LE ELEZIONI PRESIDENZIALI DEL 2013 NELLA REPUBBLICA DELLA GEORGIA

di Arianna Angeli

Il 27 ottobre 2013 si sono tenute le elezioni presidenziali nella Repubblica della Georgia, in un clima disteso ed all’interno di un processo giudicato dagli osservatori internazionali come “trasparente, gestito in modo efficiente ed in un ambiente costruttivo”[1].



[1] Come sottolineato dall’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE), nella Dichiarazione dei risultati e delle conclusioni preliminari del 28 ottobre 2013, sulla base di quanto rilevato dalla Missione di Osservazione Elettorale Internazionale, in http://www.osce.org/odihr/elections/107509.

 

La nuova fase politica, inaugurata dalle elezioni, rappresenta una svolta importante per il paese che si è dimostrato in grado di procedere all’alternanza tra forze politiche antagoniste[1]. Le elezioni parlamentari del 2012 avevano dato inizio ad un periodo di coabitazione[2] particolarmente teso e segnato dall’antagonismo tra l’ex Presidente Saakashvili, leader del Movimento Nazionale Unito[3], e l’ex Primo Ministro Ivanishvili, leader della coalizione Sogno Georgiano[4].

Le elezioni presidenziali, confermando il risultato delle elezioni parlamentari dell’anno precedente, hanno segnato un nuovo successo per la coalizione dell’ex Primo Ministro Ivanishvili, con la vittoria al primo turno del candidato Margvelashvili, e una sconfitta preannunciata per il candidato del Movimento Nazionale Unito, Bakradze, appoggiato dal Presidente Saakashvili[5].

Secondo quanto previsto dalla Costituzione georgiana, all’art. 70, il Presidente è eletto a suffragio universale diretto ogni cinque anni, per due soli mandati consecutivi[6]. Il candidato vincente è eletto al primo turno se supera la soglia del 50% dei consensi, altrimenti sfida al ballottaggio il secondo candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti al primo turno, due settimane dopo l’annuncio dei risultati ufficiali[7]. Ottenendo il 62% dei voti, il candidato Margvelashvili ha così riportato la vittoria al primo turno ed ha prestato giuramento il 17 novembre 2013, divenendo il quarto Presidente della Repubblica della Georgia[8]. A seguito delle preannunciate dimissioni del Primo Ministro Ivanishvili[9], il 20 novembre, il Presidente ha nominato Primo Ministro Gharibashvili[10].

Le elezioni presidenziali sono principalmente disciplinate dalla Costituzione, dal codice elettorale e dalla legge sulle unioni politiche dei cittadini.

Gli emendamenti alla legge elettorale entrati in vigore nell’agosto del 2013, conformemente alle raccomandazioni dell’OCSE, attraverso chiarificazioni e clausole di salvaguardia per prevenire eventuali abusi da parte degli organi della pubblica amministrazione, hanno introdotto migliori condizioni di equità nella campagna elettorale[11].

La Commissione Elettorale Centrale (CEC)[12] ha gestito le procedure di preparazione delle elezioni in modo “professionale, trasparente, puntuale, raggiungendo elevati livelli di consenso e di fiducia tra la popolazione”[13]. In particolare, si sottolinea lo svolgimento aperto agli osservatori, alle organizzazioni non governative ed ai media, degli incontri e delle sessioni di lavoro della CEC, oltre che l’adozione di un procedimento decisionale inclusivo. Le donne sono ben rappresentate nell’amministrazione elettorale (costituiscono più del 50% dei funzionari), nonostante solo tre abbiano presentato la propria candidatura alle presidenziali e solo una abbia avuto un ruolo di primo livello. Si è inoltre raggiunto un elevato livello di fiducia da parte della popolazione sulla qualità dei registri degli elettori (elettorato attivo)[14].

Tra gli aspetti più negativi evidenziati dalla Dichiarazione preliminare dell’OCSE, invece, si sottolineano i requisiti richiesti per la registrazione dei candidati alle elezioni (elettorato passivo). Secondo quanto previsto dalla Costituzione, infatti, ogni cittadino che ha diritto all’elettorato attivo ed ha raggiunto i 35 anni di età, ha vissuto in Georgia per almeno 5 anni ed ha risieduto in Georgia nei tre anni precedenti le elezioni, può essere eletto Presidente[15]. I requisiti di residenza previsti dalla Costituzione sono stati giudicati oltremodo restrittivi e non in linea con gli standard internazionali[16]. Il dato sembra essere ancora più significativo se si considera che su 54 candidature presentate, 5 sono state respinte per la doppia cittadinanza del candidato.

Nonostante quanto appena rilevato, è stato anche sottolineato che il clima nel quale si sono svolte le elezioni ha assicurato il rispetto del diritto di espressione[17], di movimento[18] e di riunione[19] e che tutti i candidati sono stati in grado di condurre la propria campagna senza subire restrizioni. Se si confronta con le elezioni parlamentari del 2012, il clima elettorale appare chiaramente molto meno polarizzato, spostando così l’attenzione dall’antagonismo tra il Presidente ed il Primo Ministro, nell’ambito della coabitazione, alla diretta competizione tra i due candidati[20].

Al centro del dibattito preelettorale è stato posto innanzitutto il rispetto dei diritti delle persone e la protezione da eventuali abusi da parte del governo, oltre che ovviamente i rapporti con la Federazione Russa e la questione dell’integrità territoriale[21].

Dal confronto con le elezioni parlamentari del 2012, il sistema dei mezzi di comunicazione di massa risulta essere oggi molto più aperto[22]. La tv nazionale rimane la principale fonte di informazioni per gli elettori, la stampa assicura una pluralità di vedute, ma soprattutto si assiste anche in Georgia ad una crescente influenza del web.

Di particolare rilievo la questione delle minoranze nazionali, che rappresentano ad oggi il 16% della popolazione della Georgia, sono composte principalmente da azeri (6,5% della popolazione) e da armeni (5,7%), e si concentrano nelle regioni di frontiera. A tutela delle stesse, è stato creato un gruppo di lavoro all’interno della Commissione Centrale per le Elezioni, il quale si è prodigato per sostenere la partecipazione delle minoranze nazionali al procedimento elettorale. In particolare, la CEC ha prodotto i documenti connessi alle elezioni anche in lingua armena ed azera.

Si è registrata un’ampia partecipazione della società civile e di organizzazioni di cittadini nell’osservazione del procedimento elettorale, cui si sono sommati gli osservatori internazionali e gli osservatori nominati dai partiti e dai candidati, sia nella fase precedente, che il giorno stesso delle elezioni. Il coinvolgimento di un così ampio numero di soggetti ha sicuramente rafforzato la trasparenza del procedimento elettorale. Preoccupazioni sono state espresse solo in isolati casi, in merito, ad esempio, al sovraffollamento di alcuni seggi che si ritiene abbia negativamente interferito con il procedimento elettorale.

Per concludere, ci si interroga, soprattutto a livello internazionale, su quelle che potrebbero essere le implicazioni politiche della vittoria della coalizione Sogno Georgiano[23], cui appartengono sia il Presidente Margvelashvili, che il nuovo Primo Ministro Gharibashvili. La fine dell’era di Saakashvili, che ha guidato il paese dalla Rivoluzione delle Rose per due mandati consecutivi su posizioni fortemente allineate con l’Occidente[24], con il governo Gharicashvili e la Presidenza Margvelashvili, potrebbe, infatti, in un prossimo futuro, orientarsi su posizioni meno ostili a Mosca.

Preoccupazioni smentite, nella fase attuale, dalla firma – a conclusione dell’importante vertice di Vilnius – dell’Accordo di Paternariato della Georgia con l’Unione Europea, il 29 novembre 2013[25].



[2] Si ricorda che la Georgia, con la Costituzione del 24 agosto 1995, ha adottato una forma di governo “semipresidenziale”. La revisione costituzionale del 2010 ha dato inizio all’evoluzione della forma di governo georgiana verso un modello parlamentare – con una sostanziale riduzione delle competenze del Presidente – e la revisione del 2013 si muove nella stessa direzione. Le leggi di revisione della Costituzione sono entrate in vigore lo stesso giorno del giuramento del Presidente Margvelashvili. In particolare, il Primo Ministro, nominato dal Presidente dalla Repubblica su indicazione del Parlamento, diventa il Capo del Governo, con autorità esecutiva in materia di politica interna ed estera. Il Presidente, eletto direttamente dal popolo, è il Capo dello Stato ed il Comandante Supremo delle Forze Armate, ma non ha più iniziativa di legge e competenze in materia di bilancio. Per un’analisi più approfondita degli emendamenti alla Costituzione georgiana del 2013 si rimanda al parere 737/2013 della Commissione di Venezia del 10 settembre 2013, reperibile nel sito ufficiale della Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto (Commissione di Venezia), in   http://www.venice.coe.int/webforms/documents/?pdf=CDL(2013)038-e.

[3] Il Movimento Nazionale Unito è stato fondato da Saakashvili nel 2001. Si tratta di un partito riformista, filooccidentale, con forti legami con la NATO e l’UE, e intenzionato a ristabilire la sovranità della Georgia sulle regioni separatiste dell’Abchazia e dell’Ossetia del Sud. A seguito della Rivoluzione delle Rose nel 2003, il partito ha mutato orientamento ideologico e, dal centro-sinistra, si è spostato maggiormente verso il centro-destra, definendosi oggi come un partito liberale-conservatore. Per una migliore comprensione, si rimanda al sito ufficiale del Movimento Nazionale Unito, in http://www.unm.ge.

[4] La coalizione Sogno Georgiano nasce nel 2012 dal movimento omonimo, creato dal politico e uomo d’affari Ivanishvili in aperto contrasto con il Movimento Nazionale Unito. Si compone si sei partiti di diverso orientamento ideologico, tra i quali partiti liberisti e filooccidentali, partiti fortemente nazionalisti (o addirittura xenofobi) ed ex esponenti dell’amministrazione Shevardnadze. In particolare si ricordano: 1. Sogno Georgiano – Georgia Democratica, 2. Partito Repubblicano della Georgia, 3. La Nostra Georgia – Democratici Liberi, 4. Forum Nazionale, 5. Partito Conservatore della Georgia, 6. L’industria salverà la Georgia. Per ulteriori approfondimenti, si rimanda al sito ufficiale in inglese della coalizione Sogno Georgiano, in http://gd.ge/?lang=Eng.

[5] Come riportato dalla stampa internazionale, in: http://www.theguardian.com/world/2013/oct/27/georgia-presidential-election-mikhail-saakashvili, e in http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-24690085. In particolare, il calo di popolarità in patria per l’ex Presidente Saakashvili si ritiene in larga misura legato alle accuse di essere corresponsabile delle presunte violazioni dei diritti umani da parte dei servizi di sicurezza nazionali, in http://www.nytimes.com/2013/10/28/world/europe/georgia-elects-new-president-but-real-power-will-rest-with-next-premier.html?hp&_r=1&.

[6] Il testo della Costituzione georgiana è reperibile in inglese nel sito ufficiale del Parlamento georgiano, in http://www.parliament.ge/files/68_1944_951190_CONSTIT_27_12.06.pdf.

[7] Secondo quanto previsto dall’art. 70, commi 4 – 6, come modificati dalla Legge Costituzionale del 6 febbraio 2004 e dalla Legge Costituzionale del 27 dicembre 2006.

[8] Secondo quanto riportato nei dati ufficiali, il risultato delle elezioni è stata una chiara vittoria al primo turno per il candidato Margvelashvili per la coalizione Sogno Georgiano – Georgia Democratica che ha ottenuto il 62% dei consensi. Il candidato Bakradze per Movimento Nazionale Unito ha ottenuto il 22% dei voti, ed infine, Burjanadze per il Movimento Democratico – Georgia Unita, il 10%. Si ricorda che tutti gli altri candidati (20 candidati) non sono arrivati oltre il 3% dei voti. Infine, l’affluenza alle urne è stata del 47% del totale degli aventi diritto, registrando un calo significativo rispetto alle elezioni presidenziali del 2008, nelle quali l’affluenza era stata del 54%. I dati ufficiali sono stati pubblicati nel sito ufficiale della Commissione Elettorale Centrale, in http://www.results.cec.gov.ge/eng/.

[9] Come sottolineato nella Dichiarazione Preliminare dell’OCSE, e riportato dalla stampa internazionale, Bidzina Ivanishvili, a seguito della vittoria del candidato Margvelashvili da lui appoggiato, ha dichiarato di avere raggiunto i propri obiettivi politici ed ha annunciato le proprie dimissioni dalla carica di Primo Ministro, in http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-24690085.

[10] Come riportato nel sito ufficiale del Governo della Georgia, il 20 novembre 2013, il Parlamento della Georgia ha votato la fiducia sul programma del governo “per una Georgia unita, democratica e forte”, e lo stesso giorno il neoeletto Presidente Margvelashvili ha firmato il decreto per la nomina di Gharibashvili alla carica di Primo Ministro,  in http://government.gov.ge/index.php?lang_id=ENG&sec_id=288&info_id=38869.

[11] Si ricorda, ad esempio, la possibilità per i pubblici ufficiali di presenziare, senza prendervi parte, ad eventi della campagna elettorale (secondo quanto previsto dalla raccomandazione non vincolante della Commissione interdipartimentale per elezioni libere e corrette), o al contrario, l’assoluto divieto per gli agenti di polizia, se non in servizio, di partecipare ad eventi della stessa natura, anche se in borghese (art. 45, comma 4 del codice elettorale).

[12] Per ulteriori approfondimenti, si fa riferimento al sito ufficiale della Commissione Elettorale Centrale della Georgia, in http://www.cec.gov.ge/en.

[14] In contrasto con le considerazioni appena esposte è necessario ricordale le difficoltà verificatesi nel mese di agosto dovute alla rimozione dai registri elettorali di circa 98 mila elettori a causa dell’incompletezza dei dati forniti o dell’invalidità dell’indirizzo di residenza registrato. Il termine perentorio del 10 ottobre per procedere alla nuova registrazione è stato valutato dagli osservatori internazionali come inadeguato, considerati i tempi necessari alle procedure di notifica e registrazione, ed ha sostanzialmente consentito a soli 9 mila elettori di essere nuovamente inclusi nei registri elettorali. Si tratta di un dato di rilevanza non marginale se si considera che il numero totale degli elettori in Georgia è di circa tre milioni e mezzo di persone, inclusi circa 50 mila residenti all’estero (esclusi i cittadini georgiani residenti nella Federazione Russa, con la quale la Georgia non ha relazioni diplomatiche a seguito del conflitto del 2008), in http://www.osce.org/odihr/elections/107509.

[15] Art. 70, comma 2, Cost. Georgia.

[16] Si fa riferimento in particolare a quanto previsto dall’art. 3 del Primo Protocollo della Convenzione Europea dei Diritti Umani e dall’art. 1.1.b del Codice di buona pratica in materia elettorale della Commissione di Venezia.

[17] Art. 19 Cost. Georgia.

[18] Art. 22, comma 1 Cost. Georgia.

[19] Art. 26 Cost. Georgia.

[21] La questione dell’integrità territoriale e dei rapporti con la Federazione Russa si presenta come una delle più controverse per il Paese. Con l’avvento al potere di Saakashvili è stato portato avanti un nuovo tentativo per ristabilire l’integrità territoriale del paese che ha acuito le tensioni con la Federazione Russa ed ha prodotto risultati alterni.

[22] La Commissione Nazionale Georgiana sulle Comunicazioni – l’organo incaricato di vigilare sul sistema radiotelevisivo – ha identificato solo violazioni minori nella messa in onda delle pubblicità elettorali. Il miglioramento dell’ambiente dei media ha garantito agli elettori un ampio spettro di vedute attraverso talk-show, trasmissioni libere e dibattiti. Tuttavia, come sottolineato nella Dichiarazione Preliminare dell’OCSE, sebbene i candidati siano stati messi nella condizione di esprimere le proprie opinioni e presentare liberamente i propri programmi, si ritiene che sia mancato un adeguato livello di analisi critica. L’attività dei media si è concentrata, infatti, nel riportare quotidianamente gli avvenimenti legati alla compagna elettorale, senza soffermarsi sui contenuti della stessa.

[23] Come sottolineato in precedenza, la coalizione Sogno Georgiano nasce nel 2012 dal movimento omonimo di Ivanishvili, politico e milionario uomo d’affari georgiano, i cui interessi sono fortemente legati alla Russia. Nel 2012, Ivanishvili, era il 153° uomo più ricco del mondo e il suo reddito rappresentava circa un terzo del PIL della Georgia, http://www.forbes.com/profile/bidzina-ivanishvili.

[24] In particolare, si sottolinea il forte legame diplomatico e finanziario tra la Georgia e gli Stati Uniti, che assicurano al paese caucasico sostegno finanziario per circa 70 milioni di dollari l’anno (con riferimento all’anno 2013), in http://www.theguardian.com/world/2013/oct/27/georgia-presidential-election-mikhail-saakashvili.

[25] Come riportato nel sito ufficiale del Governo georgiano, in http://government.gov.ge/index.php?lang_id=ENG &sec_id=288&info_id=39047.

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