La Corte Costituzionale colombiana conferma la legittimità costituzionale della legge sull’aborto
di Christian Mosquera
Con la sentenza SU-096 del 17 ottobre 2018, la Corte costituzionale della Colombia ha confermato la linea giurisprudenziale seguita nella sentenza C-355 del 10 maggio 2006 (in materia di aborto), ribadendo la necessità di eliminare gli ostacoli che le donne incontrano per potere esercitare questo diritto ed esortando il Parlamento colombiano a regolare la materia.
Nella predetta sentenza del 2006, la Corte costituzionale aveva ritenuto ammissibile l’aborto in tre casi specifici: (I) quando la continuazione della gravidanza costituisca pericolo per la vita o per la salute fisica o mentale della donna (certificato da un medico); (II) quando esista una grave malformazione fetale (certificato da un medico); (III) quando la gravidanza sia il risultato di un atto di violenza sessuale o incesto (debitamente denunciato).
Il 5 gennaio 2018 una cittadina colombiana in stato di gravidanza di 26 settimane ha presentato al tribunale penale municipale di Bogotà un’acción de tutela[i] per interrompere la gravidanza. Nonostante il medico della donna avesse consigliato l’interruzione della gravidanza, sia perché il feto presentava gravi malformazioni, sia perché tale gravidanza poteva mettere a rischio la salute della donna, tre ospedali si erano rifiutati di eseguire l’aborto, sostenendo che la donna avrebbe dovuto eseguire l’aborto prima e non in una fase così progredita della gestazione. Il giudice ha accolto l’acción de tutela presentata dalla ricorrente e, come misura provvisoria, ha autorizzato l’aborto, che è stato eseguito il giorno successivo.
La decisione del giudice sull’acción de tutela è stata inviata alla Corte costituzionale per un controllo ex art. 86 della Costituzione colombiana. La Corte, pronunciandosi sul caso, ha precisato che i giudici possono adottare misure cautelari in casi estremamente urgenti in cui siano a rischio i diritti fondamentali e ha confermato la decisione del giudice di prima istanza, che, a giudizio della Corte, avrebbe valutato in maniera ragionevole gli elementi di cui disponeva al momento del riconoscimento dell’acción de tutela. Inoltre, la Corte ha segnalato che, malgrado la chiarezza delle disposizioni in materia di aborto enucleate nella sentenza C-355 del 2006, esistono ancora degli ostacoli per poter accedere tale diritto, costringendo le donne o a effettuare l’aborto in maniera illegittima, con gravi rischi per la loro salute, o a ricorrere all’acción de tutela per vedersi garantito il loro diritto all’assistenza medica.
La giudice costituzionale Cristina Pardo, partendo dall’esame di questo caso, ha proposto di inserire nella legge sull’aborto un termine massimo di 24 settimane (“cuando el feto alcanza su viabilidad autónoma”, ossia quando il feto raggiunge la capacità di sopravvivenza fuori dall’utero), entro il quale poter eseguire l’interruzione volontaria della gravidanza. La giudice ha corroborato la sua proposta sostenendo, tra le altre cose, che nella maggior parte degli ordinamenti esistono limiti al diritto all’aborto a partire dalle 22-24 settimane di gestazione e, dunque, la legislazione colombiana in materia rappresenterebbe un’eccezione, non avendo limiti temporali per poterlo effettuare.
Il plenum della Corte Costituzionale ha deciso di respingere l’istanza della giudice Pardo e lasciare inalterata la norma sull’interruzione volontaria della gravidanza. La Corte costituzionale non ha però escluso che il potere legislativo possa intervenire nuovamente, ed anzi ha esortato il Parlamento a inserire termini più specifici.
La decisione della Corte costituzionale è di grande rilevanza perché ha affrontato due visioni sul diritto all’aborto e ha accolto quella più garantista, ma anche perché ha messo in luce le esigenze delle donne di eliminare gli ostacoli (ritardi ingiustificati o rifiuti delle strutture sanitarie) che possono limitare il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza, con notevoli ripercussioni negative e mettendo gravemente a rischio la loro salute.
Fonti:
Costituzione della Colombia, reperibile all’url: www.corteconstitucional.gov.co/inicio/Constitucion%20politica%20de%20Colombia.pdf
Comunicato n. 42, del 17 ottobre 2018, della Corte Costituzionale colombiana, reperibile all’url: www.corteconstitucional.gov.co/comunicados/No.%2042%20comunicado%2017%20de%20octubre%20de%202018.pdf
- Manetto, Colombia rechaza limitar el derecho al aborto, in El Pais: https://elpais.com/sociedad/2018/10/18/actualidad/1539839058_015711.html
Sentenza C-355 del 10 maggio 2006 della Corte Costituzionale colombiana, reperibile all’url: www.corteconstitucional.gov.co/relatoria/qfullhit.htw?CiWebHitsFile=/relatoria/2006/c-355-06.htm&CiRestriction=%23filename%20%2AC-355%2A.htm&CiBeginHilite=%3CB%20CLASS=HIT%3E&CiEndHilite=%3C/B%3E&CiHiliteType=Full
[i] L’acción de tutela è un meccanismo di protezione giurisdizionale, azionabile innanzi al giudice di prima istanza ove venga a prodursi la violazione del diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione. Tale rimedio giurisdizionale è previsto all’art. 86 della Costituzione colombiana. “cuando cualquiera de éstos (derechos fundamentales) resulten vulnerados o amenazados por la acción o la omisión de cualquier autoridad pública“.