THE GENERAL ELECTION IN BOSNIA AND HERZEGOVINA ON THE 7th OCTOBER 2019 AND THE LATE FORMATION OF THE GOVERNMENT ON THE 19th NOVEMBER 2019

Le elezioni generali in Bosnia ed Erzegovina il 7 ottobre 2019 e la difficile formazione del governo conclusasi il 19 novembre 2019

Di Edoardo Maria Landoni

Premessa

Il 7 ottobre 2018 si sono svolte le elezioni generali in Bosnia ed Erzegovina contestualmente alle elezioni politiche nelle due entità federate1. A livello statale2 gli elettori sono stati chiamati ad eleggere il parlamento e i tre membri della presidenza, un bosgnacco3, un croato e un serbo4. La presidenza eletta, che secondo l’art. V (2) (c) della Costituzione di Dayton adotta le sue decisioni tramite Consensus, nomina il Presidente del Consiglio dei ministri5, il quale entra in carica previa l’approvazione della Camera dei Rappresentanti. Il Presidente del Consiglio a sua volta nomina i ministri che formeranno il governo a seguito dell’approvazione del parlamento6. Il governo si è formato il 19 novembre 2019, a tredici mesi di distanza dalle elezioni generali.

Il contesto costituzionale e legale

Le procedure di svolgimento delle elezioni sono regolate principalmente a livello statale, in particolare dalla costituzione della Bosnia ed Erzegovina del 1995 e dagli accordi di Dayton, dalla legge elettorale del 2001, dalla legge del 2012 sul finanziamento ai partiti e dalle normative riguardanti la Commissione Elettorale Centrale (CEC).7 I sistemi elettorali sono invece regolati dalle normative di ognuno dei tre livelli corrispondenti8. A livello statale l’elettorato (di entrambe le entità) ha votato il 7 ottobre 2018 per la Presidenza e per la Camera dei Rappresentanti della Bosnia ed Erzegovina (BiH HoR)9. A livello di Entità, il giorno delle elezioni generali, i cittadini iscritti nelle liste elettorali della FBiH hanno votato per i membri della camera dei rappresentanti della Federazione (FBiH HoR), e per le Assemblee di ognuno dei dieci cantoni in cui la confederazione stessa è divisa; i cittadini registrati nella Repubblica serba hanno votato il Presidente della Repubblica serba, due vice presidenti e i rappresentanti dell’Assemblea Nazionale serba (RS NA).

I risultati delle elezioni per la Camera dei Rappresentanti

A seguito delle elezioni del 7 ottobre 2018 il Partito di Azione Democratica (SDA)10 si è confermato il primo partito con 9 seggi alla Camera dei Rappresentanti11, 8 ottenuti nella Federazione di Bosnia ed Erzegovina (25,48% dei voti) e 1 nella Repubblica Serba (4,45%). Il secondo partito, il partito serbo dell’Alleanza dei Socialdemocratici Indipendenti (SNSD) ha conquistato 6 seggi12 con il 39,10% dei voti tutti nella Repubblica Serba13. Sia il partito dei Social Democratici14 sia il partito croato HDZ BiH15 hanno ottenuto 5 seggi rappresentativi rispettivamente del 14,23% e del 14,71% dei votanti, esclusivamente nella Federazione di Bosnia ed Erzegovina. I restanti seggi sono stati divisi tra partiti più piccoli che sono riusciti ad ottenere non più di 3 seggi ciascuno della Camera dei Rappresentanti. Interessante è però osservare il partito Democratico Serbo (SDS)16 che sebbene abbia eletto solo 3 membri è il secondo partito serbo e rappresentativo del 24,34 % dei votanti serbi17.

I risultati delle elezioni della Presidenza del 7 ottobre 2018

I vincitori delle elezioni presidenziali sono stati il bosgnacco Šefik Džaferović (con il 36,61%), membro del Partito di Azione Democratica (SDA), il croato Željko Komšić (con il 52,64%), presidente e fondatore del Fronte Democratico18 (DF), e il serbo Milorad Dodik (con il 53,88%), fondatore e leader dell’Alleanza dei Socialdemocratici Indipendenti (SNSD).

La formazione del governo, quali procedure costituzionali e quali difficoltà

La nomina di un Presidente del Consiglio e la formazione di un governo si è rivelata difficile subito dopo le elezioni perché due dei tre membri della Presidenza, il bosgnacco e il serbo, sono rappresentanti di partiti etnici nazionalisti, meno propensi al dialogo con le altre comunità. In particolare, la difficoltà principale in quel momento era una questione legata sì a questioni “etniche”, ma di portata internazionale: l’adesione della Bosnia ed Erzegovina alla NATO. Infatti, i membri bosgnacco e croato della presidenza concordavano nel portare avanti un programma di riforme in materia di politica estera e di difesa (Annual National Programme, ANP) così da poter attivare a fine 2018 il Piano d’azione per l’Adesione alla NATO (Membership Action Plan, MAP), mentre il membro serbo, Dodik, tradizionalmente più vicino alla Russia, era contrario ad attivare un programma simile. Il Paese si è trovato quindi in una situazione di sostanziale immobilismo politico-istituzionale che si è prolungato per circa tredici mesi, con pesanti ripercussioni sull’economia. L’impasse politico si è risolto il 19 novembre 2019, con la nomina del serbo Zoran Tegeltija (membro del partito SNSD nazionalista serbo) contestualmente all’annuncio dell’adozione del programma di riforme da presentare alla NATO in ottica di una futura adesione; tenendo presente che il neo nominato Presidente del Consiglio dei ministri ha definito la riforma della difesa come un tema non prioritario per il suo governo.

Una volta nominato il Presidente del Consiglio dei ministri questi, secondo l’art. V (4), nomina il ministro degli Affari Esteri e il ministro del Commercio Estero e altri ministri a sua scelta19. Attualmente il governo si compone di nove ministri e ha ottenuto la fiducia della Camera dei Rappresentanti il 23 dicembre 2019 secondo l’art. V della costituzione20. Malgrado la costituzione non preveda quote etniche nella composizione del governo, quello attuale comprende tre serbi, tre croati e tre bosgnacchi21. I ministeri del Commercio Estero, Trasporti e Comunicazioni sono stati assegnati a politici di etnia serba, quelli della Giustizia, Finanze e Affari Interni assegnati a politici di etnia croata e infine i ministeri degli Affari Esteri, Difesa e Sicurezza a bosgnacchi.

FONTI

  1. Constitution of Bosnia and Herzegovina, Constitutional Court of Bosnia and Herzegovina website, www.ccbh.ba

  1. Central Electoral Commission 2014, www.izibori.ba

  1. Central Electoral Commission 2018, www.izibori.ba

  1. OSCE Bosnia and Herzegovina General Election 2018 Final Report, 01-2019

  1. OSCE Bosnia and Herzegovina General Election 2014 Final Report , 01-2015

1 Cost. BiH, art. I (3): “Bosnia and Herzegovina shall consist of the two Entities, the Federation of Bosnia and Herzegovina (FBiH) and the Republika Srpska (RS)”

2 Si utilizzerà il termine “statale” anziché “federale” per indicare il livello più alto della Repubblica di Bosnia ed Erzegovina. Sia il Report OSCE sia la Costituzione delle Repubblica di Bosnia ed Erzegovina entrambi scritti in lingua inglese, utilizzano i termini “state level” per indicare il livello più alto. Inoltre, l’aggettivo “federale” potrebbe essere interpretato come aggettivo riferito alla Federazione croato musulmana, una delle due Entità di cui si compone la Repubblica di Bosnia ed Erzegovina.

3 Con bosgnacco o bosniaco mussulmano (in inglese: Bosniac) si intende la popolazione tradizionalmente musulmana che parla varietà slave del continuum linguistico serbo-croato e stanziata principalmente in Bosnia ed Erzegovina, ma anche in altre parti dei Balcani, in particolare nel Sangiaccato in Serbia; con bosniaco (Bosnian) si intende cittadino della Bosnia ed Erzegovina.

4 Cost. BiH art V: “The Presidency of Bosnia and Herzegovina shall consist of three Members: one Bosniac and one Croat, each directly elected from the territory of the Federation, and one Serb directly elected from the territory of the Republika Srpska.”

5 Cost. BiH, art.V (4): “The Presidency shall nominate the Chair of the Council of Ministers, who shall take office upon the approval of the House of Representatives”

6 Cost. BiH, art. V (4): “The Chair shall nominate a Foreign Minister, a Minister for Foreign Trade, and other Ministers as may be appropriate, who shall take office upon the approval of the House of Representatives”

7 OSCE: Bosnia and Herzegovina General Elections 7 October 2018, ODIHR Election Observation Mission Final Report

8 OSCE: ibidem

9 Cost. BiH, art. IV (2): “The House of Representatives shall comprise 42 Members, two- thirds elected from the territory of the Federation, one-third from the territory of the Republika Srpska.” 28 membri eletti Federazione e 14 nella Repubblica serba.

10 Lo SDA è il più importante partito bosgnacco (bosniaco-mussulmano) che si colloca nel centro-destra dell’arco costituzionale, è un partito nazionalista e conservatore, associato e osservatore del Partito Popolare Europeo.

11 Nelle elezioni del 2014 il SDA ottiene un seggio in più, per un totale di 10 seggi. 9 seggi con i voti della Federazione e 1 con i voti provenienti dalla Repubblica Serba.

12 Ottiene lo stesso risultato nelle elezioni del 2014

13 È un partito che nell’arco costituzionale si colloca a centro-sinistra, sebbene proponga politiche di centro-sinistra esclusivamente in materie economica, per la componente ideologica-sociale è catalogabile come nazionalista serbo e secessionista. Per quanto riguarda la cooperazione internazionale è filo-russo e prende le distanze dall’Unione Europea.

14 È un partito multietnico e successore della Lega dei comunisti di Bosnia ed Erzegovina, un segmento della Lega dei comunisti della Jugoslavia. Si colloca a centro sinistra ed è filo-europeo e partito affiliato e osservatore del Partito Socialista europeo (PES).

15 È un partito conservatore e nazionalista croato che si colloca a centro-destra nell’arco costituzionale, è pro europeista ed è partito affiliato e osservatore del Partito Popolare Europeo (PPE).

16 Partito di estrema destra nazionalista e separatista serbo.

17 Central Electoral Commission BiH 2018.

18 È un partito social-democratico europeista di centro e centro-sinistra. Ha ottenuto 3 seggi nella camera dei rappresentanti alle elezioni del 2018.

19 Cost. BiH, art. V: “The Chair shall nominate a Foreign Minister, a Minister for Foreign Trade, and other Ministers as may be appropriate, who shall take office upon the approval of the House of Representatives”

20 ibidem

21 Cost. BiH, art.V (4) (b): “No more than two-thirds of all Ministers may be appointed from the territory of the Federation. The Chair shall also nominate Deputy Ministers (who shall not be of the same constituent people as their Ministers), who shall take office upon the approval of the House of Representatives”. Non si tratta dunque di una quota su base etnica bensì di una garanzia minima su base territoriale per la Repubblica Serba.

Questa voce è stata pubblicata in Bosnia, Cronache costituzionali, EUROPA CENTRO-ORIENTALE e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.