PEDRO CASTILLO IS THE NEW PRESIDENT OF PERU

“ES LA PRIMERA VEZ QUE NUESTRO PAÍS SERÁ GOBERNADO POR UN CAMPESINO”: PEDRO CASTILLO È IL NUOVO PRESIDENTE DEL PERÙ

di Marzia Rosti*

“Juro por dios, por mi familia, por mis hermanos y hermanas, campesinos, ronderos, pescadores, docentes, profesionales, niños, jóvenes y mujeres, que ejerceré el cargo de presidente en el periodo constitucional 2021-2026. Juro por los pueblos del Perú, por un país sin corrupción y por una nueva constitución” (Link al video: https://www.youtube.com/watch?v=UpPpQt-ELek).

Con queste parole il 28 luglio 2021 – giorno del Bicentenario dell’indipendenza del Perù – Pedro Castillo Terrones (Perú Libre) ha prestato giuramento ed ha assunto la presidenza del paese, dopo essere stato dichiarato vincitore delle elezioni solo il 20 luglio, a quarantatré giorni dal ballottaggio del 6 giugno, i cui risultati erano stati contestati dalla sfidante Keiko Fujimori (Fuerza Popular). Il riconteggio di circa 200.000 voti da parte del Jurado Nacional de Elecciones ha confermato l’esiguo vantaggio di 44.000 voti di Castillo, che con il 50.125% dei consensi ha superato Fujimori, che ha ottenuto il 49.875% di preferenze.

Con l’assunzione dell’incarico da parte di Castillo si conclude il lungo processo elettorale iniziato con il primo turno delle elezioni l’11 aprile scorso (http://nad.unimi.it/category/america-latina/peru/) e ci si augura che termini anche il periodo d’instabilità politico-istituzionale che il paese ha vissuto negli ultimi anni e che ha avuto la massima espressione nel novembre 2020, quando si sono susseguiti in una settimana tre Presidenti, suscitando manifestazioni e proteste di piazza che hanno portato il Congresso a trovare un accordo sulla designazione di Francisco Sagasti (Partido Morado) come Presidente ad interim (http://nad.unimi.it/category/america-latina/peru/).

Nel suo primo discorso al Congresso (link al video https://www.youtube.com/watch?v=ft8XM-Mjxg8) Castillo ha ripercorso brevemente la storia del paese dall’epoca della conquista spagnola sino all’attualità ed ha sottolineato, innanzitutto, il cambiamento che rappresenta la sua elezione: “Esta vez un gobierno del pueblo ha llegado para gobernar con el pueblo y para el pueblo, para construir de abajo hacia arriba. Es la primera vez que nuestro país será gobernado por un campesino, una persona que pertenece como muchos de los peruanos a los sectores oprimidos por tantos siglos. También es la primera vez que un partido político formado en el interior del país, gana las elecciones democráticamente y que un maestro, más precisamente un maestro rural, es elegido para ser presidente Constitucional de la República. Es difícil expresar el altísimo honor que esto significa para mí”.

Fra i numerosi temi affrontati nel discorso, si ricorda la promessa di migliorare il sistema sanitario, con l’impegno ad accelerare la campagna vaccinale contro il Coronavirus, e di promuovere interventi per rilanciare l’economia e per ridurre le disuguaglianze sociali, oltre ad adottare misure concrete per consentire a tutti i giovani di accedere all’istruzione sino all’università. Castillo ha inoltre promesso una nuova Costituzione per il paese, che sostituirà il testo vigente dal 1993 redatto durante il governo di Alberto Fujimori, e ha garantito che nel processo di riforma sarà rispettata la proprietà privata, tranquillizzando così gli investitori soprattutto stranieri e smentendo le voci di prossime nazionalizzazioni in particolare nel settore delle risorse naturali, anche se ha precisato che il modello economico da riattivare andrà però corretto per eliminarne le distorsioni. In tema di sicurezza ha annunciato una migliore organizzazione del sistema delle rondas campesinas, che verrà esteso all’intero paese. Si tratta senza dubbio di un fitto programma di lavoro che Castillo dovrà affrontare in un Congresso frammentato nel quale il suo partito – Perú Libre – non possiede la maggioranza (37 dei 130 seggi) e Keiko Fujimori svolge ancora un ruolo importante.

Infine, Castillo ha dichiarato che non risiederà nel Palacio de Gobierno (Casa de Pizarro) – “porque […] tenemos que romper con los símbolos coloniales” – che sarà ceduto al Ministerio de las Culturas perché venga trasformato in museo, riprendendo l’esempio di Pepe Mujica in Uruguay e di López Obrador in Messico, e inoltre, attingendo al modello di Alejandro Toledo (Presidente del Perù dal 2001 al 2006), ma soprattutto a quello di Evo Morales in Bolivia, il giorno seguente all’investitura ufficiale ha prestato giuramento simbolico partecipando alla cerimonia presso il Santuario Histórico de la Pampa de la Quinua sugli altipiani di Ayacucho, scenario della battaglia di Ayacucho del 9 dicembre 1824 che sancì l’indipendenza del Perù e dell’America Latina intera dal regno di Spagna (Link video: https://www.youtube.com/watch?v=WqTPhOYQ_6I).

FONTI:

* Professore Associato di Storia e Istituzioni delle Americhe presso l’Università degli Studi di Milano.

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