THE EVOLUTION OF THE PASDARAN: FROM A REVOLUTIONARY MILITIA TO A POLITICAL ACTOR

L’EVOLUZIONE DEI PASDARAN: DA MILIZIA RIVOLUZIONARIA AD ATTORE POLITICO
Di Sara Zanotta

Seal of the Army of the Guardians of the Islamic Revolution

A pochi giorni dal raid americano che ha ucciso Qassem Soleimani, capo della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), molto si è detto circa il ruolo giocato da questa istituzione nel condurre la politica estera iraniana in vari teatri dell’area mediorientale. Poco, però, si è raccontato, trattandosi di una questione meno rilevante nell’attuale crisi internazionale, della posizione dei pasdaran nella politica interna della Repubblica Islamica, una posizione inizialmente non desiderata dall’Ayatollah Khomeini, il principale fautore della rivoluzione, ma sviluppatosi progressivamente a seguito dell’elezione a Guida Suprema di Ali Khamenei.
Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica fu creato il 5 maggio 1979 con un decreto dell’Ayatollah Khomeini. Questi, una volta giunto al potere, necessitava di una milizia che permettesse di proteggere i risultati della rivoluzione islamica. La rivoluzione, infatti, aveva visto una moltitudine di anime differenti, tutte accomunate dal desiderio di rovesciare la dittatura dello shah, ma che intendevano instaurare regimi politici di varia natura. Conseguentemente, la repubblica islamica instaurata da Khomeini andava incontro a due grandi pericoli sul piano interno: da un lato gruppi che rappresentavano altre istanze della rivoluzione (come i Mojaheddin del Popolo Iraniano di orientamento islamista-marxista o il Tudeh, comunista) già disponevano di unità armate autonome, dall’altro le forze armate regolari erano ancora parzialmente fedeli allo shah. Questo corpo nasceva, quindi, con due obiettivi principali: limitare le forze controrivoluzionarie ed esportare la rivoluzione.
Successivamente, con la decisione irachena di invadere parte del territorio iraniano e il conseguente scoppio di una guerra durata otto anni, l’IRGC divenne un’istituzione centrale nella vita del Paese. In quegli anni sviluppò un’incredibile organizzazione logistica, riuscendo a procurarsi armi in maniera indipendente e creando le proprie forze aeree e navali. Divenne presente in maniera capillare sia nelle aree urbane che rurali. Nelle prime, nell’ottica di proteggere la rivoluzione, furono istituite sedi dell’IRGC in tutte le principali città del Paese, in modo tale che vi fossero guardie pronte ad intervenire rapidamente in caso di agitazioni. Nelle seconde, collaborano con altre forze di sicurezza per controllare i confini, il narcotraffico e fronteggiare calamità naturali.
Questo permise alle Guardie della Rivoluzione Islamica di imporsi come una forza convenzionale, parallela alle armate regolari, l’Artesh, dalle quali si differenziava per un aspetto fondamentale: il rapporto con la politica. Difatti, l’Artesh è apertamente apolitico e, non essendo un’istituzione figlia della rivoluzione, afferma di essere fedele a qualsiasi regime detenga il potere in un determinato momento. Secondo quanto raccontato da Hamid Ansari, cronista ufficiale di Khomeini, quest’ultimo si opponeva anche ad una politicizzazione dei pasdaran: voleva evitare che un orientamento politico entrasse nelle file dell’IRGC, perché altrimenti avrebbe minato al suo carattere militare. Tuttavia, la storia dell’Iran post-rivoluzionario mostra una realtà decisamente diversa, tale per cui si ipotizza che il loro ruolo politico emerga già dal testo della Costituzione iraniana, il cui articolo 150 li definisce difensori “della Rivoluzione e delle sue conquiste”, attribuendo loro una funzione sia politica che militare. Fu, però, effettivamente solo dopo la morte di Khomeini che il potere politico del IRCG iniziò a crescere fortemente. Un ruolo chiave in chiesto processo fu giocato dalla Guida Suprema Khamenei, che, in quanto figura dalle credenziali più politiche che religiose e meno amato dal clero rispetto al suo predecessore, scelse di coltivare migliori relazioni con le forze armate. Furono soprattutto i pasdaran a beneficiare di questo nuovo orientamento.
Secondo Karim Sadjadpour del Carnegie Endowment for International Peace, Khamenei avrebbe sviluppato una relazione con l’IRGC sempre più simbiotica, politicamente vantaggiosa per il Leader ed economicamente vantaggiosa per le guardie per compensare alla mancanza dell’autorevolezza di cui godeva, invece, Khomeini. Tuttavia, se durante i primi anni dopo la morte di Khomeini, corrispondenti ai due mandati del presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, questi riuscì a limitare il ruolo politico delle Guardie della Rivoluzione, con l’elezione di Mohammed Khatami, i pasdaran divennero sempre più i naturali alleati della Guida Suprema, incarnando l’anima conservatrice del Paese. Khatami, incentrando la sua campagna elettorale su temi di liberalizzazione e riforme, aveva vinto le elezioni del 1997 con il 70% dei voti a discapito del candidato ufficiale del clero. La sua elezione diede impeto allo sviluppo di un ampio movimento riformista, tale da diventare la principale fazione politica nel Paese. Ne conseguì che un gruppo di membri ed ex membri dell’IRGC iniziò ad emergere come protettore della fazione politica più conservatrice, entrando direttamente in politica sia attraverso l’elezione di pasdaran nel Majlis, il parlamento iraniano, di cui un terzo dei membri nel 2004 era pasdaran, sia a presidente, con l’elezione di Mahmoud Ahmadinejad nel 2005.
Se negli anni della presidenza Khatami, le guardie avevano fatto principalmente da contrappeso ai riformisti, con l’elezione di Ahmadinejad crebbe ulteriormente il loro peso politico, in particolare grazie alla nomina da parte di Khamenei di ex comandanti del IRGC a posti politici fondamentali. Quando nel giugno 2009, Ahmadinejad venne eletto ad un secondo mandato, a seguito dell’ipotesi che i risultati fossero stati modificati dalle autorità, si svilupparono una sede di proteste in tutto il Paese, note come movimento verde. In quel caso, l’IRGC intervenne per fermare alcune dimostrazioni. Inoltre, nonostante nelle elezioni presidenziali del 2013 e del 2017, Rouhani abbia prevalso rispetto ai sostenitori di una linea dura preferiti da parte dei pasdaran, la loro presenza politica è stata palpabile anche in occasione delle grandi proteste che hanno avuto luogo nel Paese nell’autunno 2019, quando avrebbero allertato la popolazione che, se necessario, avrebbero fatto “un’azione decisiva e rivoluzionaria contro qualsiasi mossa per disturbare la pace e la sicurezza del popolo”.
Insomma, il ruolo delle Guardie della Rivoluzione nella politica interna iraniana è senza dubbio fondamentale e ad esso contribuisce anche l’incredibile potere economico di cui godono, controllando indicativamente un terzo dell’economia iraniana. Per concludere, secondo Ali Alfoneh, autore di “Iran Unveiled: How the Revolutionary Guards are Transforming Iran from Theocracy into Military Dictatorship”, l’organizzazione è un attore di primo piano nell’economia, nella politica interna, e nella politica estera, tanto che il Paese, tradizionalmente guidato dal clero sciita, starebbe vivendo una trasformazione in una dittatura militare dominata dagli ufficiali del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica.

FONTI
• D. Brennan, Iran’s Revolutionary Guards vow ‘decisive’ action to suppress deadly fuel protests, NewsWeek, 18 novembre 2019, https://www.newsweek.com/iran-revolutionary-guards-decisive-action-suppress-deadly-fuel-protests-1472400
• R. Guolo, Generazione del fronte e altri saggi sociologici sull’Iran, Guerini e Associati, Milano, 2008
• P. Mandaville, Islam and Politics, Routledge, Londra, 2014
• M. Rubin, Book Review of Iran Unveiled: How the Revolutionary Guards is Transforming Iran from Theocracy Into Military Dictatorship by Ali Alfoneh, 2013, https://calhoun.nps.edu/handle/10945/56390
• K. Sadjadpour, Reading Khamenei: The World View of Iran ’ s Most Powerful Leader, Carnegie Endowment for International Peace, Washington DC, 2009, https://carnegieendowment.org/files/sadjadpour_iran_final2.pdf
• D.E. Thaler et al., Mullah, Guards and Bonyads. An Exploration of Iranian Leadership Dynamics, RAND Corporation, Santa Monica, 2010, https://www.rand.org/pubs/monographs/MG878.html
• F. Wehrey et al., The Rise of the Pasdaran. Assessing the Domestic Roles of Iran’s Islamic Revolutionary Guards Corps, RAND Corporation, Santa Monica, 2009, https://www.rand.org/content/dam/rand/pubs/monographs/2008/RAND_MG821.pdf
• Iran’s Revolutionary Guards, Council on Foreign Relations, 6 maggio 2019, https://www.cfr.org/backgrounder/irans-revolutionary-guards

 

*Università degli Studi di Milano

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