Le elezioni presidenziali in El Salvador.
di Christian Mosquera
Le elezioni presidenziali del 2019 in El Salvador sono state vinte, al primo turno, dal carismatico candidato Nayib Bukele, ex sindaco della capitale che dopo aver abbandonato il partito di sinistra Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN), si è presentato alle elezioni sostenuto da una piccola formazione di destra la Gran Alianza por la Unidad Nacional (GANA).
I risultati delle recenti elezioni sono stati pubblicati dal Tribunale Supremo Elettorale (TSE): il candidato Bukele ha vinto le elezioni ottenendo il 53,027% dei voti, mentre al secondo posto si è collocato Carlos Calleja del partito conservatore Alianza Republicana Nacionalista (ARENA) con il 31,775% dei voti e, al terzo posto Hugo Martínez del partito di sinistra FMLN con il 14,418% dei voti. Alle elezioni si è presentato anche un quarto candidato, Josué Alvarado del partito di centro VAMOS, che però ha ottenuto soltanto lo 0,78% dei consensi.
Bukele in precedenza ha ricoperto la carica di sindaco di Nuevo Cuscatlán (2012-2015), e di San Salvador (2015-2018), ottenendo risultati concreti in particolare nella lotta alla criminalità nella capitale. In entrambi i casi è stato eletto come candidato del FMLN, ma nell’ottobre 2017, è stato espulso da tale partito per le posizioni inconciliabili con quelle del partito. Per potersi presentare alle elezioni presidenziali ha deciso di aderire al piccolo partito di destra GANA nel quale sono confluiti alcuni dissidenti del FMLN, anche se durante la campagna elettorale si è autodefinito come “un candidato antisistema”.
La campagna elettorale di Bukele non è stata condotta attraverso i mezzi di comunicazione tradizionali. Il candidato, infatti, ha preferito diffondere il suo programma tramite i social, tanto da essere stato definito come “il candidato della rete”. Nel suo programma Bukele ha puntato molto sui principali problemi che affliggono il Paese, di cui sono state accusate le precedenti amministrazioni – e che negli ultimi anni hanno provocato un esodo massiccio di migranti verso gli Stati Uniti – tra i quali la corruzione, la forte disuguaglianza economica insieme alla povertà e la violenza, soprattutto delle gang che hanno reso El Salvador uno dei paesi con i più alti tassi di omicidi al mondoi.
La vittoria del candidato di GANA Bukele nelle recenti elezioni presidenziali ha determinato la fine dello storico bipartitismo che aveva caratterizzato il Paese dalla fine della guerra civile (1980-1992). Infatti, da allora vi era stata un’alternanza al potere dei due maggiori partiti, quello di sinistra FMLN e quello di destra ARENA.
L’affluenza alle urne è stata piuttosto bassa: soltanto il 51% degli aventi diritto si è effettivamente recato a votare, rispetto al 61% delle precedenti elezioni presidenziali. Il magistrato Miguel Cardoza del TSE ha fatto notare che l’aumento del tasso di astensionismo costituisce un importante messaggio dell’elettorato verso la classe politica.
Anche El Salvador si aggiunge alla lista dei paesi nei quali è prevalso il voto di protesta di fronte alla crisi dei partiti tradizionali, i quali vengono accusati di non aver saputo né risolvere i vecchi problemi di corruzione, violenza e povertà, né fare fronte alle nuove sfide che affliggono le società.
Lo Stato centroamericano è una repubblica presidenziale. Il capo dello Stato si pone anche a capo dell’esecutivo.
L’elenco di poteri che la Costituzione affida al Presidente della Repubblica è alquanto ampia, va da quelli più inerenti per natura al ruolo di capo dell’esecutivo, a quelli che intersecano gli altri poteri dello Stato (promulgare/sanzionare le leggi o, commutare le pene, ecc). Inoltre, come in altri regimi presidenziali della regione e non solo, anche la Costituzione di El Salvador prevede la nomina e la revoca presidenziale dei ministri tra le prerogative del Presidente (artt.162 e 168 Cost.).
L’elezione del Presidente della Repubblica è regolata oltre che dalla Costituzione, dal codice elettorale, dalla legge speciale per l’esercizio del voto all’estero nelle elezioni presidenziali e, dalla legge sui partiti politici.
La Costituzione all’art.154 stabilisce che il mandato presidenziale è di cinque anni e che l’insediamento avviene il primo giorno di giugno dell’anno della sua elezione. Per essere eletto il candidato deve ottenere il 50% più 1 dei voti validi al primo turno, altrimenti si procede ad una seconda tornata elettorale tra i due candidati che hanno ricevuto il maggior numero di voti al primo turno.
Affinché la candidatura alla carica di Presidente della Repubblica sia valida è necessario che venga depositata presso il TSE, ossia l’autorità competente in materia elettorale, la quale indice le elezioni presidenziali e verifica, il soddisfacimento dei requisiti per la candidatura (art.169 codice elettorale e art. 208 Cost.).
Fonti:
- Costituzione della Repubblica di El Salvador, reperibile in lingua originale in: https://www.oas.org/dil/esp/Constitucion_de_la_Republica_del_Salvador_1983.pdf
- R. Muggah and K. Aguirre Tobón, Citizen security in Latin America: Facts and Figures, IGARAPÉ INSTITUTE, Report 26 aprile 2018, in https://igarape.org.br/
- J. García, Dudas y esperanzas en El Salvador de Bukele, in El País, 5 febbraio 2019, https://elpais.com/
- Redacción BBC, Elecciones en El Salvador: cómo Nayib Bukele pudo derrotar “sin ideología ni un partido fuerte” a las principales fuerzas políticas del país, in BBC, 5 febbraio 2019, https://www.bbc.com/
- Tribunal Supremo Electoral https://www.tse.gob.sv/
i Secondo i dati forniti dall’IGARAPÉ INSTITUTE, nel 2017 El Salvador è stato il paese con il tasso più alto di omicidi pari a 60 omicidi ogni 100.000 abitanti e nel 2016 la capitale San Salvador è stata la città più pericolosa in America Latina con 136,7 omicidi ogni 100.000 abitanti.