Elezioni locali in Ungheria.
di Cristiano Preiner
Next Sunday Hungarians will renew local self-government institutions. Despite Viktor Orbán landslide victories, both in general and European elections, the results are not given. Political opposition stand united for the first time against Orban’s candidates. The ballot is a general testing to prove a political competitiveness before 2022.
Il sistema elettorale
Domenica 13 ottobre 2019 si vota in Ungheria per il rinnovo degli organi di autogoverno locale (helyi önkormányzatok), ovvero sindaci e consigli (comunali e provinciali). Il sistema elettorale differisce da quello delle politiche e delle europee. Le elezioni si svolgono ogni cinque anni in un’unica tornata e il diritto di voto spetta a tutti i maggiorenni ungheresi e stranieri con residenza stabile nel paese. Ogni elettore può esprime due preferenze disgiunte, rispettivamente per il titolare del potere esecutivo e per i membri delle assemblee rappresentative (képviselőtestületek).
I sindaci sono eletti ovunque con il sistema maggioritario plurality laddove l’elezione dei membri delle assemblee differisce sulla base delle dimensioni territoriali. Nei centri con meno di 10.000 abitanti gli elettori possono esprimere – su liste cosiddette individuali – un numero di preferenze pari al numero dei membri delle assemblee e sono eletti i candidati più votati. Nei centri con più di 10.000 abitanti il territorio è diviso in collegi uninominali in cui i voti dati ai candidati non eletti si trasmettono a liste di compensazione collegate. Le assemblee provinciali sono elette dagli aventi diritto al voto di tutti i comuni della provincia ad eccezione degli abitanti delle città capoluogo e della capitale. Il territorio provinciale costituisce in questo caso un’unica circoscrizione per cui gli elettori esprimono una preferenza su liste di partito bloccate.
I cittadini di Budapest oltre a votare per il sindaco della capitale, eleggono il sindaco del distretto ed i deputati del distretto.
Contestualmente si vota per gli organi di autogoverno delle minoranze nazionali, ove presenti.
Il voto alle amministrative del 2014
Alle scorse elezioni amministrative il Fidesz del primo ministro Viktor Orbán ha prevalso ovunque riconfermando a Budapest István Tarlós, in carica dal 2010, e conquistando 17 dei 23 distretti della capitale. Simile il quadro in provincia dove Orbán ha ottenuto 20 sindaci nelle 23 città capoluogo. La vittoria è stata piena anche nei 19 consigli provinciali.
L’attuale quadro politico
Il voto alle elezioni europee dello scorso 26 maggio ha confermato i rapporti di forza tra le opposizioni ed il Fidesz di Viktor Orbán, al governo in coalizione con i cristiano-democratici del KDNP con una maggioranza superiore ai due terzi. I partiti di governo sono risultati in maggioranza in 10.235 seggi su 10.277 ossia il 99,59% del totale. Le performance elettorali del Fidesz hanno raggiunto con il voto di maggio un dato storico pressoché senza precedenti all’estero. Con il 52,56%, e con l’affluenza alle urne più alta delle ultime quattro tornate elettorali europee, gli arancioni hanno dimostrato di mantenere negli ultimi 17 anni un consenso mai inferiore al 40% in tutte le tipologie di elezioni.
Le opposizioni e il modello Hódmezővásárhely
La vera novità del voto delle prossime amministrative è costituita dalla strategia perseguita dal campo delle forze anti-Orbán che, dopo dieci anni di trattative e tentativi fallimentari, costituiranno un fronte unico con candidati unitari praticamente ovunque. Si può parlare effettivamente dell’applicazione su scala nazionale del modello mostratosi vincente a Hódmezővásárhely, città capoluogo della provincia di Csongrád, nella puszta meridionale. Nel febbraio scorso, elezioni amministrative suppletive hanno determinato il successo di Péter Márki-Zay, candidato indipendente di una coalizione comprendente tutto lo spettro delle forze politiche di opposizione, dalla destra dello Jobbik ai socialisti di MSZP. Da allora Márki-Zay, anche fondando un movimento, “L’Ungheria di tutti” (Mindenki Magyarországa Mozgalom), ha dato il suo contributo alla riproposizione della stessa alleanza su scala più ampia.
Tra i fattori che hanno agevolato la collaborazione tra i partiti dell’opposizione (ellenzéki összefogás) c’è il crollo dell’ultra-destra di Jobbik. Il partito, secondo alle politiche del 2018 con un 19,06% frutto di una campagna elettorale all’insegna di una dichiarata svolta centrista, non ha retto né alle dimissioni del suo popolare leader Gábor Vona, né al predominio del Fidesz nella determinazione dell’agenda politica, né tantomeno alla scissione della sua ala più estremista. Il 6,34% ottenuto a maggio ne rappresenta l’attuale irrilevanza politica.
Le europee hanno tuttavia determinato nuove e inedite gerarchie soprattutto a sinistra dove l’estrema volubilità dell’elettorato ha completamente stravolto l’esito delle elezioni politiche di due anni fa. L’unica costante è rappresentata dalla progressiva involuzione dei socialisti che di fatto dimezzano l’11% guadagnato nel 2018.
Il partito riformista, liberale e ambientalista “La Politica Può Essere Diversa” (LMP), dopo il 7,06% alle politiche, ha ottenuto alle europee il 2,18%, il peggior risultato della sua giovane storia.
Sorprendenti sono stati invece i risultati di due formazioni di chiara fede europeista, Coalizione Democratica (DK), appena sopra la soglia di sbarramento del 5% alle ultime politiche, e il movimento Momentum, addirittura fuori dal Parlamento. Nel maggio scorso hanno totalizzato complessivamente quasi il 26% dei consensi. DK è il partito dell’ex premier socialista Ferenc Gyurcsány che negli ultimi dieci anni ha saputo ricostruire la popolarità che aveva perso proprio a sinistra. Momentum è un partito giovane, nato nel 2017, di ispirazione centrista, liberale e riformista in cui l’età media della dirigenza non supera i trent’anni.
La corsa nella capitale
A contendersi la massima carica di Budapest saranno István Tarlós, sindaco uscente del Fidesz, al suo secondo mandato consecutivo, ed il giovane candidato delle opposizioni Gergely Karácsony. Quest’ultimo, dopo aver sfidato Viktor Orbán nel 2018 ponendosi alla testa di una coalizione tra i socialisti di MSZP e Párbeszéd, è il candidato unico delle opposizioni (DK, Momentum, MSZP, LMP, Párbeszéd, Jobbik). Karácsony, che è anche sindaco del quattordicesimo distretto della capitale, è risultato vincitore alle primarie di coalizione tenutesi nel giugno scorso battendo con il 49% dei consensi la nota giornalista televisiva Olga Kálmán, candidata da Ferenc Gyurcsány, e l’imprenditore Gábor Kerpel-Fronius scelto da Momentum.
Sondaggi
Se, a detta del politologo Gábor Török (vedi programma radiofonico Aréna del 28/05/2019 ndr), la coalizione delle opposizioni non ha speranza di successo nei centri al di sotto dei 20.000 abitanti (ovvero i 3/5 del paese), l’attenzione è tutta rivolta alle città capoluogo e a Budapest dove il Fidesz alle scorse europee non sempre ha raggiunto la maggioranza assoluta, spesso in controtendenza con il dato nazionale. Considerando comunque indicativo il voto per il parlamento europeo il 41% raggiunto dal premier Orbán proprio nella capitale, rende aperta la sfida di domenica. Una situazione di pareggio nei distretti di Budapest, la vittoria di Karácsony e la conquista di almeno la metà delle città capoluogo, premierebbero la strategia unitaria delle opposizioni aumentandone il livello di competitività in vista delle elezioni politiche del 2022. Saranno determinanti a tal proposito l’entità e le dimensioni del voto anti-Orbán in una competizione che riguarda esclusivamente gli organi del governo locale ed in cui è notoriamente complicato prevalere sulle amministrazioni uscenti. Riportiamo, in conclusione, i dati di quattro istituti di rilevazioni statistiche sulla corsa alla carica di primo cittadino di Budapest.
Nézőpont Intézet
Tarlós 56%
Karácsony 38%
Századvég
Tarlós 51%
Karácsony 43%
Médián
Tarlós 48%
Karácsony 47%
Publicus
Tarlós 49%
Karácsony 47%
Fonti:
valasztas.hu sito dell’Ufficio elettorale nazionale
kormany.hu sito del Governo ungherese
infostart.hu sito emittente radiofonica