di F. Manetti
Venerdì 17 e sabato 18 Ottobre si è tenuto nella Repubblica ceca il ballottaggio per il rinnovo parziale del Senato della Repubblica. Questo secondo turno ha interessato 27 dei collegi utilizzati per la scelta dei componenti della Camera Alta (81 membri) i quali vengono rinnovati con scadenza biennale per un terzo con sistema maggioritario. Bassissima, sia in valori assoluti che in relazione al primo turno, è stata l’affluenza alle urne, appena il 16,89 % degli aventi diritto. Questo scarso interesse per l’elezione del Senato è comunque una situazione consolidata nelle consultazioni della Repubblica ceca sin dalla sua nascita. Ricordiamo che ai sensi della vigente Costituzione nella Repubblica ceca vi è un sistema di bicameralismo imperfetto con limitati anche se non trascurabili poteri della Camera alta che anche dopo la riforma semi-presidenziale di tre anni fa, non vota la fiducia al Governo. La Camera bassa (o Camera dei Deputati) resta quindi il vero perno istituzionale, essendo eletta con sistema proporzionale, cosa che le conferisce una maggiore rappresentatività consentendole, quindi, di essere il luogo idoneo all’espressione della fiducia all’esecutivo. Va ricordato che la distinzione dei sistemi elettorali delle due assemblee è prevista dall’art. 18 della Costituzione.
I risultati del ballottaggio sono stati i seguenti:
ČSSD (socialdemocratici) = 10 senatori
ANO 2011 (neo-liberali) = 4 senatori
KDU-ČSL (democristiani) = 4 senatori
KDU-ČSL + SZ (democristiani + verdi) = 3 senatori
ODS (liberal-conservatori) = 1 senatore
ODS + KC (liberal-conservatori+ monarchici) = 1 senatore
STAN ( movimento dei Sindaci) = 1 senatore
SLK ( movimento dei Sindaci – Liberec) = 1 Senatore
SScz (liberali indipendenti) = 1 Senatore
Dopo questo turno elettorale parziale il Senato risulta così costituito:
GRUPPO ČSSD (socialdemocratici) = 35
GRUPPO ODS ( liberal-conservatori) = 14 (di cui 1 monarchico del movimento KC)
GRUPPO KDU-ČSL (democristiani) = 10
GRUPPO TOP 9 + STAN (cattolici+movimento dei Sindaci) = 6
GRUPPO DI SINISTRA (KSČM comunisti + SPO radicali+ind.sx) = 5
GRUPPO DEI VERDI = 5
GRUPPO ANO 2011 + INDIPENDENTI = 5
GRUPPO DEI NON ISCRITTI = 1 (candidato del movimento locale Sscr)
L’annunciata vittoria dei socialdemocratici vi è dunque stata, anche se in misura un pò ridotta rispetto alle aspettative, ma essa assume una valenza politica particolare.
Con i suoi 19 senatori uscenti il partito social-democratico ha mandato al ballottaggio 14 candidati, 11 dei quali risultati primi nel rispettivo collegio e 3 secondi per una manciata di voti. Con questi numeri i socialdemocratici miravano ad una affermazione pari alle 12/14 unità. Tale aspettativa è stata invece frustrata dal responso elettorale che ha loro assegnato solo 10 mandati, numero che pur consentendo la vittoria della formazione aderente al PSE, fa emergere la necessità di un’attenta e particolare riflessione da compiere sia internamente sia in relazione alle specifiche dinamiche proprie di ciascun distretto elettorale.
Vi è inoltre un aspetto più generale che riguarda la composizione finale della Camera alta dopo questo turno elettorale. Con la quasi totale scomparsa sin dal primo turno dei comunisti (KSČM) e della loro area di riferimento (solo 1 candidato al ballottaggio e, per di più, sconfitto), il perdurare della scarsa affermazione del movimento del Presidente della Repubblica Miloš Zeman (SPO) come di altre piccole entità politiche ad esso collegate (SCZ, ad esempio) e con lo spostamento verso l’area cattolica della KDU-ČSL del Partito dei verdi (SZ) viene, almeno per il momento, bloccata ogni possibilità di maggioranze senatoriali diverse da quella di governo, comprendente oltre alla ČSSD i neo-liberali di ANO 2011 ed i democristiani della KDU-ČSL. Questo porterà ad una ulteriore riflessione interna alla dirigenza socialdemocratica.
La vittoria della ČSSD è merito anche della frammentazione del voto. In concreto la perdita dei suffragi da parte dei soggetti politici più grandi è andata a quasi esclusivo beneficio dei piccoli partiti i quali ne sapranno fare sicuramente buon uso al momento della ricostituzione dei gruppi parlamentari in Senato, essendo essi determinanti in molti casi per il raggiungimento della soglia dei cinque senatori necessari alla costituzione del “Klub” alla Camera Alta.
Si conferma inoltre la primazia della ČSSD all’interno della Camera alta. Questa conferma, che regala ai socialdemocratici per la terza volta consecutiva il ruolo di primo attore del Senato ceco, è stata sottolineata subito dalla leadership del partito. Vi si è soffermato a lungo il Premier Bohouslav Sobotka nella conferenza stampa di rito tenutasi nella serata di sabato 18 ottobre, vi si è altresì concentrata la stampa compresa quella non filo-governativa più naturalmente propensa a mettere in risalto le negatività del risultato parziale. Insomma nessuno ha potuto sfuggire alla constatazione che, pur tenuto conto della disaffezione dei cittadini verso la politica, e più in particolare verso i partiti specie di grandi dimensioni, la ČSSD, con i suoi 35 Senatori ed i suoi 50 Deputati, frutto delle elezioni politiche del 2013, resta il primo partito nel paese.
Altro aspetto di soddisfazione è la tenuta della ČSSD rispetto all’altro grande partito della coalizione di governo, il neo-liberale ANO 2011 (47 Deputati alla Camera nel 2013). Quest’ultimo, vero antagonista della sinistra riformista ceca, aveva iniziato la campagna elettorale con ben altre ambizioni puntando a portare al ballottaggio una dozzina di candidati ed all’elezione di almeno 10 di essi. La realtà è stata molto più grama. Appena 9 neo-liberali ai ballottaggi e solo 4 eletti, tanto che per la formazione del gruppo senatoriale gli esponenti del partito di Babiš, imprenditore prestato alla politica, hanno dovuto “arruolare” un neo-senatore eletto come liberale indipendente.
Sempre restando nel campo “governativo” si è rivelata molto buona la prova dei democristiani della KDU-ČSL (14 Seggi alla Camera nel 2013): sette i senatori eletti di cui 3 autonomamente e 4 in coalizione con i Verdi (non presenti nell’altro ramo del Parlamento), un’insolita quanto fruttuosa alleanza che, da entrambe le parti, dichiarano di voler proseguire. La KDU-ČSL sale a 10 senatori, diventando il terzo Gruppo del Senato in valori assoluti ed il secondo dell’area governativa. I Verdi, dal canto loro, con le nuove presenze riescono a costituire un gruppo autonomo di 5 Senatori.
Un altro movimento che subisce una dura battuta d’arresto è il secondo partito ceco aderente al PPE ossia TOP 09, che non elegge nessun senatore (aveva eletto 26 deputati alla camera lo scorso anno). Causa principale della batosta è da attribuire certamente alla ripresa elettorale dell’altro movimento cattolico KDU-ČSL che, come abbiamo detto, fa parte dell’area governativa. Altri scontenti hanno rivolto la propria attenzione ed il proprio voto verso il Movimento dei Sindaci ( STAN, tradizionale alleato del TOP 09 in entrambi i rami del Parlamento), che con l’elezione di un senatore ha fatto arrivare la propria rappresentanza nella Camera Alta a 6 seggi.
L’unico partito d’opposizione che ha tenuto è quello dei liberal-conservatori dell’ODS (16 seggi alla camera nel 2013) che pur eleggendo un solo senatore sui due andati al ballottaggio rimane, con i suoi 14 senatori, il più rappresentato al Senato dei partiti di opposizione.
Per risultati e sigle partiti
SIGLE
ANO 2011
ČSSD
Česká strana sociálně demokratická
KSČM
Komunistická strana Čech a Moravy
ODS
Občanská demokratická strana
SLK
Starostové pro Liberecký kraj
SPO
Strana práv občanů
SsČR
Strana soukromníků České republiky
STAN
STAROSTOVÉ A NEZÁVISLÍ
SZ
Strana zelených
BEZPP
bez politické příslušnosti