di Laura Alessandra Nocera
The Polish Minister of Economy and Finance, Mateusz Morawiecki, has replaced as the Prime Minister Beata Szydło. This cabinet reshuffle could affect a changement in economy and foreign affairs.
La sera del 7 dicembre in Polonia è stato annunciato un rimpasto governativo da parte dei vertici del partito al governo, Diritto e Giustizia (PiS). La portavoce del partito, Beata Mazurek, ha comunicato le imminenti dimissioni del primo ministro Beata Szydło, che sarà sostituita dall’attuale ministro dell’economia e delle finanze Mateusz Morawiecki.
Si tratta di un cambiamento dovuto all’esigenza di nuove scelte politiche, sia agli interni che agli esteri, e che dovrebbe allentare la tensione tra la maggioranza conservatrice di governo e il Presidente della Repubblica Andrzej Duda, anch’egli appartenente al PiS, dopo l’approvazione da parte del Parlamento delle tre leggi del “pacchetto giustizia”, su due delle quali Duda aveva prima posto il veto e poi era intervenuto con proprie proposte alternative. Le due leggi contestate sono state approvate dal Sejm dopo estenuati trattative e mediazioni tra i progetti originari e quelli presentati da Duda.
Il nuovo primo ministro si presenterà dinanzi al Sejm, la camera bassa del parlamento polacco, per chiedere la fiducia martedì 12 dicembre, mentre è previsto un completo rimpasto governativo entro la fine di gennaio. L’ex premier Beata Szydło resterà nel novero dei ministri, probabilmente con funzioni di vice-premier.
Figlio di un esponente di rilievo di Solidarność, Morawiecki è stato presidente della banca WBK, filiale polacca della Santander, dal 2007 al 2015, e consigliere economico e politico del partito conservatore.
In Morawiecki confida, anzitutto, Jaroslaw Kaczyński, leader del PiS e vero uomo forte del Paese, che lo ha definito un “visionario” soprattutto in campo economico, dove il “piano Morawiecki” propone uno sviluppo responsabile e d’ispirazione keynesiana che chiuderebbe il periodo del neo-liberismo economico. Tale programma economico è stato presentato con le parole del generale Pilsudski, padre dell’indipenza polacca: “La Polonia sarà grande o non sarà affatto”. Di fatto, Morawiecki, in considerazione dei troppi capitali e investimenti esteri da cui dipende l’economia del Paese, ha in mente una “ripolonizzazione” del settore bancario attraverso una serie di strategie attive e una strenua lotta contro l’evasione fiscale. La nuova politica economica di Morawiecki, inoltre, propone una stabilizzazione dell’economia del Paese attraverso una distribuzione più equa del capitale e delle risorse nelle diverse regioni e un maggior sostegno agli investimenti delle famiglie.
La nomina di Morawiecki a capo dell’esecutivo potrebbe imprimere una svolta moderata al Governo polacco anche sulla scena internazionale, dopo la radicalizzazione del Governo Szydło negli ultimi due anni. Morawiecki, infatti, è particolarmente a suo agio nelle istituzioni internazionali e sembra adesso l’unico in grado di riportare un certo equilibrio nei rapporti con l’Unione Europea, in particolare dopo che la Commissione europea ha avviato la procedura di infrazione innanzi alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per la riforma sulla giustizia. Inoltre, la Commissione, pochi giorni prima delle dimissioni del premier polacco, ha proposto ricorso per inadempimento innanzi alla Corte di giustizia contro Polonia, Ungheria e Repubblica ceca per non aver adempiuto agli obblighi europei sulle quote di accoglimento dei migranti.
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