COVID-19 IN HUNGARY. NATIONAL ASSEMBLY AUTHORIZES GOVERNMENT TO RULE BY DECREE.

L’emergenza Covid-19 in Ungheria. Proclamato lo stato di pericolo. Il Parlamento conferisce poteri eccezionali al Governo

As the coronavirus spreads across Hungary, the state of danger has been declared. Hungarian National Assembly authorizes Government to rule by decree. Political oppositions fiercely criticize and warn against the risk of dictatorship.

di Cristiano Preiner1

Lo stato di pericolo

Dallo scorso 11 marzo è ufficialmente in vigore in Ungheria lo stato di pericolo (veszélyhelyzet). Per far fronte alla diffusione del Covid-19, manifestatosi per la prima volta nel paese il 4 marzo con il contagio di due studenti iraniani, il Governo ha fatto ricorso ai poteri eccezionali che la Costituzione prevede in diverse fattispecie.

L’articolo 53 della Legge Fondamentale, che disciplina lo stato di pericolo, era stato pensato in realtà per fronteggiare situazioni derivanti da disastri naturali e incidenti industriali. Tuttavia esso si presta meglio alla gestione di una pandemia rispetto agli altri regimi specifici previsti dall’ordinamento costituzionale magiaro in casi di minaccia alla sicurezza nazionale (stato di crisi nazionale, di emergenza, di difesa preventiva, di minaccia terroristica, di attacco inaspettato).

Ai sensi del comma 1 del citato articolo, la dichiarazione dello stato di pericolo – introdotto con il decreto governativo 40/2020.(III.11.) pubblicato l’11 marzo 2020 – è una prerogativa esclusiva dell’esecutivo. Durante tutta la durata dello stato di pericolo il Governo è autorizzato ad emanare decreti che possono sospendere l’applicazione di norme di legge, modificare leggi e adottare misure straordinarie.

Una legge cardinale (per cui è necessaria l’approvazione della maggioranza speciale dei 2/3 dei membri dell’Assemblea nazionale), definisce nel dettaglio le materie oggetto dei decreti del Governo e ne prolunga la durata che è fissata dalla Costituzione a soli 15 giorni. Il decreto di dichiarazione dello stato di pericolo è l’unico decreto che non è soggetto a scadenza e perde di efficacia alla cessazione dell’emergenza, che è decisa dallo stesso Governo.

La legge sulla protezione dal coronavirus

Lunedì 30 marzo l’Assemblea nazionale ungherese attraverso una procedura d’urgenza (per cui il voto sulla proposta del Governo era obbligatorio entro i sei giorni dalla presentazione) ha approvato con la prevista maggioranza dei due terzi (137 voti favorevoli e 52 voti contrari) il progetto di legge di iniziativa governativa T/9790 “Sulla protezione dal coronavirus” (A koronavírus elleni védekezésről).

Il progetto di legge viene adottato in applicazione del comma 4 dell’articolo 54 della costituzione, secondo cui “le regole dettagliate da applicare in circostanze eccezionali sono inserite in una legge cardinale”.

Il comma 1 dell’articolo 2 del progetto conferisce al Governo la possibilità di intervenire in deroga alle leggi vigenti “nell’interesse di garantire la sicurezza della vita, della salute, delle persone, dei beni, della certezza del diritto nonché la stabilità dell’economia nazionale”.

L’Assemblea nazionale (lettera b, paragrafo 1, articolo 3) autorizza l’esecutivo “a prolungare la validità dei decreti governativi fino alla cessazione dello stato di pericolo”. Il provvedimento, come si legge nelle motivazioni specifiche del testo, ha lo scopo di assicurare “al Governo ungherese la facoltà di emanare e mantenere in vigore tutti i decreti contenenti misure straordinarie anche nel caso in cui l’Assemblea nazionale non sia in grado di riunirsi per qualsiasi motivo legato a contagi di massa da Covid-19”.

Il comma 2 dell’articolo 3 dispone che l’Assemblea nazionale possa revocare i poteri eccezionali concessi al Governo anche “prima della cessazione dello stato di pericolo”.

Il Governo (articolo 4) ha l’obbligo di informare costantemente il Parlamento sui provvedimenti adottati e in assenza di sedute “ne dà notizia al Presidente dell’Assemblea nazionale e ai capigruppo”.

La continuità di funzionamento della Corte Costituzionale, come specificato nell’articolo 5, è assicurata dal Presidente e dal Segretario generale della Corte stessa. La seduta plenaria dell’organo è garantita in ogni caso anche attraverso l’utilizzo di “strumenti di comunicazione elettronica”.

Come disposto dall’articolo 6, per tutta la durata dello stato di pericolo non possono essere indette elezioni suppletive né a livello nazionale né a livello locale. I procedimenti elettorali in corso sono sospesi. Lo stesso vale per le consultazioni referendarie nazionali e locali.

L’articolo 10 della legge “sulla protezione dal coronavirus” modifica in maniera rilevante il Codice penale introducendo un articolo dedicato al reato di “ostacolo alle misure di difesa dalle epidemie”. Chiunque ostacoli l’attuazione delle misure di contrasto alla pandemia è punibile con pene detentive fino a tre anni. La reclusione può estendersi a 5 anni per chi è ritenuto responsabile anche di disinformazione, manipolazione e distorsione della realtà allo scopo di creare allarmismo.

Commenti e reazioni

L’approvazione della legge è intervenuta dopo giorni di aspre polemiche tra la maggioranza monocolore del Primo ministro Viktor Orbán e le opposizioni. Il 23 marzo scorso l’Assembla nazionale aveva respinto la proposta del Governo volta a discutere e a votare la legge sulla protezione dal coronavirus con una settimana di anticipo rispetto al normale calendario dei lavori parlamentari.

Le opposizioni, dopo aver ribattezzato il provvedimento “legge sulla dittatura”, hanno negato la maggioranza dei 4/5 prevista dal Regolamento interno dell’Assemblea per consentire questo tipo di modifiche all’organizzazione delle sedute. “Noi abbiamo fiducia negli ungheresi, abbiamo fiducia nell’Ungheria, ma non ci fidiamo del governo Orbán” recitava all’indomani del voto la dichiarazione congiunta firmata da tutti gli esponenti delle forze politiche anti-Orbán a partire dai conservatori di Jobbik, sino alle formazioni di centro-sinistra Momentum, LMP, Parbeszéd, Liberali, DK e dei socialisti di MSZP. “Per questo motivo non possiamo concedere poteri illimitati al regime regnante nemmeno in tempi di crisi come questi”.

Il ministro dell’Ufficio del Primo ministro, Gergely Gulyás, commentando la scelta delle opposizioni, sottolineava in conferenza stampa che “il gesto del Governo era rivolto al più ampio coinvolgimento del Parlamento nella possibilità di revocare il conferimento dei poteri eccezionali”.

Il Presidente della Repubblica János Áder ha accompagnato la firma della proposta di legge sulla protezione dal coronavirus con una dichiarazione ufficiale specificando che “i poteri eccezionali del Governo non sono illimitati e sono legati ad una unica condizione ovvero la fine dell’epidemia”. “I poteri del Governo – scrive ancora Áder – sono strettamente limitati alla prevenzione, alla gestione, e alla risoluzione dell’epidemia nonché alla limitazione dei danni da essa derivanti”. Il Capo dello Stato ha concluso citando un discorso dell’eroe politico nazionale Lajos Kossuth che 172 anni addietro esortava “ad innalzare la nostra politica al livello delle circostanze”.

Ad oggi la situazione, come si legge sul portale ufficiale del Governo istituito per diffondere informazioni ufficiali sulla pandemia, vede 492 contagiati, 37 guariti e 16 decessi.

Fonti:

www.parlament.hu (sito ufficiale dell’Assemblea nazionale ungherese)

www.keh.hu (sito ufficiale dell’Ufficio del Presidente della Repubblica)

www.hirado.hu (sito ufficiale del canale di informazioni pubblico)

www.index.hu (portale indipendente di informazioni)

www.koronavirus.hu (sito ufficiale del Governo per dare informazioni sulla pandemia)

1 Dottore magistrale in Scienze internazionali e diplomatiche presso Università degli studi di Napoli L’Orientale, impiegato amministrativo dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

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