HONDURAS: FRA LA “TRAPPOLA DELLE RIMESSE” E LE SIRENE DEL MODELLO BUKELE

HONDURAS: BETWEEN THE “REMITTANCES TRAP” AND THE RISING ATTRACTION FOR THE BUKELE MODEL

di Davide Serraino*

L’Honduras, Paese centroamericano di poco più di 10 milioni di abitanti distribuiti su una superficie pari a oltre un terzo di quella dell’Italia, è tra gli Stati storicamente più poveri di tutto il subcontinente americano. Con un Pil pro capite di poco più tre mila dollari, un terzo rispetto alla media dell’area, l’Honduras precede in America Latina solo il vicino Nicaragua e Haiti, quest’ultimo in assoluto il Paese più povero di tutto l’emisfero occidentale.

Secondo la Banca Mondiale, la percentuale di popolazione con meno di $6,85 al giorno, già pari al 49,5% nel 2019, è arrivata a un picco del 57,7% nel 2020 durante la pandemia, ed è solo leggermente calata al 52,4% a fine 2022, e comunque costituisce quasi il doppio della media dell’area. Ancora, la povertà estrema, misurata come percentuale di persone con un reddito giornaliero al di sotto di $2,15, a fine 2022 è stata pari al 13,3% – tripla rispetto alla media regionale – e l’indice di Gini sulla disuguaglianza dei redditi si colloca a 47,5, nel quartile peggiore dell’America Latina.

Le cause di una situazione così negativa sono molteplici e tra di esse la violenza gioca un ruolo di primo piano: l’Honduras fa storicamente parte, con Guatemala ed El Salvador, del cosiddetto Triangolo Nord o della Morte, la zona del mondo con i tassi di omicidi più alti senza che siano in corso guerre dichiarate. Nel 2022 in Honduras sono stati registrati 35,8 omicidi intenzionali per 100.000 abitanti, a fronte di 17,3 in Guatemala e 7,8 in El Salvador (Fig.1).

Fig.1 Tasso di omicidi per 100.000 abitanti

Fonte: elaborazione SACE su dati Statista

Il dato dell’Honduras è abbastanza stabile nel tempo e rivela oggi una situazione peggiore non solo rispetto al Guatemala ma anche a El Salvador ove, dall’insediamento del Presidente Bukele nel 2019, si è registrato un calo drastico (infra sul richiamo esercitato del “modello Bukele” anche in Honduras).

Se la violenza scoraggia gli investimenti dall’estero nel Paese e riduce il potenziale di crescita honduregno, anche la vulnerabilità ai disastri naturali gioca un ruolo rilevante per un Paese che aveva un peso del settore primario sul Pil pari al 12,6% a fine 2022, cioè ben oltre la media della regione, pari al 7%. L’Honduras fa infatti parte con altri Paesi dell’area centroamericana del cosiddetto “corridoio secco” una vasta regione particolarmente esposta a fenomeni di siccità che si estende dal sud del Chiapas in Messico fino al Costa Rica. A fenomeni di siccità si possono però alternare fenomeni piovosi molto intensi, a volte di natura alluvionale come, per esempio, gli uragani Eta e Iota che colpirono il Paese nell’autunno 2020 e causarono danni per oltre 2 miliardi di dollari, quasi il 10% del Pil. L’indicatore sviluppato da SACE in collaborazione con Fondazione Enel relativo al rischio climate change riflette questa rischiosità con uno score di 84/100, ed è secondo nell’area alla sola Guyana britannica.

Infine, per quanto riguarda gli indicatori di governance più comunemente utilizzati, l’Honduras si trova dietro alla mediana dei peer per rischiosità e a quella latino-americana in tutte le dimensioni, in particolare per controllo della corruzione, rule of law ed efficacia dell’azione governativa (Fig.2).

Fig.2 Gli indicatori di governance dell’Honduras

Fonte: Moody’s investor service

Non desta stupore, pertanto, che l’Honduras sia un contesto di forte emigrazione: secondo le stime più aggiornate, oltre un milione di cittadini ha lasciato il Paese centroamericano, spesso attraverso le tristemente note “carovane”, diretto principalmente negli Stati Uniti. Le rimesse degli emigrati honduregni all’estero costituiscono una risorsa imprescindibile per il Paese, senza le quali i tassi di povertà sarebbero ancora più alti e la situazione sociale potrebbe andare fuori controllo. Il peso delle rimesse sul Pil è cresciuto moltissimo negli ultimi due decenni, passando dal 10,2% del 2002 al 15,8% del 2012 fino al 26,8% del 2022 (versus il 2,6% medio dell’America Latina).

Ne deriva che una quota di rimesse così rilevante sul Pil diventa una sorta di “trappola” per i policy maker, poiché riduce gli incentivi a combattere le cause profonde dell’emigrazione, quali la criminalità e la mancanza di opportunità in patria.

La Presidente Xiomara Castro, prima donna nella storia del Paese a ricoprire l’incarico dal 27 gennaio 2022 ed esponente del partito di sinistra Libertad y Refundación – Libre, guida un governo che sta tentando di migliorare le condizioni di vita dei cittadini ma, come da attese della vigilia, farlo è molto complicato e la violenza costituisce senza dubbio l’ostacolo maggiore. Finora le ricette tradizionali non hanno funzionato, poiché il tasso di omicidi nel Paese è rimasto stabile nell’ultimo decennio mentre nel vicino El Salvador dall’avvento di Nayib Bukele molto è cambiato. I metodi del Presidente salvadoregno sono sicuramente molto discutibili e di difficile replicabilità, ma le sirene del “modello Bukele” sono forti in tutta l’America Latina e costituiscono un confronto ineludibile per i governi della regione. In Honduras il governo Castro, pur ideologicamente piuttosto lontano da quello di Bukele, ha già posto in atto uno “stato di eccezione” svariate volte da dicembre 2022 a oggi su un’area sempre più vasta del Paese nella speranza di ridurre la violenza e di dare risposte ai cittadini.

Il terribile dilemma tra la sospensione di garanzie costituzionali quali, tra le altre, la libertà di movimento, il diritto di associazione, l’inviolabilità del domicilio e l’efficacia dell’azione delle forze di sicurezza nel reprimere la criminalità organizzata e ridurre la violenza è destinato a restare un tema centrale per i governi latinoamericani nel prossimo futuro. Voltarsi e schivare il problema non vuol dire solamente rischiare di perdere le elezioni alla prossima tornata, ma anche rinunciare in partenza alla speranza di dare maggiori opportunità ai propri cittadini nel futuro.

FONTI:

  • T. Breda, Why El Salvador’s Anti-Crime Measures Cannot (and Should Not) Be Exported, in Istituto Affari Internazionali (29.03.2023).
  • G. Kawas, In Honduras, Xiomara Castro’s Government is Caught in the “Remittances Trap”, in Americas Quarterly (03.07.2023).
  • C. Mosquera, El Salvador. Presidential elections 2019, in Osservatorio NAD (15.02.2019); Id., El Salvador. Bukele’s first measures to solve the main problems of the Country, in Osservatorio NAD (23.10.2019); Id., La destituzione dei giudici della Sala Constitucional della Corte Suprema di El Salvador, in Osservatorio NAD (31.05.2021).
  • M. Rosti, Xiomara Castro assume la presidenza dell’Honduras, in Osservatorio NAD (10.02.2022).
  • Banca Mondiale, Agriculture, forestry and fishing, value added (% of GDP), in https://www.worldbank.org/en/home.
  • Banca Mondiale, The World Bank in Honduras (aggiornamento ottobre 2023).
  • SACE, Scheda Paese Honduras, in https://www.sace.it/mappe/dettaglio/honduras.

* Analista di Rischio Paese SACE per l’America Latina e i Caraibi

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