di A. Angeli
On 3rd March, the Slovenian National Assembly approved a bill to amend the Law on Marriage and on Family Relations that extends the entire discipline to same-sex couples, including the rights on adoption. The new bill results from a long and inclusive process, successfully culminated with the equalization of same-sex and opposite-sex couples’ rights. As for the next steps, the bill needs to be approved by the National Council and finally to be signed by the President of the Republic.
Il 3 marzo 2015 l’Assemblea Nazionale slovena[1] ha approvato la proposta di legge che modifica la disciplina sul matrimonio e sulle relazioni familiari[2]. La disciplina sul matrimonio viene così estesa alle coppie omosessuali – compreso il diritto di adottare i figli – sostituendosi a quella sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso.
La proposta di legge, introdotta il 15 dicembre 2014 dal partito di opposizione Sinistra Unita (Združena levica) ha ottenuto il sostegno trasversale di diverse forze politiche, sia al governo (tra le quali il Partito di Centro Moderno, o Stranka modernega centra, e i Social-democratici, o Socialni demokrati), che all’opposizione (Alleanza di Alenka Bartušek, o Zavezništvo Alenke Bratušek).
In particolare, nel parere del 29 gennaio 2015[3], il Governo, oltre ad esprimere il proprio sostegno alla proposta di legge patrocinata dalle opposizioni, ha ribadito la non conformità della normativa sulle unioni civili omosessuali con il dettato costituzionale, che vieta qualsiasi forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale (art. 14 Cost. slovena).
Nel parere si ricorda, inoltre, quanto la giurisprudenza della Corte costituzionale abbia promosso, a partire dal 2003, il sostanziale allineamento tra disciplina del matrimonio, delle unioni tra persone dello stesso sesso e della convivenza, non basandosi la suddetta classificazione su circostanze oggettive, bensì sull’orientamento sessuale.
L’approvazione del testo si colloca al culmine di un processo politico lungo e meditato. Il riconoscimento giuridico per le coppie omosessuali è stato introdotto per la prima volta in Slovenia con la legge del 22 giugno 2005[4]. Con la sentenza del 2 luglio 2009[5] la Corte costituzionale slovena ha sostenuto l’incostituzionalità della legge sulle unioni civili omosessuali, rinvenendo, nella mancata estensione dei medesimi diritti e obblighi previsti dalla disciplina sul matrimonio, una discriminazione basata sull’orientamento sessuale.
Il 16 giugno 2011 l’Assemblea nazionale slovena ha per questo approvato un nuovo Codice sulla famiglia, nel quale sebbene il matrimonio venisse definito come l’unione tra uomo e donna, si riconoscevano alle coppie omosessuali gli stessi diritti e obblighi gravanti sui coniugi, ad eccezione del diritto di adottare i figli (con l’esclusione dei figli del coniuge). Il nuovo Codice è stato tuttavia respinto tramite referendum[6], il 25 marzo 2012.
Per concludere, si ricorda che la proposta di legge approvata dall’Assemblea nazionale, entro sette giorni deve essere approvata anche dal Consiglio nazionale[7] e successivamente promulgata da parte del Capo dello Stato (si ritiene improbabile, in questa circostanza, che il Consiglio nazionale chieda all’Assemblea di esprimersi nuovamente sul testo)[8].
[1] L’Assemblea nazionale è la camera bassa del Parlamento sloveno, si compone di 90 membri – compresi due rappresentanti, uno per la minoranza italiana e uno per quella ungherese – eletti per un mandato 4 anni (Cost. Slovenia, art. 80, c. 1-3 e art. 81). La Slovenia adotta un sistema bicamerale asimmetrico, definito dalla Corte costituzionale slovena come “bicamerale incompleto” ( sent. U.I. 295/07, lett. B, punto 10). Per il testo della sentenza (in sloveno) si fa riferimento al sito ufficiale della Corte costituzionale slovena, in odlocitve.us-rs.si/sl/odlocitev/US28365.
[2] Per il testo della Legge sul matrimonio e le relazioni familiari, del 1-1-1977, in inglese, si fa riferimento al sito ufficiale del Ministero del lavoro, della famiglia, degli affari sociali e delle pari opportunità, in www.mddsz.gov.si/en/legislation.
[3] Reperibile sul sito ufficiale del Governo della Repubblica slovena in www.vlada.si.
[4]Legge sulla registrazione delle unioni civili omosessuali (Zakon o registracij iistospolnepartnerske skupnosti, Gazzetta ufficiale della Repubblica slovena, no. 65/2005).
[5] Sentenza della Corte costituzionale slovena, U-I-425/06-10, del 2 luglio 2009, (inglese), in www.europeanrights.eu/public/sentenze/Slovenia-2luglio2009.pdf.
[6] Secondo quanto previsto dall’art. 90 della Costituzione, l’Assemblea nazionale può indire un referendum sull’entrata in vigore di una legge adottata, su richiesta di 40.000 cittadini aventi diritto di voto. Il referendum del 25 marzo 2012 è stato promosso dal movimento “Iniziativa civile per la famiglia e per i diritti dei minori”. Circa il 54% di coloro che si sono recati alle urne si è espresso contro l’entrata in vigore del nuovo Codice (con un affluenza del 30%). In un’ottica comparata, in relazione alla tutela dei diritti delle coppie omosessuali, il referendum sloveno ha fatto seguito ad un’analoga consultazione referendaria tenutasi in Croazia nel 2013 (che ha portato alla revisione della Costituzione ed all’introduzione di una norma che definisce il matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna) ed ha preceduto il referendum del 2015 della Repubblica slovacca (nel quale non è stata tuttavia raggiunta l’affluenza minima richiesta per la validità del procedimento).
[7] Il Consiglio nazionale è la camera alta del Parlamento sloveno. Si compone di 40 membri eletti per 5 anni. Tra gli aspetti di maggiore interesse, si ricorda che il Consiglio nazionale è espressione delle formazioni nelle quali la società si articola (art. 96, Cost. slovena), definito anche come organo di “rappresentanza corporativa”, in www.slovenia.si/slovenia/state/parliament-the-national-assembly.
[8]Art. 97, Cost. slovena (veto sospensivo).