Il messaggio annuale del Presidente della Russia all’Assemblea federale: tutto cambia perché nulla cambi

di Angela Di Gregorio

Il messaggio è stato letto, come lo scorso anno, nel giorno della Costituzione. Il 12 dicembre 1993 i cittadini della Russia approvavano con una “consultazione di tutto il popolo”, dai risultati non da tutti condivisi, la Costituzione della nuova Russia.

Nel 2013 ricorre dunque il ventesimo anniversario della legge fondamentale del Paese, in più occasioni celebrato a livello sia istituzionale che accademico (comprese le edizioni speciali delle più importanti riviste di diritto pubblico). Data la grande enfasi posta più volte dal Presidente sulla Costituzione per la sua funzione unificante e simbolica stupisce come nel discorso alle camere (Putin non manca di sottolineare come sia anche il ventesimo anniversario del parlamento) sia assente una riflessione ampia sull’avvenimento e sullo stesso testo costituzionale (presente paradossalmente più nei messaggi precedenti; questo è il decimo di Putin, il primo nel 2000).

Gli accenni alla Costituzione sono presenti sono nella parte iniziale del testo e sono diretti a ribadire l’importanza della solidità del testo costituzionale, per tale via ponendo fine alle illazioni che prefiguravano riforme di una certa portata. Secondo Putin «la Costituzione ha messo insieme due priorità fondamentali – l’elevatissimo status dei diritti e libertà dei cittadini e uno Stato forte – sottolineando il loro obbligo reciproco di rispettarsi e tutelarsi reciprocamente. Sono convinto che la carcassa costituzionale (konstitucionnyj karkas) debba essere stabile e ciò riguarda soprattutto il secondo capitolo della Costituzione, che stabilisce i diritti e le libertà dell’uomo e del cittadino». Si tratta di disposizioni immodificabili.

Ciò non vuol dire che sia in via di principio esclusa ogni modifica costituzionale: «correttivi puntuali agli altri capitoli della Legge fondamentale, che discendano dalla prassi di applicazione del diritto, dalla vita stessa, ovviamente sono possibili ed a volte necessari». Per questo è stata proposta l’unificazione della Corte arbitrale superiore e della Corte suprema della FR. Perché nella prassi si è verificato, trattando di questioni molto simili, che le due corti abbiamo reso pronunce contrastanti, cosa pericolosa per la certezza del diritto e l’affidabilità dei cittadini.

Un’altra tendenza del pensiero putiniano che viene confermata è il desiderio di coinvolgere maggiormente i cittadini e le loro associazioni nell’adozione delle decisioni più importanti, così confermando la sfiducia del Presidente nei confronti dei partiti politici e la sua preferenza per un appello diretto al popolo. Il coinvolgimento dei cittadini e delle loro associazioni, compresi sindacati e associazioni imprenditoriali, deve avvenire soprattutto a livello locale. A ciò si lega il desiderio del Presidente di rafforzare in generale l’autogoverno locale, in particolare il livello intermedio tra municipalità e regioni ossia il distretto (rajonnyj uroven’). Il potere municipale va rafforzato già a partire dal 2014, anno del 150ensimo anniversario della famosa riforma agraria di Stolypin che con la creazione degli zemstva consentì alla Russia di trovare quadri professionali per attuare riforme progressiste di ampio respiro, come la trasformazione dell’industria negli anni della prima guerra mondiale.

A proposito della partecipazione dei cittadini, Putin ribadisce che «alla Russia contemporanea è necessaria un’ampia discussione pubblica, e con risultati pratici, quando le iniziative sociali divengono parte della politica statale e la società controlla la loro esecuzione». Per questo, ampliando una prassi già sperimentata in passato, Putin ritiene che tutti i progetti di legge, le decisioni statali cruciali, i piani strategici debbano essere sottoposti ad una lettura civica, cosiddetta “lettura zero”, con la partecipazione delle ong e di altri istituti della società civile. Vengono preannunciate anche nuove forme di controllo sociale: «sia presso gli organi federali che presso quelli regionali del potere esecutivo è necessario creare dei consigli sociali (obščestvennye sovety)». Al fine di creare la base giuridica per tale partecipazione dei cittadini il Presidente chiede alla Camera pubblica, al Consiglio per i diritti dell’uomo, ad altre organizzazioni sociali e di tutela dei diritti di collaborare attivamente alla redazione di un progetto di legge «Sul controllo sociale».

In tale sostegno reciproco dello Stato e della società Putin ritiene necessaria la crescita dei movimenti per la tutela dei diritti (pravozaščitnoe dviženie) e della Camera sociale (Obščestvennaja palata): «esssa deve diventare una piattaforma per l’espressione degli interessi dei diversi gruppi, associazioni ed unioni professionali e sociali….ritengo che i rappresentanti di tali gruppi debano costituire almeno la metà dei membri della Camera pubblica proposti dal Presidente».

A parte i temi strettamente economici, all’interno dei quali si sottolinea più chiaramente del solito la necessità di combattere la corruzione e di rafforzare i settori economici non dipendenti dalle risorse naturali (ed dunque l’investimento e la ricerca su settori innovativi), altre tematiche di grande impatto sociale vengono affrontate dal Presidente: i rapporti tra le nazionalità, la lotta all’immigrazione clandestina, i problemi dello Stato sociale, la cultura russa e l’istruzione, il potenziamento dello sviluppo in Siberia ed Estremo oriente russo con tutta una serie di agevolazioni, etc.

Nella parte finale del messaggio sono contenute le valutazioni strategiche circa il ruolo della Russia nella nuova società mondiale globalizzata. In essa però il ruolo della Russia non sarebbe quello rituale della superpotenza, bensì essa riveste una responsabilità storica indicando la via coi propri valori tradizionali e lottando a livello internazionale per evitare spargimenti di sangue (vedi Siria) per difendere il diritto internazionale, il diritto dei popoli all’autodeterminazione, alla sovranità nazionale. Una guida più morale che strategica, dunque. Culturale. Che valorizza i valori “tradizionali” (la famiglia tradizionale, i valori religiosi, la vita non solo materiale ma morale, i valori dell’umanesimo e del pluralismo), e l’attitudine alla tolleranza. Contro le tendenze di molti Stati ad imporre una morale di Stato.  Lo stesso Putin ammette che si tratta di una posizione conservatrice: «ma credo che basandoci sulle migliori tradizioni del nostro popolo, utilizzando le più moderne idee e mezzi efficaci di svilupppo risolveremo tutti i problemi che ci stanno di fronte ed avremo senza dubbio successo».

Per i rapporti con le ex repubbliche sovietiche si conferma l’intenzione di andare avanti spediti con l’Accordo sull’Unione economica euroasiatica tra Russia, Bielorussia e Kazachstan. Si cerca di avvicinare all’Unione doganale anche Armenia e Kirghistan. L’Ucraina è benvenuta, se vuole, ma non si faranno pressioni.

Molti sono gli echi del passato, dalla partecipazione del popolo all’adozione delle decisoni, ai consigli (soviet) di controllo presso gli organi pubblici, alla responsabilità storica della Russia che però non pretende al ruolo di superpotenza….

 

Il discorso in lingua originale è reperibile sul sito del Cremlino www.kremlin.ru.

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