Le elezioni presidenziali e politiche e la consultazione popolare sul parco naturale Yasuní del 20 agosto 2023 in Ecuador in un contesto di tensioni e violenza

di Christian Mosquera Arias[i]

Domenica 20 agosto 2023 si sono svolte in Ecuador le elezioni presidenziali e parlamentari anticipate a seguito dell’attivazione da parte del Presidente Guillermo Lasso della procedura dello scioglimento del Parlamento. Tale potere presidenziale è previsto all’art. 148 Cost. che stabilisce che: «la o il Presidente della Repubblica potrà sciogliere l’Assemblea Nazionale qualora, a suo giudizio, questa assuma funzioni che non le competono costituzionalmente, […], oppure a causa di una grave crisi politica e sconvolgimento dell’ordine pubblico. Questo potere potrà essere esercitato una sola volta nell’arco dei primi tre anni del suo mandato. Entro un termine massimo di sette giorni dalla pubblicazione del decreto di scioglimento, il Consiglio Nazionale Elettorale convocherà in un’unica data elezioni legislative e presidenziali. Fino all’insediamento dell’Assemblea Nazionale, la o il Presidente della Repubblica potrà, […], emettere decreti-legge di urgenza economica […]». Contemporaneamente alle elezioni presidenziali e parlamentari si è svolta una consultazione popolare in merito allo sfruttamento delle risorse petrolifere in una parte del parco naturale Yasuní, che si trova nella zona amazzonica del paese e rappresenta una delle riserve di biodiversità più importanti al mondo. Inoltre, è il luogo in cui due comunità indigene hanno deciso di vivere in isolamento volontario.

Le elezioni si sono svolte in un clima di tensione e di paura per la serie di attentati che si sono verificati nelle ultime settimane di campagna elettorale, attentati che in alcuni casi sono stati rivendicati da organizzazioni criminali di narcotrafficanti. Infatti, alcune delle vittime, come il candidato presidenziale Fernando Villavicencio, avevano denunciato le infiltrazioni di tali organizzazioni criminali nelle istituzioni dello Stato e avevano proposto di adottare misure concrete per la lotta al narcotraffico. Questi violenti eventi hanno contribuito a far sì che al centro dei dibattiti e dei programmi di tutte le forze politiche e dei candidati presidenziali vi sia stato il tema della sicurezza e della lotta alla criminalità, in modo particolare quella legata al narcotraffico. Infatti, la violenza nel paese andino è iniziata ad aumentare a partire dal 2021 per gli scontri fra le organizzazioni criminali dei narcotrafficanti. L’interesse di tali organizzazioni criminali ad operare in Ecuador deriva dalla posizione geografica strategica del paese, che confina con la Colombia e il Perù che sono i due principali paesi produttori di cocaina. Inoltre, l’Ecuador è affacciato sull’Oceano Pacifico e i suoi porti servono alle rotte del narcotraffico verso l’America settentrionale.

Le elezioni presidenziali non hanno immediatamente condotto alla selezione di un nuovo Presidente della Repubblica. Infatti, nessuno degli otto candidati ha raggiunto il quorum necessario per essere eletto al primo turno, vale a dire la maggioranza assoluta degli elettori registrati oppure almeno il 40% dei voti e un vantaggio di almeno il 10% sul secondo candidato (art. 143 Cost.). Pertanto, il prossimo 15 ottobre 2023 avrà luogo il ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto più voti, come previsto all’art. 161, c. 2 della Ley Orgánica Electoral y de Organizaciones Políticas, che stabilisce che il secondo turno delle elezioni si debba svolgere entro 45 giorni dalla pubblicazione degli esiti del primo turno.

I risultati ufficiali della prima tornata elettorale sono stati resi disponibili dal Consejo Nacional Electoral (CNE): al primo posto, con oltre tre milioni di voti, ovvero, il 33,61% dei consensi, si è collocata la candidata Luisa Gonzalez, del partito di centro-sinistra Movimiento político Revolución Ciudadana (RC). Al secondo posto, con oltre due milioni di voti, pari al 23,47% delle preferenze, il candidato Daniel Noboa, della coalizione di centro-destra Acción Democrática Nacional (ADN). Al terzo posto, con il 16,37% dei consensi, si è collocato il candidato Christian Zurita sostenuto dal partito di centro-destra Movimiento Construye.  

La candidata Luisa Gonzalez è un’avvocata di 45 anni e non è una figura del tutto nuova nel panorama politico ecuadoriano. Gonzalez, infatti, aveva già svolto diversi incarichi durante il governo dell’ex Presidente Rafael Correa tra il 2007 e il 2017. Tra questi, nel 2015 era stata nominata segretaria generale dell’Ufficio della presidenza ed aveva ricoperto la carica di console generale dell’Ecuador a Madrid e, nel 2017, era stata nominata ministra del lavoro. Inoltre, alle precedenti elezioni politiche del 2021 era stata eletta come deputata per la coalizione di centro-sinistra Unión por la Esperanza. Durante la campagna elettorale, Gonzalez ha presentato un programma abbastanza dettagliato basato sui principali problemi del paese. Tale programma ha previsto, tra le altre cose, la lotta alla criminalità organizzata e l’adozione di piani di reinserimento sociale per i detenuti con l’obiettivo di garantire la sicurezza nel paese, l’adozione di misure per favorire il lavoro e la crescita economica, la lotta alla corruzione e il rafforzamento della democrazia, l’attuazione di una strategia nazionale per la lotta al cambiamento climatico e la promozione della transizione ecologica, l’adozione di un piano contro la violenza di genere e l’aumento della spesa pubblica a favore della sanità e dell’istruzione.

Il candidato Daniel Noboa è un imprenditore di 35 anni noto per essere il figlio di Alvaro Noboa, uno degli uomini d’affari più ricchi del paese che è stato per cinque volte candidato presidenziale. Per quanto riguarda la sua carriera politica, alle elezioni parlamentari del 2021, Daniel Noboa era stato eletto come deputato per il partito politico conservatore Ecuatoriano Unido. Durante la campagna elettorale, anche il candidato Noboa ha proposto un programma dettagliato, incentrato principalmente sui temi della crescita economica e della sicurezza nel paese. Come strategia per rilanciare l’economia, Noboa ha sostenuto che sia necessario introdurre degli incentivi fiscali per il settore produttivo, purché si promuova la sostenibilità, ed esenzioni fiscali per le nuove imprese nei primi anni di attività. Inoltre, ha proposto la riduzione dei tassi di interesse per i crediti alle piccole e medie imprese e l’adozione di programmi di garanzia del credito. Relativamente alla sicurezza, il candidato ha sostenuto la necessità di adottare misure per migliorare il sistema giudiziario sotto i profili della qualità e dell’efficienza, ma non ha fatto riferimento al tema dell’indipendenza dei giudici. Inoltre, ha proposto di migliorare le condizioni dei centri di reclusione e, in modo simile a quanto proposto da Gonzalez, di elaborare programmi di riabilitazione e di reinserimento sociale per ridurre i tassi di recidiva.

Il candidato Christian Zurita invece è un giornalista di 53 anni che nella sua carriera si è occupato principalmente dei temi della corruzione, della criminalità organizzata e del narcotraffico. Zurita è stato scelto dal Movimiento Construye per sostituire il candidato Villavicencio, il quale è stato ucciso il 9 agosto 2023 durante la campagna elettorale. Villavicencio era stato un sindacalista e un giornalista e alle elezioni parlamentari del 2021 era stato eletto come deputato per la coalizione di centro-sinistra Alianza Honestad. Dopo l’attentato a Villavicencio, il candidato Zurita ha ricevuto diverse minacce di morte da parte di organizzazioni criminali, tanto che la Commissione interamericana per i diritti umani, con la risoluzione n. 46/2023, ha chiesto all’Ecuador di adottare le misure necessarie per la salvaguardia della sua vita e dei componenti della sua squadra elettorale.

Il Presidente uscente Guillermo Lasso, del partito conservatore Movimiento CREO, era stato eletto al ballottaggio nell’aprile del 2021 con più del 52% dei consensi. Tuttavia, già l’anno successivo, nel giugno 2022, gli scarsi risultati economici del suo governo, l’aumento del prezzo della benzina, nonché l’aggravarsi della violenza nel paese hanno provocato una serie di massicce proteste a livello nazionale nelle quali si chiedevano le dimissioni del Presidente. Lasso, sulla base dell’art. 164 della Costituzione, ha reagito dichiarando lo stato di emergenza in diverse province per il grave sconvolgimento dell’ordine pubblico. In tale occasione, le manifestazioni sono state represse in modo violento, infatti, ci sono state diverse vittime, più di 300 feriti e più di 150 detenuti.

Nel gennaio 2023, invece, un’inchiesta giornalistica ha fatto emergere dei casi di corruzione ai vertici delle istituzioni da parte di personalità vicine al Presidente Lasso. In seguito a tali notizie, il Parlamento ha creato una specifica commissione multipartitica per occuparsi del caso e presentare una relazione sulla possibilità di procedere con l’attivazione della procedura di impeachment contro il Presidente, procedura prevista all’art. 129 della Costituzione. Successivamente, il 16 maggio 2023, il Parlamento, con il parere positivo della Corte costituzionale, ha avviato il processo di impeachment contro Lasso. Tuttavia, il giorno seguente, per evitare tale processo, il Presidente ha deciso di attivare la procedura dello scioglimento del Parlamento per la grave crisi politica che si era verificata.

Le vicende del Presidente Lasso evidenziano molto bene alcune peculiarità della forma di governo prevista dalla Costituzione ecuadoriana, che in merito alla relazione fra esecutivo e legislativo si caratterizza per la preminenza del Presidente della Repubblica rispetto al Parlamento. Il capo dello Stato, infatti, dispone del potere di scioglimento anticipato del Parlamento e, nonostante l’attivazione di tale procedura comporti anche le elezioni di un nuovo Presidente, bisogna ricordare che fino all’insediamento del nuovo Parlamento, il capo dello Stato può continuare a adottare decreti-legge in materia economica considerati come urgenti, come in effetti ha fatto il Presidente Lasso. Inoltre, anche se la Costituzione, con l’obiettivo  di  bilanciare  la  relazione  fra  l’esecutivo e il legislativo, ha riconosciuto al Parlamento il potere di attivare la procedura dell’impeachment e in alcuni casi, sulla base dell’art. 130, può arrivare alla destituzione del Presidente, previo pronunciamento della Corte costituzionale, tuttavia, a ben vedere, questa relazione fra il Presidente e il Parlamento è sbilanciata a favore del capo dello Stato in quanto la sua destituzione richiede la maggioranza dei due terzi dei membri del Parlamento, mentre è il Presidente da solo a decidere sullo scioglimento dell’organo legislativo.

Questi i risultati delle elezioni politiche anticipate per il rinnovo dei 137 seggi che compongono il Parlamento unicamerale ecuadoriano: al primo posto, con il 39,72% dei consensi, pari a 48 seggi, si è collocato il partito (RC) che sostiene la candidatura di Gonzalez; al secondo posto, con il 20,39% dei voti, pari a 28 seggi, il partito Movimiento Construye; al terzo posto, con il 14,56% delle preferenze, pari a 13 seggi, la coalizione ADN che sostiene invece la candidatura di Noboa. Seguono poi, con l’11,90% dei voti, pari a 14 seggi, il partito conservatore di centro-destra Social Cristiano (PSC); con il 4,51% dei consensi, pari a 8 seggi, la coalizione di centro-sinistra Actuemos; con il 3,16% delle preferenze, pari a 3 seggi, il partito populista di centro-destra Sociedad patriotica (PSP); con il 2,87% dei voti, pari a 3 seggi, la coalizione di centro-sinistra Claro Que Se Puede; con l’1,69% delle preferenze, pari a 2 seggi, il partito di centro-destra, Movimiento Relación Total; e con l’1,21% dei consensi, pari a 1 seggio, il partito di centro-sinistra Movimiento Amigo. I deputati ecuadoriani sono stati eletti secondo un sistema elettorale proporzionale a liste chiuse.

Per quanto riguarda la consultazione popolare sul parco naturale Yasuní, promossa da diverse organizzazioni ambientaliste, è stato chiesto ai cittadini se fossero d’accordo o meno con l’opzione secondo la quale il governo si sarebbe impegnato a non sfruttare le risorse petrolifere nell’area del parco naturale conosciuta come blocco 43. Tale proposta è stata accolta con il 58,96% dei consensi, così la compagnia petrolifera statale Petroecuador, che è responsabile delle attività di estrazione nei giacimenti del blocco 43, dovrà preparare un piano per la chiusura definitiva delle sue attività. Già nel 2014, l’organizzazione ambientalista Yasunidos, sulla base dell’art. 104 Cost., aveva raccolto le firme necessarie per indire un referendum per vietare le attività estrattive nell’area del parco naturale, ma il CNE aveva sostenuto che vi erano delle anomalie nelle firme presentate e perciò non aveva indetto il referendum. Il Presidente uscente Lasso ha sostenuto che fermare l’estrazione petrolifera costituisce un duro colpo per l’economia del paese che sarà molto difficile da compensare. I rappresentanti dell’organizzazione Yasunidos, invece, ritengono che la scelta ecuadoriana costituisca un’azione concreta nella lotta al cambiamento climatico e per la protezione della natura e che rappresenti un esempio per gli altri paesi. La dirigente indigena Nemonte Nenquimo, vincitrice del Goldman Environmental Prize 2020, da parte sua, ha evidenziato la necessita di promuovere questo tipo di azioni per la lotta al cambiamento climatico che tengono in considerazione anche i diritti dei popoli indigeni, nonché la loro cultura olistica e rispettosa della natura. Va evidenziato che la recente decisione degli ecuadoriani non avrà soltanto delle conseguenze ambientali positive in Ecuador, ma evitando l’immissione nell’atmosfera di tonnellate di CO2 come effetto del consumo del petrolio, avrà delle conseguenze positive a livello globale nella lotta al cambiamento climatico.

FONTI:

  • S. Fernández, Ecuador acude a las urnas entre miedo y la incertidumbre, in El País (21.08.2023).
  • Ortiz Ortiz, Los problemas estructurales de la Constitución ecuatoriana de 2008 y el hiperpresidencialismo autoritario, in Estudios constitucionales, Vol. 16, N. 2, 2018.
  • D. Posada e L. Loaiza, 4 Reasons Why Ecuador Is in a Security Crisis, in InSight Crime (10.08.2023).
  • Turkewitz e G. Glatsky, Ecuador’s President Dissolves Congress Amid Impeachment Trial, in The New York Times (16.05.2023).
  • Commissione interamericana dei diritti umani, CIDH otorga medidas cautelares a Christian Zurita periodista y candidato presidencial en Ecuador, Comunicato stampa n. 188/23 (20.08.2023).
  • Watt, The message from Ecuador is clear: people will vote to keep oil in the ground, in The Guardian (24.08.2023).

[i] Dottorando in Diritto e Scienze umane presso l’Università degli Studi dell’Insubria.

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