di Cristiano Preiner
In questo ultimo intervento pre-elettorale forniamo un approfondimento sul voto di domenica prossima in Ungheria anche perché rispetto alle ultime politiche del 2010 ci sono rilevanti novità sia in termini di aventi diritto al voto sia in termini di formula elettorale.
Le principali modifiche che verranno applicate ora per la prima volta sono intervenute in seguito all’approvazione della legge organica CCIII del 2011 “Sull’elezione dei deputati dell’Assemblea nazionale”, adottata ai sensi della nuova Costituzione. Tale legge introduce delle modifiche nel sistema elettorale precedente, senza peraltro snaturarne la formula, che rimane quella mista con un meccanismo tale da assegnare al primo partito un notevole premio (implicito) in seggi.
CHI VOTA
Votano tutti i cittadini ungheresi adulti con residenza permanente o temporanea nel paese. In questo caso l’iscrizione nei registri elettorali è automatica. Diversamente dalle politiche di quattro anni fa hanno diritto di voto anche i cittadini ungheresi residenti all’estero previa domanda di registrazione. Al 2 aprile il numero di questi ultimi regolarmente registrati presso l’Ufficio elettorale nazionale (Nemzeti választási iroda – NVI) era di 195.341. I paesi da cui giunge il maggior numero di domande di iscrizione sono quelli confinanti: 99.628 richieste dalla Romania, 29.144 dalla Serbia. Significativa nella lista del NVI la voce “Paesi che non concedono la doppia cittadinanza” in cui tra gli altri sono compresi Slovacchia e Ucraina. Dall’Italia provengono 243 domande. Il voto degli ungheresi all’estero è espresso per corrispondenza. Tra gli aventi diritto figurano anche gli appartenenti alle 13 minoranze nazionali riconosciute ufficialmente purché residenti in Ungheria.
COME E PER CHI SI VOTA, IL NUOVO SISTEMA ELETTORALE
Il parlamento che si va a rinnovare (Assemblea nazionale o Országgyűlés) vede una drastica riduzione del numero di deputati i quali passano da 386 a 199. La riduzione è stata disposta dal primo comma dell’articolo 3 della già citata legge CCIII del 2011. In Ungheria infatti il numero dei parlamentari non è fissato nella Costituzione ma nella legge organica. Il sistema elettorale varato è un sistema misto in cui la quota maggioritaria è più incisiva rispetto alla normativa in vigore fino al dicembre 2011. I seggi aggiudicati nei collegi uninominali sono 106 (53% sul totale) rispetto ai passati 176 (46% sul totale). I restanti 93 seggi derivano proporzionalmente dalle liste nazionali (országos listák). Non ci sono più le liste territoriali (20 regionali e di Budapest capitale) da cui dipendevano un massimo di 152 mandati. Gli elettori residenti esprimono pertanto due voti: uno per il candidato del collegio uninominale ed uno per la lista di partito. Le liste di partito sono bloccate. Gli elettori non residenti (ossia quelli che votano dall’estero) possono votare solo per le liste nazionali di partito. Le minoranze nazionali possono registrarsi scegliendo preventivamente se votare per apposite liste delle nazionalitá (nemzetiségi listák), oppure votare come elettori ”normali” non di minoranza. È stato abolito il doppio turno e si vota in un’unica giornata.
Nei collegi uninominali vale la regola del maggioritario secco (first past the post). L’assegnazione dei restanti 93 seggi è affidata al classico metodo d’Hondt e si procede per divisioni successive per cui sono favoriti i candidati meglio posizionati nelle liste nazionali di partito. Una novità di rilievo è l’abolizione della lista di compensazione nazionale (országos kompenzációs lista) che sommava ai voti delle liste territoriali anche quelli residui (töredékszvazat) che non erano stati sufficienti a conquistare il collegio uninominale. Ora la funzione compensativa funge anche da premio di maggioranza. Ai voti di lista necessari alla distribuzione dei 93 seggi proporzionali si aggiungono infatti non solo i voti degli sconfitti nei collegi ma anche quelli cosiddetti in surplus, ossia la differenza di voti tra il vincitore ed il secondo arrivato. Chi vince ”consegna” praticamente al suo partito oltre al seggio conquistato anche i voti di vantaggio sul secondo. Permane nel sistema la soglia di sbarramento che è del 5% per le liste singole, del 10% per le coalizioni di due partiti, del 15% per le coalizioni di tre o più partiti.
Il legislatore ha voluto facilitare l’ingresso in parlamento dei rappresentanti delle minoranze nazionali. Perché sia garantito almeno un seggio a rappresentanza viene fissata una quota da superare, cosiddetta agevolata (kedvezményes kvóta), ottenuta dalla somma dei voti di tutte le liste che hanno superato il 5% più quelli delle liste delle minoranze, divisa per 93 e divisa ancora per quattro. In caso di mancato superamento di questa soglia viene comunque assicurato alle minoranze l’accredito di un proprio ”rappresentante-osservatore” (szószoló) nell’Assemblea nazionale.
CANDIDATI E LISTE
Come si evince dai dati pubblicati dall’Ufficio elettorale nazionale, sono complessivamente 3220 i candidati a deputato alle prossime elezioni politiche, distribuiti tra liste nazionali e collegi uninominali. Alla ripartizione proporzionale dei seggi concorrono 18 liste nazionali di partito, di cui ben 13 espressioni delle minoranze nazionali. Solo quattro sono tuttavia le liste più forti, destinate a superare la soglia di sbarramento del 5% e sono anche le uniche a presentare candidati in tutti i 106 collegi uninominali. Si tratta dei seguenti partiti:
– Fidesz – Kdnp: è la lista codiddetta ”comune” (közös lista) della destra conservatrice, che unisce il partito del premier Viktor Orbán Fidesz (Unione dei giovani democratici o Unione Civica ungherese) e il piccolo partito dei Cristiano-democratici (Kereszténydemokraták), guidato dal vice-premier Zsolt Semjén. La coalizione propone la riconferma di Viktor Orbán alla carica di primo ministro.
– MSZP-EGYÜTT-DK-PM-MLP: è la lista comune che raggruppa una coalizione dei partiti di centrosinistra (baloldali összefogás). In lista ci sono due ex-premier, Gordon Bajnai – in carica dall’aprile 2009 al maggio 2010 – leader di Együtt (Insieme), e Ferenc Gyurcsány – in carica dal settembre 2004 all’aprile 2009 – presidente di Demokratikus Koalíció (Coalizione democratica). Gli altri due partiti sono Párbeszéd Magyarországért (Dialogo per l’Ungheria) ed Magyar liberális párt (Partito liberale magiaro). Candidato alla guida del governo è il giovane Attila Mesterházy, presidente del Magyar szocialista párt (Parito socialista magiaro), principale forza politica della coalizione.
– Jobbik: il Jobbik Magyarországért Mozgalom (Movimento per un’Ungheria migliore) è il partito di estrema destra ungherese. Di ispirazione nazionalista ed anti-europeista candida a premier il suo leader Gábor Vona.
– LMP: è l’acronimo di Lehet más a politika (La politica può essere diversa). Nato nel 2008, è alla sua seconda partecipazione alle elezioni politiche. Si tratta di un movimento indipendente di natura ecologista e progressista che ”si prepara a fare opposizione” e per questo – ha dichiarato a gennaio il suo leader e capolista András Schiffer – ”non presenta nessun candidato alla guida dell’esecutivo”.
Concorrono tra le altre liste anche il neocomunista Munkáspárt (Partito operaio) di Gyula Thürmer ed il partito dell’ex-presidente dell’Assemblea nazionale ed ex-socialista Katalin Szili, Közösség a társadalmi igzságosságért (Comunità per la giustizia sociale). I rom poi, oltre alla lista di minoranza nazionale, la Országos Roma Önkormányzat (Autogoverno nazionale dei rom), sono presenti anche come lista nazionale del Magyarországi cigánypárt (Partito degli zingari d’Ungheria) e concorrono in 61 collegi.
LE PRECEDENTI ELEZIONI
La legislatura ora in scadenza (2010-2014) ha registrato un parlamento in cui la coalizione di governo deteneva una maggioranza dei due terzi (kétharmados többség). La coalizione conservatrice del Fidesz-Kdnp disponeva di 263 seggi in virtù del 52,7% di voti ottenuti alle ultime elezioni del 2010. I consensi delle restanti tre forze politiche entrate in parlamento sono stati i seguenti: i socialisti di MSZP 19,3% (59 seggi), Jobbik 16,6% (47 seggi), LMP 7,4% (16 seggi). In seguito alla nuova composizione numerica dell’Assemblea nazionale la soglia dei due terzi è fissata a 133 mandati parlamentari. Secondo le ipotesi avanzate dal portale indipendente di informazione Index.hu un’affluenza alle urne superiore al 70% aumenterebbe le possibilità di un cambio di governo. Qualora non si superasse il 60%, la riconferma del premier Orbán con una maggioranza dei due terzi sarebbe certa. Alle precedenti elezioni l’affluenza era stata del 64,2%.
Fonti
(http://www.complex.hu/kzldat/t1100203.htm/t1100203.htm (link della nuova legge elettorale dall’archivio ufficiale telematico delle leggi del Parlamento ungherese )
(www.kormany.hu sito del Governo ungherese)
(http://valasztas.hu/ sito dell’Ufficio elettorale nazionale)
(http://index.hu/ portale indipendente di informazione in lingua ungherese)