di Laura Alessandra Nocera
Six months after the last general elections, Croatian government received a non-confidence vote. Parliament voted to hold early elections on September 11th, 2016.
A distanza di poco più di sei mesi dalle ultime elezioni parlamentari, il 6 giugno 2016 il Parlamento unicamerale croato (Hrvatski Sabor) ha approvato una mozione di sfiducia contro il Premier Tihomir Oreskovic, con 126 voti su un totale di 151.
Il Governo, formatosi a seguito delle elezioni del novembre 2015, era composto da una coalizione piuttosto fragile, formata dai conservatori della destra nazionalista HDZ (Unione Democratica Croata) e dal movimento anti-sistema Most, ed era fortemente osteggiato in Parlamento dall’opposizione di centro-sinistra.
Il giorno successivo alla caduta del Governo Oreskovic, il Presidente della Repubblica Kolinda Grabar-Kitarovic ha avviato le consultazioni per la formazione di un nuovo Governo, concludendo, però, che non esistevano più le condizioni per dare vita ad una nuova maggioranza parlamentare. La richiesta di scioglimento anticipato del Parlamento e di nuove elezioni è provenuta da quasi tutti i partiti politici, incapaci di esprimere una nuova coalizione governativa. Per primo, il Partito Social-Democratico (SDP) ha depositato le 60 firme dei suoi deputati per richiedere una votazione sullo scioglimento anticipato del Parlamento, seguito da altri partiti minori, come l’anti-sistema Zivi Zid, i riformisti e il junior partner della coalizione di governo, Most. Superato il numero minimo di firme depositate per chiedere una votazione sullo scioglimento anticipato del Parlamento (fissato alla maggioranza semplice di 76 deputati) e sentito il parere della Presidente della Repubblica circa l’impossibilità di creare un governo tecnico, il Presidente del Parlamento Željko Reiner ha messo in agenda la votazione per lo scioglimento del Sabor.
Il 20 giugno, il Parlamento ha votato per il suo scioglimento (auto scioglimento), con decorrenza dal 15 luglio, e per le elezioni anticipate a settembre, con un numero di 137 voti favorevoli sui 140 presenti. Il leader dell’Unione Democratica Croata, Tomislav Karamanko, si è dimesso dalla presidenza del partito.