Ukraine. Presidential elections 2019.

Le elezioni presidenziali in Ucraina: vince il candidato Zelensky con oltre il 73% dei consensi

di Christian Mosquera

La recente tornata elettorale per l’elezione alla carica di Presidente della Repubblica in Ucraina ha visto la vittoria del candidato cosiddetto “anti-corruzione” Volodymyr Zelensky, fondatore del partito Servitore del popolo. Il 31 marzo scorso si è svolto il primo turno, ma poiché nessuno dei ben 39 candidati aveva raggiunto il quorum necessario per evitare il secondo turno, ossia la maggioranza assoluta di tutti gli elettori registrati, il 21 aprile si è tenuta la seconda tornata elettorale.

Zelensky è un carismatico attore comico, privo di esperienza politica o di governo, divenuto molto popolare dopo aver interpretato in una serie televisiva, intitolata “Servitore del popolo” (come ha chiamato, posteriormente, anche il suo movimento politico), la storia di un onesto professore, che dopo la diffusione di un suo discorso contro la corruzione diventa inaspettatamente Presidente dell’Ucraina.

Al primo turno, Zelensky aveva nettamente superato gli altri candidati, ottenendo il 30,24% dei consensi, mentre al secondo posto, con il 15,95% dei voti, si era collocato il candidato Petro Poroshenko, il Presidente uscente esponente del partito Solidarietà, partito nazional-liberale ed europeista di centro-destra. A seguire, con il 13,40% dei voti, la candidata Julia Tymoshenko, personaggio di spicco durante la “rivoluzione arancione”[i] del 2004, del partito Unione Pan-Ucraina Patria, anche questo nazional-liberale ed europeista di centro-destra.

Al ballottaggio, dai dati definitivi della Commissione elettorale centrale ucraina, Zelensky si è fortemente imposto sul suo avversario, Poroshenko, e ha vinto le elezioni presidenziali ottenendo il 73,22% dei consensi (un totale di 13541528 voti), contro il 24,45% (4522320 voti). I risultati del ballottaggio dunque confermano quelli del primo turno, ma risulta interessante notare il marcato distacco tra i due candidati (il più ampio mai registrato in Ucraina), che sembrerebbe significare il rifiuto della stragrande maggioranza degli ucraini, sia della politica economica che dell’orientamento ultranazionalista di Poroshenko.

L’affluenza alle urne di questo secondo scrutinio è stata del 62,09%, in linea con quella registrata al primo turno che si è attestata al 63,53%. Nelle precedenti elezioni presidenziali del 2014, in cui Poroshenko vinse al primo turno, la partecipazione era stata del 54,48%.

Durante la campagna elettorale Zelensky ha puntato molto sulla lotta alla corruzione, ma non ha presentato un programma elettorale dettagliato. Soprattutto non si è espresso chiaramente su questioni particolarmente rilevanti come lo status della Crimea[ii], la crisi dell’Ucraina orientale[iii], e più in generale il conflitto con la Russia. Infatti, pur avendo sostenuto di voler difendere il suolo dell’Ucraina, non ha escluso la possibilità di poter negoziare con i separatisti del Donbass. È parsa non del tutto chiara, dunque, la sua posizione nei confronti della Russia, tanto da essere stato accusato dai suoi avversari di essere filorusso.

Sebbene Zelensky non abbia presentato un piano concreto per far fronte al conflitto tra i due Paesi, tuttavia, ha manifestato l’intenzione di voler intraprendere un dialogo con la Russia per trovare una soluzione pacifica, e ha sostenuto che organizzerà un referendum sulla potenziale entrata del Paese nell’Unione europea e nella NATO.

Zelensky diventa, quindi, il sesto capo di Stato in Ucraina dalla proclamazione di indipendenza e dall’istituzione della Repubblica nel 1991. Il Presidente della Repubblica (che ha una forma di governo semi-presidenziale) viene eletto dal popolo per un mandato di cinque anni. Può ricoprire tale carica con il limite massimo di due mandati consecutivi. I candidati devono essere cittadini ucraini, aventi diritto di voto, e che abbiano raggiunto l’età di trentacinque anni (art. 103, c. 1, c. 2, c. 3). La carica di Presidente dell’Ucraina viene assunta entro e non oltre trenta giorni dall’annuncio ufficiale dei risultati delle elezioni da parte della Commissione elettorale centrale, e dopo aver prestato giuramento di fronte alla Verkhovna Rada dell’Ucraina (art. 104 Cost.)

La Costituzione all’art. 102 stabilisce che il Presidente dell’Ucraina è il capo dello Stato ed è il garante della sovranità statale, dell’integrità territoriale e dell’osservanza della Costituzione. Inoltre, con la riforma costituzionale di quest’anno, il Presidente ha assunto il ruolo di garante dell’attuazione del piano strategico per ottenere la piena adesione del Paese all’UE e alla NATO.

I poteri che la Costituzione ucraina all’art. 106 attribuisce al capo dello Stato sono piuttosto ampi, delineando una figura relativamente forte, che esercita un’influenza diretta sul governo. Infatti, non stupisce molto che nel 2016 il Primo ministro Yatseniuk sia stato costretto a dimettersi dopo il deteriorarsi dei rapporti con il Presidente Poroshenko, nonostante fosse stata respinta la mozione di sfiducia votata contro il governo il 16 febbraio dello stesso anno.

Al di là del programma elettorale poco dettagliato e chiaro, è probabile che il neoeletto capo dello Stato trovi in ogni caso degli ostacoli iniziali, sia in politica interna che sul piano internazionale. In politica interna, perché tutti i suoi progetti dovranno fare i conti con il Parlamento dove il suo partito non è rappresentato, mentre quello del Presidente uscente rimane in maggioranza. E sul piano internazionale, perché rimangono diverse questioni aperte difficilmente risolvibili nel breve periodo, in primo luogo, quella del conflitto in Donbass e dello status della Crimea[iv], ma anche la questione della non facile adesione dell’Ucraina all’UE e alla NATO.

Fonti:

  • Costituzione dell’Ucraina (artt. da 102 a 114), in: https://zakon.rada.gov.ua/laws/show/2680-19#n9
  • Commissione elettorale centrale ucraina
  • https://www.cvk.gov.ua/
  • Legge n. 2680-VIII «Emendamenti alla Costituzione dell’Ucraina (Per quanto riguarda il corso strategico dello Stato sull’acquisizione dell’effettivo ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea e l’Organizzazione del trattato del Nord Atlantico)» del 07 febbraio 2019, in https://zakon.rada.gov.ua/laws/show/2680-19#n
  • A. Higgins and L. Mendel, Ukraine Election: Volodymyr Zelensky, TV Comedian, Trounces President, in NYTimes, 21 aprile 2019, https://www.nytimes.com/
  • M. R. Sahuquillo, Volodímir Zelenski, presidente de Ucrania en la pantalla y en la vida real, in El país, 23 aprile 2019, https://elpais.com/

[i] La “rivoluzione arancione” è stata quel movimento di protesta contro i brogli elettorali delle elezioni presidenziali del 2004. La Corte Suprema ucraina invalidò i risultati e fissò nuove elezioni.

[ii] Il 16 marzo del 2014, la Crimea ha tenuto il referendum per la separazione della penisola dall’Ucraina, senza autorizzazione del governo centrale, e posteriormente ha sottoscritto il «Trattato di adesione della Crimea alla Russia». Il governo centrale ucraino non ha riconosciuto tale trattato e la questione sullo status della Crimea rimane aperta.

[iii] Nel maggio del 2014, due oblast filorusse della zona del Donbass si sono unilateralmente separate dall’Ucraina e proclamate indipendenti (la Repubblica popolare di Doneck e la Repubblica popolare di Luhansk), ma il governo centrale ucraino non ha riconosciuto la separazione.

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