Secondo un articolo di Alexandra Samarina, pubblicato sulla Nezavisimaja Gazeta il 9 aprile, anche se Russia unitaria nega che si starebbero formando al suo interno delle fazioni pronte a dar vita a soggetti politici diversi, sarebbe in atto un rafforzamento della fazione di destra, più liberale, che vedrebbe nel futuro premier Dmitrij Medvedev il suo leader ideale. Ciò costituirebbe una risposta al recente gesto di Putin di porsi come leader del Fronte popolare pan-russo.
Di conseguenza sarebbero ipotizzabili alcuni scenari politici:
- Scenario ottimista
Il premier in pectore potrebbe diventare il leader di Russia unitaria alla prossima convenzione del partito. Il primo passo in tale direzione sarebbe stato fatto il 24 settembre 2011 quando Medvedev si è posto alla testa della lista del partito. Putin successivamente ha preso le distanze dal partito dominante accettando, la scorsa settimana, di divenire leader del Fronte popolare panrusso (che è peraltro una sua creatura, come lo era stata anni fa Russia unitaria). Secondo alcuni commentatori ciò potrebbe risultare semplicemente nella creazione di un nuovo partito del potere, il partito popolare o fronte popolare. Sarebbe una sorta di battaglia “between the good and the best”, come avveniva un tempo in Unione sovietica.
Il capogruppo parlamentare di Russia unitaria Andrej Vorobev non ha né confermato né negato che la prossima convenzione potrebbe affrontare la questione della leadership. Obiettivamente la leadership di Medvedev promuoverebbe la modernizzazione del paese e darebbe così spazio all’ala più modernizzatrice del partito che dovrebbe supportare i progetti di legge proposti dal premier.
- Scenario desolante
Secondo alcuni commenti della stampa, Russia unitaria non sarebbe altro che una componente del Fronte popolare panrusso, una sorta di strumento per collocare rappresentanti di quest’ultimo in politica e nelle strutture di potere. Secondo il politologo Gleb Pavlovsky, della Effective Politics Foundation, Putin non avrebbe bisogno di un proprio nuovo partito. Del resto il Fronte non è un partito, anzi è stato il modo per Putin per prendere le distanze in generale dai partiti.
Secondo Pavlovsky “il Fronte popolare panrusso è un modo per Putin per porsi al di sopra delle parti, come una sorta di moderatore non coinvolto”. E’ come se rifiutasse di giocare con le regole “che lui stesso ha inventato e con cui ha forzato la società”.
Auto-escludendosi da tale sistema politico il Presidente autorizzerebbe il venir meno delle regole: “Dimentichiamoci i sistemi monopartitico, bipartitico o multipartitico. Quello che si vede adesso sono i contorni di un gap nel sistema di comando tra un Presidente sempre meno costituzionale ed una struttura di potere in generale sempre meno costituzionale”.