di Laura Alessandra Nocera
Il 6 dicembre scorso si è formalmente concluso il percorso di riforma costituzionale avviato qualche anno fa dal Presidente armeno Serge Sargsyan con un referendum costituzionale che ha fatto molto discutere.
Il referendum (i cui risultati sono stati resi ufficiali in data 13 dicembre) ha visto accogliere favorevolmente la svolta in senso parlamentare propugnata dal Presidente con un largo consenso di oltre il 63% dei voti, anche se, di fatto, la bassa affluenza alle urne ha consentito a malapena di raggiungere il quorum del 50% necessario per la validità della consultazione.
La Repubblica armena, nata nel 1991 dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, si era data un ordinamento che prevedeva una forma di governo semi-presidenziale a tendenza presidenzialista, non dissimile dalle altre realtà post-sovietiche. Il Presidente, secondo la Costituzione originaria, era direttamente eletto dal popolo a suffragio universale e rimaneva in carica sette anni. Nell’ambito dell’esecutivo al Presidente si affiancava un Governo che poggiava (e poggia) sulla fiducia della maggioranza parlamentare. Tuttavia molte delle prerogative del capo dello Stato rendevano quest’ultimo molto più influente del primo ministro.
La nuova riforma, fortemente voluta da Sargsyan, modifica le modalità di elezione del Presidente e ne limita fortemente i poteri. Al Presidente spetteranno mere funzioni di rappresentanza, mentre la direzione del potere esecutivo passa nelle mani del premier. Il Presidente sarà dunque eletto con una procedura complessa dal Parlamento, aumentando, dunque, il potere di quest’ultimo.
Nella realtà, ciò consentirebbe a Sargsyan di continuare a dominare la scena politica malgrado l’impossibilità a ricandidarsi come Presidente dopo due mandati (Sargsyan è stato eletto, per la prima volta, nel 2008), diventando, a seguito delle prossime elezioni parlamentari nel 2017, il nuovo premier qualora il suo partito ottenesse la maggioranza parlamentare.
Tutto questo ha causato un clima di forte tensione nei seggi elettorali. Le opposizioni hanno criticato duramente la riforma costituzionale e si sono spese per la sua bocciatura. Il parlamento armeno è oggi controllato da una coalizione tripartitica composta dal Partito Repubblicano (HHK), del Presidente Sargsyan, dalla Federazione Rivoluzionaria Armena (HHD) e dal partito di centro Stato di Diritto (OE). Tuttavia, alle ultime elezioni parlamentari, anche i partiti d’opposizione hanno ottenendo diversi seggi. Le opposizioni definiscono la riforma costituzionale in senso parlamentare come un modo per cedere totalmente il potere a Sargsyan e al suo HHK, che dominerebbe incontrastato le scelte politiche.
Malgrado le rassicurazioni governative sulla trasparenza del voto, gli osservatori internazionali hanno manifestato le loro perplessità, riscontrando un notevole numero di violazioni e brogli, che avrebbero riguardato la manipolazione delle liste degli elettori, la violazione di norme che regolano il processo di voto e di conteggio e, in alcuni casi, addirittura la falsificazione dei risultati (queste le critiche di Transparency International e di altre organizzazioni, quali la European Platform for Democratic Elections e la Citizen Observer Iniziative).
Preoccupazioni sono state avanzate anche da alcune autorevoli istituzioni europee, come la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa, che ha monitorato la revisione costituzionale, fornendo il proprio parere in proposito. Finora l’Armenia è stata considerata uno degli Stati più democratici della regione ma le modalità con cui la riforma è stata portata avanti e il suo contenuto sospetto rischiano di raffreddare il dialogo iniziato da tempo con l’Unione europea (si vedano le politiche di Eastern Partnership), anche considerando l’accordo che ha visto entrare l’Armenia nell’Unione Economica Eurasiatica (UEE) con Bielorussia, Kazachstan, Russia e Kirghizistan.
Fonti:
– www.eastjournal.net
– www.bbc.co.uk
– www.theguardian.com
– www.ansa.it
– www.tpi.it
– www.transparency.org
– www.ispionline.it
Per la consultazione della Costituzione armena e delle leggi:
– www.parliament.am
Per approfondimenti sul testo della riforma e sul parere della commissione di Venezia si rinvia al sito di quest’ultima www.venice.coe.int