Il 14 febbraio 2013 la Corte costituzionale si è pronunciata sulla costituzionalità della controversa legge sulle manifestazioni pubbliche

La sentenza è stata emessa su ricorso di un gruppo di deputati della Duma e di un cittadino (Edvard Limonov, famoso scrittore e leader del partito nazional-bolscevico).

In sintesi la Corte ha stabilito che l’ammontare minimo della sanzione per la violazione delle regole di svolgimento delle manifestazioni pubbliche deve essere diminuito; i lavori obbligatori possono essere comminati solo nel caso in cui si sia procurato un danno alla salute o alla proprietà; si esclude la responsabilità incondizionata di diritto civile per l’organizzatore della manifestazione pubblica per le azioni dei partecipanti ad essa. La Corte ha anche valutato la costituzionalità di una serie di altre disposizioni della legge federale «Sull’introduzione di modifiche al codice della FR sugli illeciti amministrativi ed alla legge federale Sulle riunioni, raduni, manifestazioni, marce e picchetti». Tale legge nel giugno 2012 aveva notevolmente aumentato le sanzioni monetarie in caso di manifestazioni non autorizzate ed introdotto una nuova sanzione amministrativa sotto forma di lavori obbligatori; era stato aumentato il termine di prescrizione per le relative categorie di cause amministrative, erano state rese più complesse le procedure per l’organizzazione e lo svolgimento di vari tipi di manifestazioni pubbliche. 

Posizione dei ricorrenti

 

  1. Il gruppo di deputati della Duma contestavano la costituzionalità della legge nella sua interezza dal punto di vista delle modalità di adozione ed anche singole disposizioni per il loro contenuto. Secondo loro, nell’esame del progetto di legge presso la camera bassa non sarebbero state rispettate le norme del regolamento (in particolare, circa le consultazioni coi soggetti della Federazione). Si ritenevano eccessive le multe previste dalla novella, la durata dei lavori obbligatori e il divieto di figurare tra gli organizzatori di una manifestazione pubblica per le persone sottoposte a procedimento per le relative disposizioni del codice sugli illeciti amministrativi. Inoltre la novella avrebbe ampliato infondatamente gli obblighi degli organizzatori ed avrebbe concesso alle autorità regionali competenze ingiustificatamente ampie nella regolamentazione di simili manifestazioni. Oltre a ciò ritenevano anche che una serie di disposizioni non corrispondesse ai principi di chiarezza e non contraddittorietà.
  2. Secondo il ricorrente Limonov la norma applicata nei suoi confronti circa il divieto di figurare come organizzatore di una manifestazione di massa avrebbe violato il suo diritto alla libertà di riunione, i principi dell’eguaglianza dei diritti ed avrebbe stabilito una responsabilità aggiuntiva per la commissione di un illecito nonostante il divieto costituzionale di giudicare due volte per lo stesso reato. Il ricorrente contestava anche l’applicazione della norma alle persone sottoposte a procedimento prima dell’entrata in vigore della legge.

 

Posizione della Corte

 

La Corte costituzionale ha deciso che l’aumento dell’ammontare della multa minima (pari a 10.000 rubli per i cittadini e 50.000 per i funzionari) non consente di tenere conto di tutte le circostanze del caso e di garantire la debita responsabilità individuale. Allo stesso tempo tale disposizione sarebbe in contrasto con la Costituzione. Fino a che l’ammontare della multa non verrà diminuito dal legislatore i tribunali possono infliggere la multa al di sotto dell’ammontare minimo previsto dalle norme contestate.

Per quanto riguarda i lavori obbligatori come sanzione amministrativa per la sola violazione formale della legislazione sulle manifestazioni pubbliche, questi possono essere considerati come mezzo di compressione delle opinioni altrui. Dunque non è conforme alla Costituzione la norma che consente di applicare tale misura come sanzione per un illecito non connesso alla causazione di un danno alla salute, a danni patrimoniali o ad altre conseguenze simili.

Le disposizioni della legge sull’ammontare massimo delle multe per violazione delle modalità previste per lo svolgimento delle manifestazioni pubbliche non sono considerate in contrasto con la Costituzione. Tuttavia tale misura di punizione può essere applicata solo considerando tutte le circostanze del caso, qualora una multa di ammontare inferiore non consenta di prevenire efficacemente la ripetizione di analoghe violazioni.

La Corte ha ritenuto incostituzionale la norma che stabilisce la responsabilità civile dell’organizzatore di una manifestazione pubblica per le azioni commesse dai partecipanti a prescindere dalla sua colpevolezza e da una giusta sorveglianza. Tale disposizione della legge costituirebbe un’influenza eccessiva sulla libertà di riunione ed è in contrasto coi principi di fondatezza e imparzialità.

 

Le norme sulla responsabilità amministrativa dell’organizzatore per azioni che abbiano causato un danno alla salute o ai beni sono dichiarate conformi alla Costituzione. Tuttavia bisogna accertare con sicurezza che proprio l’organizzatore con le sue azioni abbia procurato i citati danni.

La Corte ha notato che la norma sui luoghi specialmente individuati per le manifestazioni pubbliche è diretta a creare condizioni aggiuntive per l’esercizio del diritto di riunione. Ma tale finalità non viene raggiunta se nella regione non viene individuato un numero sufficiente di luoghi del genere e se i loro parametri conducono alla diseguaglianza nell’esercizio dei diritti dei cittadini. Fino a che non verranno introdotte le modifiche necessarie le autorità regionali devono fare in modo da individuare luoghi pubblici adatti perlomeno in ogni circondario urbano e distretto municipale.

 La Corte costituzionale ha dichiarato non in contrasto con la Costituzione la disposizione sul divieto provvisorio di essere organizzatori di manifestazioni di massa per i cittadini che per due volte nell’anno precedente fossero stati sottoposti a procedimento amministrativo. Tale divieto secondo la Corte non limita il diritto dei cittadini di trovarsi alla manifestazione come partecipanti ordinari. Il caso di Limonov deve essere riesaminato.

La Corte inoltre ha fornito l’interpretazione costituzionale delle disposizioni che prevedono la responsabilità per il superamento del numero di partecipanti della manifestazione che era stato comunicato, che regolamentano le modalità della propaganda preventiva per la manifestazione ed anche i termini di prescrizione per la responsabilità amministrativa.

Per quanto riguarda le modalità di adozione della legge, la Corte ha rilevato lo scostamento da alcuni requisiti previsti dal regolamento che non hanno tuttavia condizionato il processo legislativo. Per questo la Corte non ha ritenuto ci fossero motivi per dichiarare l’incostituzionalità della procedura anche se ha esortato la Duma  a modificare il proprio regolamento per prevedere un esame accelerato dei progetti di legge.

 

  1. DI GREGORIO

Fonte: www.ksrf.ru/news

 

 

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