AN INDIGENOUS WOMAN AS PRESIDENT OF THE CHILEAN CONSTITUENT ASSEMBLY

UNA PRESIDENTE INDIGENA PER L’ASSEMBLEA COSTITUENTE CILENA

di Marzia Rosti*

“Hoy se funda un nuevo Chile plural, plurilingüe, con todas las culturas, con todos los pueblos, con las mujeres y con los territorios, ese es nuestro sueño para escribir una Nueva Constitución”[1]. Con queste parole Elisa Loncón Antileo ha concluso il suo breve discorso di assunzione dell’incarico di Presidente dell’Assemblea Costituente del Cile, il 4 luglio 2021, dopo essere stata eletta a maggioranza assoluta (96 voti su 155 membri).

L’elezione alla guida della Costituente di una donna, originaria della regione dell’Araucanía, nativa mapuche, attivista, linguista e docente presso l’Universidad de Santiago de Chile ha un elevato valore simbolico in un paese che si appresta a scrivere entro al massimo un anno una nuova Costituzione, che dovrà accogliere le istanze della società emerse dal 2019 in poi (http://nad.unimi.it/category/america-latina/cile/). Si tratta infatti di un segnale di apertura sia verso le donne e il movimento femminista, che hanno svolto un ruolo fondamentale nelle proteste iniziate nel 2019, sia verso i popoli indigeni (https://iwgia.org/es/chile.html) presenti nel paese, sinora esclusi dai processi politico-istituzionali e socio-economici e con i quali sono molti i temi da affrontare, in particolare si ricorda il loro esplicito riconoscimento nella Costituzione[2] e il nodo delle rivendicazioni territoriali.

Loncón, che occupa uno dei 17 seggi riservati nella Costituente ai rappresentanti dei popoli originari[3], ha iniziato il suo discorso di ringraziamento in mupudungun, la lingua dei mapuche, per poi passare allo spagnolo. Con la bandiera mapuche in mano e molto emozionata, ha salutato l’intero popolo cileno “desde el norte hasta la Patagonia y desde el mar hasta la cordillera”, ha ringraziato le coalizioni che l’hanno sostenuta (“una persona mapuche, mujer, para cambiar la historia de este país”), sottolineando che il processo che la Costituente avvierà si fonderà sull’unità (“esta fuerza es para todo el pueblo, para todos los sectores y regiones, para todas las naciones originarias que nos acompañan, para todas las organizaciones y la diversidad sexual. Este saludo es para las mujeres que caminaron en contra de todo sistema de dominación”), sulla partecipazione e sulla trasparenza e che sarà volto a trasformare “a Chile en un Chile plurinacional, en un Chile intercultural, en un Chile que no atente contra los derechos de las mujeres, los derechos de las cuidadoras, en un Chile que cuide a la Madre Tierra, en un Chile que limpie las aguas, en un Chile libre de toda dominación”.

In poco più di sei minuti Elisa Loncón Antileo è riuscita a sintetizzare le fratture e le contraddizioni emerse nei 200 anni di indipendenza del Cile e a indicare le sfide che attendono la Costituente e l’intera nazione, riprendendo temi e posizioni che si ritrovano nei discorsi di alcuni leader politici latinoamericani primo fra tutti Evo Morales, quando nel 2009 assunse la presidenza della Bolivia.

Fonti: 

* Professore Associato di Storia e Istituzioni delle Americhe, Università degli Studi di Milano.

[1] Per il discorso completo si rinvia a https://www.youtube.com/watch?v=NAyy88Gk7WE e a https://www.colegiodeprofesores.cl/2021/07/05/discurso-de-elisa-loncon-al-asumir-la-presidencia-de-la-convencion-constitucional/.

[2] Il Cile è l’unico paese dell’area a non riconoscere i popoli indigeni nella propria Costituzione. In materia è vigente la Ley Nº. 19.253 del 1993, nel 2007 il paese ha aderito alla Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Popoli Indigeni e, nel 2008, ha ratificato la Convenzione OIL 169 sui diritti dei popoli indigeni e tribali del 1989.

[3] Sono 155 i seggi, ripartiti fra 78 uomini e 77 donne; 17 seggi sono stati riservati ai rappresentanti dei popoli originari.

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