di A. Di Gregorio
L’approvazione definitiva è prevista per la data del 9 maggio, data storica che simboleggia la fine della guerra e dunque la vittoria sul nazifascismo. Secondo le dichiarazioni del Ministro della Giustizia Petrenko si tratta di un pacchetto che avrebbe dovuto essere approvato 20 anni fa ma l’attuale legislatura avrebbe la volontà politica e un numero sufficiente di voti.
Si tratta di un pacchetto di quattro leggi preparato dall’Istituto della memoria nazionale, collegato al Ministero della cultura. Oltre alla decomunistizzazione si intende anche promuovere la memoria di chi ha lottato per l’indipendenza dell’Ucraina e per la vittoria sul nazismo.
Il primo provvedimento prevede di celebrare la data della vittoria sul nazifascismo nella seconda guerra mondiale l’8 maggio e non il 9. Tuttavia per non offendere i veterani sovietici le autorità ucraine hanno deciso di mantenere la precedente data del 9 maggio come festa statale ufficiale, giorno della vittoria, mentre l’8 maggio Ucraina e il resto d’Europa celebrerebbero il giorno del ricordo e della riconciliazione.
Il secondo progetto di legge, che porta il titolo “Sulla condanna dei regimi totalitari comunista e nazional-socialista (nazista) in Ucraina e sul divieto di propaganda dei loro simboli”,di fatto paragona il comunismo al fascismo. Si prevede il divieto dei simboli del comunismo, la ridenominazione della toponomastica di epoca comunista.
Il terzo progetto riguarda la concessione di uno status ufficiale a tutti i partecipanti alla lotta per l’indipendenza dell’Ucraina nel XX secolo. Infine il progetto di legge “Sull’accesso agli archivi degli organi di repressione del regime totalitario comunista degli anni 1917-1991” presuppone la desecretazione degli archivi dell’ex KGB.
Secondo le dichiarazioni del plenipotenziario del Ministero degli esteri russo per le questioni dei diritti umani, il tentativo ucraino di paragonare comunismo e nazismo sarebbe contrario al diritto internazionale ed alle decisioni del tribunale di Norimberga.
Va ricordato che per la prima volta da 96 anni nel parlamento ucraino non siede alcun rappresentante del partito comunista. Il partito comunista ucraino era stato alleato politico dell’ex Presidente Janukovič (una fazione del partito di appartenenza di quest’ultimo, ossia il Partito delle Regioni, è riuscita ad entrare alla Rada all’interno del “Blocco dell’opposizione”).
I comunisti e gli esponenti del Partito delle regioni sono accusati di supportare il separatismo nell’est del paese.