Di C. Preiner
Per la prima volta, alle elezioni del 6 aprile prossimo, i cittadini ungheresi all’estero o cosiddetti transfrontalieri (határon túli) potranno esprimere il proprio voto.
Come si leggeva qualche giorno fa sul portale di informazione Index.hu, “non saranno i transfrontalieri a determinare l’esito elettorale”. Il sito di comunicazione politica e sociale VS.hu, specifica che il loro peso sarebbe quantificabile in non più di due seggi del parlamento magiaro. Questo dato è ascrivibile anche al fatto che il voto proveniente dall’estero è conteggiato solo sulle preferenze di lista e non anche su quelle dei collegi uninominali i quali, secondo la nuova legge elettorale, sono riservati ai residenti in Ungheria. Tuttavia il portale VS.hu è tra i pochi ad aver monitorato gli orientamenti dell’elettorato magiaro all’estero, in modo particolare delle minoranze presenti nei paesi confinanti. E’ a queste che si riferiscono i sondaggi che riportiamo di seguito per area geografica.
Partiamo dal bacino dei Carpazi (Kárpát medence) da dove si stima affluisca il maggior numero di voti e principalmente dalla regione romena a maggioranza ungherese della Transilvania (Erdély). I dati sono tratti da una rilevazione risalente allo scorso anno e riportano il Fidesz del premier Viktor Orbán al 64,5% di tutti gli intervistati che si proponevano di partecipare alle elezioni, seguito dal 4,3% dei socialisti dell’MSZP. Se si considerano poi gli elettori già apertamente schierati il divario tra le due forze politiche tenderebbe ad allargarsi, attestandosi rispettivamente all’86,1% ed al 5,7%. L’estrema destra rappresentata da Jobbik non andrebbe oltre il 4%. Ciononostante Jobbik è il partito con l’organizzazione elettorale più capillare in Transilvania. In un articolo pubblicato a gennaio sul portale romeno in lingua ungherese transindex.ro si calcolavano otto sezioni territoriali aperte in questa regione dal partito nazionalista guidato da Gábor Vona. Diversamente gli altri partiti, come Fidesz e Insieme2014, preferivano affidare la mobilitazione a semplici tour elettorali dei politici.
Un’altra area dalla quale dovrebbero giungere molti voti è la Voivodina (Vajdaság), provincia autonoma della Serbia. Anche in questo caso buona parte dei consensi, il 47% secondo un sondaggio del luglio scorso, sarebbe rivolto al partito di governo. La performance elettorale di Jobbik sembrerebbe migliore proprio in Voivodina dove potrebbe contare sull’8% dell’intera popolazione votante e sul 13% di quella schierata. Tra quest’ultima il Fidesz riscuoterebbe anche l’82%. I partiti di sinistra non riuscirebbero a raccogliere invece l’1% delle preferenze.
Molto più equilibrato sembrerebbe il quadro in Slovacchia. Nella regione ungherese di Felvidék (Slovacchia meridionale) per gli istituti di ricerca locali Focus e Publicus Slovensko, sulla base di rilevazioni fatte sulla popolazione di lingua magiara, il sostegno alla coalizione di governo Fidesz-Kdnp si assesterebbe al 47% rispetto al 41% dell’opposizione di sinistra.
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La campagna elettorale non prescinde nemmeno in Ungheria dall’utilizzo dei social network, in particolar modo di facebook. Per quanto sia impossibile oltre che scientificamente infondato trasformare il ”mi piace” in un potenziale voto nell’urna è significativo riportare come, sulla base della situazione da noi fotografata durante la settimana appena trascorsa, la destra estrema di Jobbik sia decisamente attiva e padrona dello strumento. Il partito guida questa speciale classifica di gradimento con 250.000 like e nell’ultimo mese cresce ad un ritmo più elevato degli altri. Figura bene anche l’Együtt2014 (Insieme2014) dell’ex-premier Bajnai che segue a quota 195.000. Con i suoi 155.000 ”mi piace” il Fidesz è invece solo terzo. Considerando poi i profili personali, il presidente di Jobbik Gábor Vona è secondo per like solo a Viktor Orbán e precede il leader socialista Mesterházy.
Uno studio recente su come leggere la situazione politica attraverso i social network ideato da Maven7, istituto di ricerca e consulenza strategica, pur riconoscendo l’ancora non sufficientemente esteso utilizzo di facebook come strumento di comunicazione politica, non si discosta nelle sue conclusioni dai dati statistici dei sondaggi ufficiali esposti in un nostro precedente intervento. I partiti di destra Fidesz e Jobbik godono, secondo l’analisi di Maven7, delle comunità virtuali più dinamiche nonché di quelle più orientate. L’internauta conservatore concentra la sua attività di consultazione, commento e apprezzamento, su di un numero molto ristretto di profili (praticamente solo quello del premier e del suo parito) laddove a sinistra c’è una rete molto fitta di contatti dovuta ad una pluralità di attori in cui spiccano le pagine virtuali del partito socialista MSZP e della DK (Coalizione Democratica) di un altro ex-primo ministro, Ferenc Gyurcsány. Viene poi rilevata una linea direttrice che individua una quota di utenti attivi contemporaneamente sulla pagina facebook di Viktor Orbán e su quelle di Gordon Bajnai e del suo partito Insieme2014. Questo a riprova del fatto, si legge nella ricerca di Maven7, che una parte dell’elettorato di Insieme2014 (costituito poco più di un anno fa) proviene secondo diverse statistiche dal Fidesz piuttosto che dalla sinistra.
Fonti:
www.index.hu (portale di informazione)
www.transindex.ro (portale di informazione romeno in lingua ungherese)
www.vs.hu (portale di comunicazione politica e sociale)
www.maven7.com (portale di Maven7, istituto di ricerca e consulenza strategica, anche in inglese)