La Corte costituzionale mette fine alla discrezionalità dei partiti politici nell’assegnazione dei seggi vacanti

Di Angela Di Gregorio

Nella sentenza del 19 dicembre 2013 la Corte costituzionale della Russia ha statuito che i partiti politici non hanno il diritto di ridistribuire a propria discrezione i seggi di deputato all’interno della rispettiva lista a seguito dei risultati elettorali. 

La Corte si è pronunciata su ricorso di un candidato di Krasnojarsk del partito liberal-democratico (LDPR), Vladimir Chudorenko. Le elezioni si erano svolte in tale soggetto della Federazione il 4 dicembre 2011 e la lista regionale del partito aveva ottenuto 4 seggi. I due capolista, Vladimir Žirinovskij e Dmitrij Nosov, erano stati eletti anche alla Duma di Stato e pertanto avevano rinunciato al mandato nel parlamento regionale. Tuttavia, pur essendo Chudorenko alla testa della suddivisione regionale della lista che aveva ottenuto il maggior numero di voti (sia in assoluto che in percentuale), il partito aveva rifiutato di conferirgli uno dei seggi vacanti all’assemblea regionale.

Secondo la decisione del consiglio supremo del partito, il seggio era andato ad un candidato di un’altra suddivisione regionale, che aveva ricevuto una percentuale di voti inferiore. La legge regionale attribuiva infatti alla dirigenza del partito il diritto di conferire a propria discrezionalità il seggio vacante a qualsiasi gruppo regionale della lista. Disposizioni analoghe sono in vigore anche in altri soggetti della Federazione.

Dopo aver adito inutilmente le vie ordinarie di ricorso giurisdizionale Chudorenko si era rivolto alla Corte costituzionale ritenendo violate sia il diritto dei candidati a deputato che i diritti elettorali dei cittadini. Pertanto chiedeva l’annullamento del comma 2 del punto 5 dell’art. 53 della legge del territorio di Krasnojarsk «Sulle elezioni dei deputati dell’assemblea legislativa del territorio di Krasnojarsk».

Nello statuire circa l’incostituzionalità della disposizione regionale la Corte ha precisato che d’ora in poi la dirigenza del partito non può decidere autonomamente quale candidato della lista deve diventare deputato in caso di mandato vacante. Essa dunque non ha il diritto di dare la preferenza ad alcuni candidati così consentendo la discriminazione di altri modificando in ultima analisi i risultati elettorali in dispregio della volontà degli elettori. Secondo la Corte «I cittadini sono gli unici detentori riconosciuti dalla Costituzione del diritto elettorale passivo. Di conseguenza quando il cittadino diventa candidato l’esercizio di tale diritto smette di essere oggetto di libera decisione del partito che lo ha presentato». La distribuzione dei seggi nell’ambito della lista elettorale deve essere basata sulla volontà espressa dagli elettori.

Se qualcuno dei deputati rifiuta il mandato ed è necessario scegliere un sostituto, la scelta deve essere fatta da parte dei partiti sulla base della legge «non arbitrariamente ma considerando circostanze giuridicamente rilevanti, derivanti dalla diretta espressione della volontà popolare». Ciò significa che i partiti d’ora in poi dovranno essere molto più accurati nella composizione delle liste: i candidati potranno pretendere i seggi vacanti solo seguendo l’ordine di legge. Secondo la Corte, ancora, «registrando presso la commissione elettorale una lista di candidati, l’associazione elettorale deve agire con responsabilità. Nella costituzione della lista ha l’obbligo di considerare che tale decisione è alla base della distribuzione dei mandati di deputato all’interno della lista di candidati a seguito degli esiti delle elezioni».

Il legislatore del territorio di Krasnojarsk ha l’obbligo dunque di inserire le necessarie modifiche ma allo stesso tempo la Corte ha stabilito che al ricorrente non spetta il mandato contestato in quanto la sua decisione non comporta la revisione delle decisioni applicative del diritto sulla base delle quali il partito liberal-democratico aveva distribuito i mandati vacanti. Infatti se così si facesse sia nel territorio di Krasnojarsk che in altre regioni si produrrebbe una ricomposizione del corpus dei deputati. Tuttavia per il ricorrente «non si esclude la possibilità di utilizzare i meccanismi di compensazione previsti dal legislatore», ossia di rivolgersi al giudice ordinario chiedendo il risarcimento del danno. Nella stessa sentenza la Corte ha precisato che la dichiarazione di incostituzionalità della legge del territorio di Krasnojarsk è la base per l’annullamento di leggi analoghe in altri soggetti della Federazione e comporta l’impossibilità della loro applicazione da parte dei tribunali, di altri organi e funzionari.

 

Fonti: www.gazeta.ru; www.ksrf.ru; www.garant.ru

 

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