EL SALVADOR. L’INSEDIAMENTO DEL PRESIDENTE BUKELE E LE PRIME MISURE DEL GOVERNO PER RISOLVERE I PRINCIPALI PROBLEMI DEL PAESE.
di Christian Mosquera *
Il primo giugno 2019, sulla scorta di quanto stabilito all’art. 154 della Costituzione di El Salvador, Nayib Bukele si è insediato come Presidente della Repubblica per un mandato presidenziale di cinque anni. Bukele ha assunto formalmente la carica e i relativi poteri prestando giuramento nelle mani del Presidente della Asamblea Legislativa, in una cerimonia che ha avuto luogo nella piazza Gerardo Barrios, nel centro storico della capitale San Salvador. A tale cerimonia erano presenti sei capi di Stato e due Vicepresidenti di Stati latino-americani, delegazioni di diversi paesi – tra cui quella degli Stati Uniti – nonché centinaia di cittadini. Non erano stati invitati invece i capi di Stato dell’Honduras, del Nicaragua e del Venezuela, definiti dal Presidente Bukele “dittatori”, il 23 gennaio, su twitter.Bukele è il sesto Presidente della Repubblica che si insedia a seguito degli accordi di pace del 1992, che hanno messo fine a dodici anni di guerra civile (1980-1992), tra l’esercito salvadoregno, i guerriglieri marxisti del Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN) e i gruppi paramilitari di estrema destra, tra cui los escuadrones de la muerte. Dalla fine della guerra civile in El Salvador i soli due partiti che si erano contesi il governo del paese erano stati il partito di destra Alleanza Nazionalista Repubblicana (ARENA), e il partito di sinistra FMLN (costituitosi legalmente come partito politico proprio con la firma degli accordi di pace). L’insediamento del Presidente Bukele ha determinato, quindi, la rottura del sistema bipartitico e l’inizio di una nuova fase politica che vede il neo-Presidente alla guida del partito di centro-destra Grande Alleanza per l’Unità Nazionale (GANA).
Alle elezioni presidenziali del febbraio 2019 Bukele aveva vinto, già al primo turno, grazie all’innovativa e molto efficace campagna elettorale condotta attraverso i social media, e pur non avendo presentato uno specifico programma di governo, aveva tuttavia promesso di risolvere i grandi problemi che affliggono il paese, in particolare, gli alti indici di violenza, la corruzione endemica, la forte disuguaglianza economica e le condizioni di povertà in cui versano ampi settori della società, problemi che costituiscono, da decenni ormai, le vere sfide da superare per il paese centroamericano.
A quattro mesi dall’insediamento del Presidente Bukele, pare dunque possibile ripercorrere quanto fatto dal governo per realizzare le promesse elettorali. Nonostante il Presidente abbia deciso di non presentare un programma “ufficiale” delle future azioni di governo, dalle prime misure adottate dell’esecutivo emerge che le priorità riguardano la sicurezza, le relazioni internazionali (specie con gli Stati Uniti), e la lotta alla corruzione.
Tuttavia, il primo provvedimento del Presidente Bukele, adottato il giorno successivo all’insediamento, riguarda la riorganizzazione dei rapporti tra le istituzioni di vertice dello Stato, specificamente tra il Presidente della Repubblica e i militari. Il Presidente ha intimato alle Forze Armate di mutare la denominazione di una caserma, intitolata a Domingo Monterrosa, il militare ritenuto dalla Commissione per la verità dell’ONU responsabile del massacro di El Mozote, strage avvenuta tra il 10 e il 12 dicembre del 1981, quando l’esercito al servizio del dittatore José Duarte, sterminò gli abitanti di questo piccolo villaggio perché riteneva che offrissero sostegno ai guerriglieri del FMNL.
Tale decisione del Presidente Bukele è parsa, ad alcuni, come un gesto volto ad acquistare consenso, mentre, ad altri, come “una decisione storica”, che rappresenterebbe una misura di giustizia post- autoritaria. In ogni caso, quello che va sottolineato è che per decenni, nonostante le numerose richieste da parte delle vittime e dei loro familiari, i diversi governi che si sono succeduti dalla fine della guerra civile, hanno sempre evitato di affrontare direttamente la questione del militare Monterrosa per non creare scontenti nelle Forze Armate. Infatti, parte dei militari non lo ritiene responsabile della strage, ma lo considera un eroe nella lotta contro la rivolta armata degli anni Ottanta.
Il problema della sicurezza è stato affrontato sin dalle prime settimane di governo dal Presidente Bukele. Già il 18 giugno è stato annunciato un piano dell’esecutivo, il “Plan de Seguridad Control Territorial”, per far fronte ai gruppi criminali, in particolar modo la violenta gang Mara Salvatrucha (MS, Mara o MS-13). Va ricordato che secondo i dati forniti dall’IGARAPÉ INSTITUTE, nel 2017 El Salvador è stato il Paese con il tasso più alto di omicidi, pari a 60 omicidi ogni 100.000 abitanti e, nel 2016 la capitale San Salvador è stata la città più pericolosa in America Latina con 136,7 omicidi ogni 100.000 abitanti.
Il piano di controllo territoriale, che non pretende solo di garantire la sicurezza, ma di risolvere il problema alla radice attraverso politiche di inclusione sociale rivolte ai giovani che versano in condizioni di vulnerabilità e che finiscono per aderire alle gang, si struttura in tre punti. In primo luogo, prevede di intervenire direttamente nei centri di reclusione, aumentando i controlli o addirittura impedendo le comunicazioni dei detenuti verso l’esterno per evitare che possano continuare ad impartire ordini dall’interno delle carceri. In secondo luogo, dispone di colpire i finanziatori delle gang. Infine, il piano stabilisce il potenziamento di polizia ed esercito in 22 comuni del paese.
La strategia adottata dal Presidente Bukele per risolvere il problema della sicurezza pare dunque parzialmente diversa dalle strategie “repressive” adottate, senza successo, dai suoi predecessori. Soprattutto pare che il Presidente Bukele abbia capito che le gang non costituiscono solo un problema di sicurezza, ma anche un problema sociale e che strategie basate sull’inclusione sociale dei giovani siano più adatte ed efficaci di quelle, meramente o prevalentemente, repressive. Infatti, da quando è iniziata l’attuazione del piano, il tasso di omicidi è diminuito in modo rilevante. Secondo i dati della Polizia di El Salvador, nel mese di luglio si sarebbero registrati 154 omicidi, mentre la media nei mesi precedenti era quasi il doppio.
Per quanto concerne la politica estera, Bukele si è concentrato soprattutto sui rapporti con gli Stati Uniti. Le questioni che interessano principalmente i due Paesi riguardano l’immigrazione e le relazioni economiche. In merito alla prima questione, il Presidente Trump ha chiesto al capo dello Stato salvadoregno di adottare misure per diminuire il flusso di migranti verso gli Stati Uniti, mentre il Presidente Bukele, da parte sua, ha deciso di intervenire a favore dei migranti salvadoregni che vivono già negli Stati Uniti sotto lo “Status di Protezione Temporanea” e che rischierebbero l’espulsione con le nuove politiche migratorie adottate dal Presidente Trump. In merito alle relazioni economiche, invece, il Presidente Bukele ha sostenuto che El Salvador necessita di investimenti internazionali per crescere economicamente e ha cercato di attrarre capitali dagli Stati Uniti.
La lotta alla corruzione, infine, pare sia l’altra priorità del Presidente Bukele. A tale proposito, il 6 settembre 2019, El Salvador ha firmato un accordo con l’Organizzazione di Stati Americani (OSA) per istituire una Commissione Internazionale per la Lotta contro la Corruzione e l’Impunità (CICIES). Nonostante l’accordo istitutivo della Commissione già preveda il carattere “autonomo, indipendente, neutrale e trasparente” della stessa, il Presidente ha dichiarato pubblicamente che non ci saranno strumentalizzazioni del nuovo organo per punire gli avversari politici.
FONTI
- Costituzione della Repubblica di El Salvador, reperibile in lingua originale in: https://www.oas.org/dil/esp/Constitucion_de_la_Republica_del_Salvador_1983.pdf
C. Salinas Maldonado, Nayib Bukele encara la memoria histórica de El Salvador, in El Pais, 3 giugno 2019. - Global Study on Homicide 2019, della United Nations Office on Drugs and Crime, reperibile in https://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/global-study-on-homicide.html
- K. Semple, Trump Attracts Central American Support for Hard-Line Migration Policies, in The New York Times, 25 settembre 2019.
- M. Delcid, Los primeros 100 días de Bukele en El Salvador, in CNN, 7 settembre 2019.
Organizzazione di Stati Americani, Accordo tra El Salvador e la Segreteria Generale dell’OSA per l’istituzione della CICIES, reperibile in http://www.oas.org/documents/spa/press/acuerdo-oea-el-salvador-mision-instalacion-cicies.pdf - Redazione RT, Cómo logró el nuevo Gobierno de El Salvador las cifras más bajas de asesinatos en el siglo XXI, in RT, 10 settembre 2019.
- R. Muggah and K. Aguirre Tobón, Citizen security in Latin America: Facts and Figures, in IGARIPÉ INSTITUTE, rapporto aprile 2018. https://igarape.org.br/
- R. Valencia, Julio de 2019 cierra como uno de los meses menos violentos del siglo XXI, il El Faro, 1 agosto 2019.
*Cultore della materia in Diritto Costituzionale Comparato, Università degli Studi di Milano.