Le elezioni parlamentari anticipate in Armenia
di Daniele Molteni
Il 9 dicembre 2018 si sono tenute le elezioni anticipate per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale armena, le seconde elezioni parlamentari dopo l’importante riforma costituzionale del 2015[1] e le settime della storia del paese dal 1991, anno della sua indipendenza.
La serie di eventi che ha reso necessario un simile epilogo inizia con le proteste confluite in quella poi chiamata “Rivoluzione di velluto”, nata come un movimento di protesta nei confronti del governo che ha causato le dimissioni dalla carica di Primo Ministro del leader del Partito Repubblicano d’Armenia, Serzh Sargsyan, il 23 aprile 2018[2].
Nikol Pashinyan[3], leader della rivoluzione e della coalizione Yelk, l’8 maggio ha preso il posto di Sargsyan grazie al sostegno dell’intera opposizione parlamentare, ed ha formato un governo provvisorio con l’obiettivo dichiarato di portare il paese a nuove elezioni. In linea con questa strategia politica, pochi mesi dopo, il 16 ottobre, egli ha rassegnato le dimissioni al Presidente della Repubblica Armen Sargsyan, per permettere il rinnovo del Parlamento in linea con i cambiamenti politici avvenuti nel paese nell’ultimo anno[4].
A causa dei due tentativi falliti di nominare un nuovo premier il Parlamento è stato sciolto e all’inizio di novembre Armen Sargsyan ha indetto elezioni anticipate per il 9 dicembre, secondo quanto previsto dalla Costituzione[5].
La Costituzione armena, infatti, regola i casi in cui sono necessarie elezioni straordinarie per l’Assemblea Nazionale a seguito di uno scioglimento anticipato[6]. Questa condizione si presenta nel caso in cui per due volte consecutive il Parlamento non riesca a trovare un accordo sull’elezione del Primo Ministro[7], oppure qualora a seguito dell’elezione del Primo Ministro non venisse approvato il suo programma di governo[8]. Il Governo è infatti diretta emanazione del Parlamento, che elegge il Primo Ministro su proposta del Presidente della Repubblica e ne approva il programma[9]. Le elezioni devono essere indette non prima di trenta giorni a partire dallo scioglimento del Parlamento e non oltre i quarantacinque[10]. Tale compito spetta formalmente al Presidente della Repubblica[11].
In base alla Costituzione l’Assemblea Nazionale è monocamerale e i suoi membri devono essere eletti con un sistema elettorale proporzionale[12]. La legislatura ha una durata di cinque anni[13].
La legge elettorale con la quale si è arrivati al voto del 2 dicembre è quella approvata nel 2016, con gli emendamenti del maggio 2018. Si tratta di un sistema proporzionale (hamamasnakan) su due livelli, una lista bloccata a livello nazionale e una lista aperta a livello locale per ognuna delle 13 circoscrizioni, dove gli elettori sono chiamati a esprimere le loro preferenze su singoli candidati.
In una prima fase i seggi vengono distribuiti in base ai voti ottenuti da partiti o alleanze a livello nazionale. Successivamente metà di questi viene distribuita in base ai voti ricevuti dai candidati a livello nazionale e la restante metà in base alle preferenze ricevute dai candidati nelle circoscrizioni locali. La soglia di sbarramento è fissata al 5% per i partiti e al 7% per le coalizioni. Ogni partito ha l’obbligo di prevedere una percentuale minima di rappresentanza femminile nelle liste elettorali di almeno il 30% dei candidati totali e almeno un candidato per ciascuna minoranza etnica del paese. Quattro seggi, uno a testa, sono infatti riservati ai rappresentanti delle principali minoranze: yazidi, russi, assiri e curdi.
Per raggiungere una maggioranza parlamentare stabile un partito (o coalizione) deve ottenere almeno il 54% dei seggi; per chi arriva al 50% è comunque previsto un premio di maggioranza che garantisca la governabilità (è un sistema simile a quello dell’Italicum). Nel caso in cui, dopo sei giorni, la forza politica più votata non sia riuscita a formare un governo, deve essere organizzato un secondo turno elettorale tra i due schieramenti che hanno ricevuto il maggior numero di voti, entro e non oltre ventotto giorni dall’esito delle prime elezioni.[14]
Le elezioni precedenti, svoltesi il 2 aprile 2017, avevano portato alla formazione di un’ alleanza di governo tra il Partito Repubblicano d’Armenia con 58 seggi e la Federazione Rivoluzionaria Armena con 7 seggi. Le forze dell’Alleanza Tsarukyan con 31 seggi e l’alleanza Via d’uscita (Yelk) con 9 seggi rappresentavano l’opposizione[15]. L’affluenza era stata del 60.86%.[16]
Alle elezioni del 9 dicembre 2018, invece, l’affluenza si è attestata al 48,63%[17] (1.260.840 voti su 2.573.579 degli aventi diritto), percentuale nettamente inferiore a quella delle elezioni dell’anno precedente.
Il numero dei partiti è salito a undici e come previsto dai sondaggi[18] l’alleanza di Pashinyan, formata dal suo partito Contratto Civile e dal Parito della Missione di Manuk Sukiasyan e denominata Il mio passo (Im kaylǝ), ha vinto le elezioni con il largo consenso del 70,43% ottenendo 88 seggi su 132. Gli altri due partiti più votati sono stati il partito Armenia Prospera con l’8,27% e il partito Armenia Luminosa con il 6,37% delle preferenze, ottenendo rispettivamente 26 e 18 seggi in Parlamento.[19]
Nessun seggio è stato assegnato invece al Partito Repubblicano d’Armenia (che deteneva la maggioranza dal 1995) fermatosi al 4,70%, dopo aver osteggiato e contribuito al fallimento di un emendamento alla riforma elettorale che avrebbe abbassato la soglia di sbarramento al 3% (ora al 5%). Sono rimasti esclusi dall’Assemblea anche la Federazione Rivoluzionaria Armena (3,89%) e la coalizione Noi Alleanza (2%).[20]
Pashinyan ha commentato l’esito delle elezioni ringraziando i suoi sostenitori, dichiarando la fine della Rivoluzione di velluto e l’inizio di una nuova fase politica per la Repubblica armena.[21]
Fonti
- Dati referendum costituzionale: http://c2d.ch/referendum/AM
- East Journal: http://www.eastjournal.netE. Cassano, Armenia: Un’altra vittoria della piazza, Pashinyan è il nuovo primo ministro. In East Journal, 10 maggio 2018.E. Cassano, Armenia: Niente accordo sul nuovo premier, si va a elezioni anticipate. In East Journal, 2 novembre 2018.
- L. Luciani, Armenia: Si dimette il premier Pashinyan, la rivoluzione continua. In East Journal, 17 ottobre 2018.
- A. Tilman, Armenia: la piazza ha vinto: si è dimesso Sargsyan. In East Journal, 24 aprile 2018.
- Armen Press: https://armenpress.amS. Kocharyan, Early election concluded political phase of revolution, Pashinyan says. In Armen press, 12 febbraio 2019.
- A. Harutyunyan, 69.4% of voters say will vote in favor of My Step alliance during upcoming elections – GALLUP poll. In Armen Press, 6 dicembre 2018.
- EVN report: https://www.evnreport.com
- Osservatorio Balcani e Caucaso: https://www.balcanicaucaso.org
- Commissione elettorale centrale armena: https://www.elections.am/parliamentary
- Costituzione armena: constituteproject.org
- Report OSCE-ODHIR, International Election Observation Mission. Republic of Armenia. Early Parliamentary Elections, 9 dicembre 2018.
[1] La riforma della costituzione approvata dal referendum del 6 dicembre 2015 ha trasformato l’Armenia da una repubblica semi-presidenziale in una repubblica parlamentare, con il Primo Ministro che ha ereditato i poteri che erano prerogativa del Presidente della Repubblica. I voti validi sono stati 1.247.089 su 2.566.998 degli aventi diritto. Il fronte del Si ha vinto con 825.521 voti contro i 421.568 del fronte del No.
[2] A. Tilman, Armenia: la piazza ha vinto: si è dimesso Sargsyan. In East Journal, 24 aprile 2018.
[3] E. Cassano, Armenia: Un’altra vittoria della piazza, Pashinyan è il nuovo primo ministro. In East Journal, 10 maggio 2018.
[4] L. Luciani, Armenia: Si dimette il premier Pashinyan, la rivoluzione continua. In East Journal, 17 ottobre 2018.
[5] E. Cassano, Armenia: Niente accordo sul nuovo premier, si va a elezioni anticipate. In East Journal, 2 novembre 2018.
[6] Armenia’s Constitution of 1995 with amendments through 2015, art. 92 par.1.
[7] Ivi, art. 149 par. 2-3.
[8] Ivi, art. 151 par. 3-4.
[9] Ivi, art. 149 par. 1, 5.
[10] Ivi, art.92 par.2.
[11] Ivi, art. 93.
[12] Ivi, art. 89.
[13] Ivi, art. 90.
[14] INTERNATIONAL ELECTION OBSERVATION MISSION Republic of Armenia – Early Parliamentary Elections, 9 dicembre 2018. ODHIR. OSCE, p. 4.
[15] INTERNATIONAL ELECTION OBSERVATION MISSION Republic of Armenia – Early Parliamentary Elections, 9 dicembre 2018. ODHIR. OSCE, p. 3.
[16] Sito ufficiale della Central Electoral Commission, Republic of Armenia.
[17] Ibidem.
[18] A. Harutyunyan, 69.4% of voters say will vote in favor of My Step alliance during upcoming elections – GALLUP poll. Armen Press, 6 dicembre 2018.
[19] Sito ufficiale della Central Electoral Commission, Republic of Armenia.
[20] Ibidem.
[21] S. Kocharyan, Early election concluded political phase of revolution, Pashinyan says. In Armen press, 12 febbraio 2019.