Netanyahu ma resta l’incognita della maggioranza, La Repubblica, 2 Marzo 2020.
  • Verter Y., Israel Election Results: With One Stroke of the Pen, Netanyahu Writes Off Half a Million Israelis, Haaretz, 6 Marzo 2020.

*Università degli Studi di Milano

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