È stato presentato alla Duma un progetto di legge che amplia le possibilità di svolgere inchieste parlamentari. I proponenti delle modifiche alla legge del 2005 «Sull’inchiesta parlamentare» sono stati due membri del Consiglio della Federazione: il presidente del comitato per la legislazione costituzionale, le questioni giuridiche e giurisdizionali e per lo sviluppo della società civile Andrej Klišas e un membro dello stesso comitato, Konstantin Dobrynin.
Da quando la citata legge è stata approvata (su proposta del Presidente Putin) il parlamento ha svolto solo due inchieste. Nel 2004 il Consiglio della Federazione ha costituito una commissione per indagare le cause dell’agguato avvenuto nella scuola di Beslan. Il rapporto del presidente della commissione, Aleksandr Toršin, aveva rilevato le forti critiche delle vittime e dei soccorritori che ritenevano che fossero stati occultati i nomi dei funzionari che non erano riusciti ad evitare la tragedia. Nel 2009 presso la Duma si è svolta un’indagine sull’avaria della centrale nucleare di Sajano-Šušenska. Nel 2011 la stessa Duma non ha svolto l’indagine richiesta sulle cause della caduta ad Jaroslavl dell’aereo Jak-42.
Nel 2012 Putin, nell’articolo pubblicato durante la campagna elettorale “Democrazia e qualità dello Stato”, aveva proposto ai parlamentari di «riempire le procedure delle inchieste parlamentari di un reale contenuto».
Una così ridotta pratica di applicazione dell’inchiesta parlamentare viene spiegata dagli esperti con la tradizionale reticenza delle autorità russe verso qualunque forma di pubblicità delle questioni più scottanti. Nella legge attuale sono previste severe limitazioni, ad esempio per la costituzione di una commissione di inchiesta è necessario il consenso delle due camere. Per questo i senatori propongono di prevedere una commissione di conciliazione in caso di dissenso tra le camere, prima di sottoporre la proposta di inchiesta ad un secondo esame. Secondo le modifiche proposte, se durante il secondo esame per la formazione della commissione si dovessero pronunciare almeno i due terzi del numero complessivo dei membri della camera non concorde, allora la decisione sullo svolgimento dell’inchiesta sarebbe considerata adottata. Si propone anche di ampliare la tipologia dei proponenti l’inchiesta (ai deputati ed al plenipotenziario per i diritti dell’uomo si aggiungerebbero il Presidente, i governatori e i semplici cittadini) e l’elenco dei motivi per richiederla. Attualmente l’inchiesta può essere iniziata in due casi: 1. Violazione severa o massiccia dei diritti costituzionali del cittadino; 2. Catastrofi tecnologiche e loro conseguenze.
Gli autori del progetto ritengono che tra i nuovi motivi di indagine debbano esservi anche «fatti che testimoniano la preparazione, il tentativo o il compimento di reati gravi contro la sicurezza pubblica e il potere statale» ed anche circostanze «che rivestono una elevata rilevanza pubblica e che hanno carattere negativo». Potrebbero essere soggetti ad inchiesta parlamentare anche fatti di mancata esecuzione dei bilanci dei diversi livelli pubblici, violazioni da parte dei dipendenti pubblici della legislazione relativa alla formazione ed esecuzione dei programmi statali, della gestione della proprietà pubblica, dell’aggiudicazione degli appalti pubblici e nella sfera della lotta alla corruzione.
Secondo le modifiche proposte dai senatori, al termine dei lavori della commissione di inchiesta questa potrebbe proporre di privare il membro del Consiglio della Federazione o il deputato della Duma di Stato dell’immunità parlamentare. Attualmente per arrivare a tanto è necessario che il procuratore generale abbia presentato la relativa proposta alla camera.
Gli autori degli emendamenti propongono anche di inserire nella legge sull’inchiesta parlamentare il principio di «non ingerenza nell’attività della commissione parlamentare» da parte di organi del potere statale, cittadini e persone fisiche.
Il Governo federale, nella persona del vice premier Vladislav Surkov, e la Corte suprema federale, in proprie osservazioni ufficiali nei confronti di tale progetto di legge hanno espresso una serie di riserve ritenendo che l’elaborazione dello stesso dovrebbe essere perfezionata. In particolare entrambe le istituzioni dissentono dalla proposta di escludere dal comma 1 dell’art 287 del codice penale la parola «funzionari» al fine di estendere la responsabilità penale per rifiuto ingiustificato di fornire informazioni al parlamento non solo ai funzionari ma anche ad altre persone obbligate e fornire tali informazioni.
Angela Di Gregorio
Fonti: www.gazeta.ru; www.garant.ru; www.duma.gov.ru