di Adele Del Sordi
La Corte è stata chiamata a deliberare sull’interruzione anticipata del mandato dei deputati locali in caso di scioglimento dell’assemblea. Di regola, in caso di scioglimento anticipato vengono indette elezioni anticipate per rinnovare l’assemblea, elezioni che vanno tenute entro sei mesi. Secondo i promotori del ricorso, tali norme sarebbero incostituzionali in quanto non consentirebbero di annullare le elezioni (una volta indette) nel caso in cui lo scioglimento dell’assemblea venga dichiarato illegittimo dal tribunale. In questo modo sarebbero violati i diritti dei deputati il cui mandato non è ancora scaduto ma viene interrotto dallo scioglimento.
Con la pronuncia 19-P del 26 giugno 2014 la Corte è giunta alla conclusione che tali norme sono conformi alla Costituzione ed ha sottolineato che i diritti di detti deputati vengono difesi tramite il procedimento giurisdizionale tramite il quale si verifica la legittimità della decisione di scioglimento. Per questo, si dispone che tali procedimenti debbano essere portati a compimento prima della data prevista per le elezioni anticipate. Come sottolinea la Corte, il procedimento deve garantire che la restrizione dei diritti generata dallo scioglimento duri il meno possibile. Inoltre va evitata una lunga situazione di incertezza sullo status giuridico dell’assemblea che ha deciso lo scioglimento e dei deputati coinvolti: infatti, tale situazione potrebbe dare origine a conflitti che a loro volta creerebbero i presupposti per la violazione di interessi costituzionalmente rilevanti. È quindi compito delle autorità, compresi i giudici, evitare situazioni in cui ci sia più di una “composizione” per la stessa assemblea (una eletta originariamente e ancora legittima, dato che la decisione di scioglimento è stata giudicata non conforme alla legge dal tribunale, e la nuova, risultante da elezioni anticipate). Pertanto è cruciale che i tempi per il ricorso e l’esame da parte del tribunale vengano ridotti il più possibile.
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