Elezioni ungheresi. I numeri del trionfo di Viktor Orbán

Hungarian elections. Viktor Orbán’s landslide victory in numbers

di Cristiano Preiner*

Si sono concluse sabato 9 aprile in tarda serata le operazioni di scrutinio dei voti delle elezioni legislative di domenica 3 aprile. Con il calcolo dei voti degli ungheresi all’estero e degli elettori che hanno votato registrandosi in luogo diverso rispetto alla residenza i dati sono definitivi. Viktor Orbán ha ottenuto in qualità di primo ministro e leader del partito FIDESZ il quarto mandato consecutivo ed il quinto in assoluto, considerando il ciclo 1998-2002. Il dato dell’affluenza alle urne, 70,21%, è il terzo più alto registrato dal 1990 ad oggi ed è praticamente identico a quello di quattro anni fa, 70,22%. La coalizione di governo del FIDESZ-KDNP, con oltre tre milioni di consensi (54,10%), mantiene la maggioranza dei due terzi dei seggi e la consolida con due seggi in più rispetto al 2018.

La misura della vittoria di Viktor Orbán non era stata prevista nemmeno dai sondaggi filo-governativi. La coalizione delle opposizioni, guidata dal sindaco conservatore della cittadina di Hódmezővásárhely Péter Márki-Zay, si è fermata al 34,46% deludendo le aspettative di chi come lui riteneva che fosse possibile battere il FIDESZ con una strategia unitaria. Péter Márki-Zay aveva costruito allo stesso modo il suo successo elettorale locale e, dopo essere stato eletto a sorpresa come sfidante di Orbán alle primarie delle opposizioni nello scorso ottobre, voleva replicare il suo modello su scala nazionale. Il mancato superamento del 50% dei consensi in diversi collegi uninominali da parte del FIDESZ alle politiche del 2018 ed alcuni – lievi – segnali provenienti dalle europee e dalle amministrative del 2019 (pur sempre vinte da Orbán) lasciavano immaginare una competizione dagli esiti non scontati.  L’eterogeneità della coalizione, l’ingresso dirompente della guerra nella campagna elettorale e l’emorragia di voti subita da JOBBIK, ex partito della destra estrema e parte integrante della desistenza anti-Orbán, sono tra le cause principali del risultato delle opposizioni che hanno trionfato solo a Budapest dove, dei 18 collegi uninominali della capitale, hanno conquistato 17 mandati. Una novità politica del voto di domenica 3 aprile è costituita dall’entrata in Parlamento del nuovo partito di estrema destra Patria nostra (Mi hazánk), nato in seguito alla scissione da JOBBIK, che con il 5,88% ha superato la soglia di sbarramento ottenendo 6 seggi.

La rinnovata composizione dell’Assemblea Nazionale

Il 54,10% dei voti della coalizione conservatrice FIDESZ-KDNP equivale al 67,84% dei seggi dell’Assemblea Nazionale ovvero 135, due in più rispetto al 2018 ed alla soglia dei due terzi. I candidati di Orbán hanno vinto in quasi tutti i collegi della quota maggioritaria prevista dalla legge elettorale e, nonostante a Budapest abbiano conquistato un solo seggio, hanno superato i candidati delle opposizioni in 86 degli 88 collegi uninominali della provincia. Le opposizioni unite hanno ottenuto complessivamente 57 parlamentari. In teoria il secondo partito nel parlamento ungherese è Coalizione Democratica dell’ex-premier socialista Ferenc Gyurcsány con 16 deputati, sette in più rispetto alle scorse elezioni politiche. Tuttavia la ripartizione dei seggi tra i sei partiti dell’alleanza anti-Orbán rispecchia i rapporti di forza interni al campo delle opposizioni. Ad esempio i 9 seggi di JOBBIK sono espressione del posizionamento utile all’interno della lista comune nazionale della coalizione guidata da Péter Márki-Zay, dato assolutamente non paragonabile con i 26 parlamentari che sono frutto del milione di voti ottenuti dalla lista nazionale dell’ex destra estrema nel 2018.  E’ entrato per la prima volta in parlamento anche il partito liberale ed europeista Momentum con 11 rappresentanti, uno in più rispetto ai socialisti che vedono il proprio gruppo dimezzato rispetto a quattro anni fa quando erano in coalizione con Dialogo (oggi con 7 seggi), il movimento del sindaco della capitale magiara Gergely Karácsony. Chiudono gli ambientalisti di “La politica può essere diversa” con 4 deputati. Conferma il suo posto nell’Assemblea nazionale Imre Ritter, unico eletto nelle liste delle minoranze nazionali, capolista di Autogoverno Nazionale dei Tedeschi d’Ungheria.

Voti ottenuti dalle liste nazionali di partito (RISULTATO NAZIONALE)

FIDESZ-KDNP            54,10% (3.057.195 voti)

Uniti per l’Ungheria     34,46% (1.947.117 voti)

Patria nostra                  5,88% (332.440 voti)

Seggi totali e percentuale sul totale (199)

FIDESZ-KDNP            135 (67,84%)

Uniti per l’Ungheria     57 (28,64%)

Patria nostra                  6 (3,02%)

Autogoverno Nazionale dei Tedeschi d’Ungheria   1 (0,50%)

Seggi dei partiti della coalizione Uniti per l’Ungheria

Coalizione Democratica          16

Momentum                                11

Socialisti                                   10

JOBBIK                                     9

Dialogo                                      7

La politica può essere diversa    4

Voti ottenuti dalle liste nazionali di partito (VOTI PER CORRISPONDENZA)

FIDESZ-KDNP            93,91% (247.957 voti)

Uniti per l’Ungheria     4,10% (10.820 voti)

Patria nostra                  1,06% (2789 voti)

Voti ottenuti dalle liste nazionali di partito e numero di seggi ottenuti sui 93 destinati alla quota proporzionale (DATO AGGREGATO)

FIDESZ-KDNP            49,71% (2.809.238 voti) – 48 seggi

Uniti per l’Ungheria     34,26% (1.936.297 voti) – 38 seggi

Patria nostra                  5,83% (329.651 voti) – 6 seggi

Collegi uninominali conquistati sul totale dei 106 destinati alla quota maggioritaria

FIDESZ-KDNP             87 seggi

Uniti per l’Ungheria      19 seggi

Fonte: valasztas.hu (Ufficio Elettorale Nazionale)

* Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”

Questa voce è stata pubblicata in EUROPA CENTRO-ORIENTALE, Osservatorio elettorale, Ungheria, UNGHERIA. Contrassegna il permalink.