di N. Udina
Le elezioni presidenziali in Slovenia si sono svolte il 22 ottobre (primo turno) e il 12 novembre 2017 (secondo turno di ballottaggio).
Il candidato vincitore è stato Borut Pahor, che ha ottenuto così il secondo mandato consecutivo. Durante la sua lunga carriera politica, dal 2000 al 2004 Pahor è stato Presidente dell’Assemblea Nazionale con il partito Lista Unita dei Socialdemocratici (Združena lista socialnih demokratov, ZLSD, che nel 2005 cambiò il nome in “Socialdemocratici”, Socialni demokrati), nel 2005 è stato eletto al Parlamento Europeo e dal novembre 2008 al febbraio 2011 ha ricoperto la carica di Primo Ministro.[1]
La Slovenia è una repubblica semi-presidenziale a tendenza parlamentare in cui il potere legislativo è esercitato dall’Assemblea Nazionale, che è composta da novanta deputati. Il potere esecutivo è detenuto dal governo, che è presieduto dal primo ministro.[2] Il Presidente della Repubblica rappresenta la Repubblica di Slovenia ed è il comandante delle forze armate.[3] L’elezione del Presidente è regolata in primo luogo dalla Costituzione, ma anche dalla Legge Elettorale dell’Assemblea Nazionale, dalla Legge sull’Elezione del Presidente della Repubblica, dalla Legge sulle Elezioni e sulla Campagna Referendaria (ERCA, Elections and referendum Campaign Act), dalla Legge sui Partiti Politici (PPA, Political Parties Act) e dalla Legge sul Registro dei Diritti Elettorali.[4] Il Presidente della Repubblica viene eletto tramite elezioni dirette e generali a scrutinio segreto, indette dal Presidente dell’Assemblea Nazionale. Il candidato che riceve la maggioranza dei voti validi viene eletto Presidente della Repubblica per la durata di cinque anni, con un massimo di due mandati consecutivi.[5] La Legge sull’Elezione del Presidente della Repubblica prevede un sistema maggioritario a doppio turno. Affinché la candidatura a Presidente della Repubblica sia valida, è necessario il consenso scritto del candidato e la proposta di candidatura deve essere consegnata alla Commissione elettorale nazionale entro il venticinquesimo giorno precedente quello delle elezioni. Il risultato delle elezioni è stabilito dalla Commissione elettorale nazionale e viene eletto il candidato che ottiene la maggioranza dei voti validi. Se nessun candidato riesce ad ottenere la maggioranza dei voti, le elezioni vengono ripetute tra i due candidati che hanno ricevuto il maggior numero di voti, non oltre ventuno giorni dopo il primo turno. Una volta stabilito l’esito definitivo, la Commissione elettorale nazionale redige un rapporto relativo al risultato delle elezioni che viene consegnato al Presidente dell’Assemblea Nazionale e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica di Slovenia. È questo l’atto con cui termina ufficialmente la procedura per l’elezione del Capo dello Stato.[6]
I poteri del Presidente della Repubblica sono elencati all’art. 107 della Costituzione: indice le elezioni per l’Assemblea Nazionale, promulga le leggi, nomina i funzionari statali quando previsto dalla legge, nomina e richiama gli ambasciatori e gli inviati della Repubblica, accoglie le lettere credenziali dei rappresentanti diplomatici stranieri, emana gli atti di ratifica, decide sulla concessione della grazia, conferisce decorazioni e onorificenze e svolge altri compiti determinati dalla Costituzione. Se richiesto dall’Assemblea Nazionale, il Presidente della Repubblica deve esprimere il suo parere su una singola questione.[7] L’insieme dei poteri di cui gode, delinea un Capo dello Stato debole. Il Presidente non esercita alcuna funzione normativa e anche la promulgazione delle leggi appare come un mero atto notarile (art. 91 della Costituzione). Solamente nelle situazioni di emergenza o guerra il Presidente esercita funzioni legislative in via sostitutiva, potendo “emanare provvedimenti aventi forza di legge su proposta del Governo” (art. 108). La Costituzione tace sulla questione della responsabilità politica del Capo dello Stato e dell’istituto della controfirma, rimandando esclusivamente alla fattispecie della responsabilità per attentato alla Costituzione e per violazione della legge (art. 109). Bisogna notare, tuttavia, che il Presidente della Repubblica non venga mai definito come “Capo dello Stato”: è una derivazione dal passato socialista, infatti le Costituzioni dei Paesi della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia non si riferivano mai al Presidente come “Capo dello Stato”, in quanto si trattava di Paesi non sovrani ma membri di una Federazione.[8]
Le precedenti elezioni presidenziali del 2012 erano già state vinte da Borut Pahor, appoggiato dai Socialdemocratici, con il 67,37% delle preferenze al secondo turno di ballottaggio. L’altro candidato era il Presidente della Repubblica uscente Danilo Türk (32,63%), presentatosi come candidato indipendente ma sostenuto da numerosi partiti (Partito Democratico dei Pensionati della Slovenia, Democrazia Liberale di Slovenia, Zares, Partito Democratico del Lavoro, Slovenia Positiva, Partito per lo Sviluppo Sostenibile della Slovenia).[9] Le elezioni del 2007, invece, erano state vinte da Danilo Türk, candidato indipendente, con il 68,03% dei voti al secondo turno contro il 31,97% di voti ottenuti dall’altro candidato indipendente, Lojze Peterle.
Le elezioni del 2017 si sono svolte sulla base di una revisione della legislazione elettorale, infatti la legge elettorale è stata emendata il 28 aprile 2017, l’ERCA il 29 novembre 2013 e la Legge sul Registro dei Diritti Elettorali il 27 novembre 2013. Questi importanti cambiamenti alla legislazione elettorale includono anche nuove disposizioni sulla partecipazione elettorale di persone con disabilità e nuove regole sul finanziamento della campagna.
Durante la campagna elettorale del 2017 si sono presentati nove candidati, otto dei quali nominati dai partiti politici: Borut Pahor (47,21%, indipendente ma appoggiato dai Socialdemocratici), Marjan Šarec (24,76%, Lista Marjan Šarec), Romana Tomc (13,68%, Partito Democratico Sloveno), Ljudmila Novak (7,24%, Nuova Slovenia), Andrej Šiško (2,21%, Movimento Slovenia Unita), Boris Popovič (1,80%, Slovenia Per Sempre), Maja Makovec Brenčič (1,74%, Partito del Centro Moderno), Suzana Lara Krause (0,78%, Partito Popolare Sloveno), Angelca Likovič (0,59%, Voce per i Bambini e le Famiglie).[10] Dato il risultato del primo turno, i candidati Borut Pahor e Marjan Šarec si sono sfidati nel secondo turno di ballottaggio il 12 novembre 2017 e hanno ottenuto rispettivamente il 53,09% e il 46,91% dei voti, sancendo la vittoria del candidato socialdemocratico.[11]
Nonostante queste elezioni siano state considerate come un’anticipazione di quelle politiche del 3 giugno 2018, l’affluenza è stata piuttosto bassa: solamente il 42,13% degli aventi diritto al voto si è effettivamente recato alle urne.[12]
[1] Sito web dell’ufficio del Presidente della Repubblica: http://www.up-rs.si/up-rs/uprs-eng.nsf/pages/Zivljenjepis?OpenDocument.
[2] OSCE/ODHIR Election Expert Team Final Report of Presidential Elections in Slovenia in 2017, pag. 4.
[3] Art. 102 della Costituzione.
[4] OSCE/ODHIR Election Expert Team Final Report of Presidential Elections in Slovenia in 2017, pag. 5.
[5] Art. 103, commi 1, 2, 3 e 5 della Costituzione.
[6] Sito web della Commissione elettorale nazionale: http://www.dvk-rs.si/index.php/it/dove-e-come-votare/il-sistema-elettorale-della-repubblica-di-slovenia.
[7] Art. 107 della Costituzione.
[8] “Codice delle Costituzioni”, volume III, a cura di Mario Ganino, CEDAM, 2016, pag. 357.
[9] Sito web della Commissione elettorale nazionale: http://www.dvk-rs.si/arhivi/vp2012/en/index.html.
[10] Sito web della Commissione elettorale nazionale: http://volitve.gov.si/vp2017/#/rezultati. È importante notare che cinque candidate su nove sono state donne.
[11] Sito web della Commissione elettorale nazionale: http://volitve.gov.si/vp2017/#/rezultati.
[12] OSCE/ODHIR Election Expert Team Final Report of Presidential Elections in Slovenia in 2017, pag. 4.