La risoluzione votata il 13 settembre è stata rigettata.
Risoluzione del Parlamento europeo sull’indipendenza politica del sistema giudiziario in Russia (2012/2789(RSP))
B7‑0434/2012 |
Il Parlamento europeo,
– viste le sue risoluzioni sulle relazioni tra l’UE e la Russia,
– visto l’articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che la Duma ha adottato diverse leggi controverse che hanno gravemente peggiorato le condizioni alle quali i cittadini della Federazione russa possono esercitare i loro diritti alla libertà di espressione e alla libertà di riunione;
B. considerando che, in una democrazia, il diritto alla libertà di espressione può essere soggetto a condizioni destinate, tra l’altro, a proteggere la morale e i diritti altrui; considerando tuttavia che le sanzioni imposte devono essere proporzionate alla gravità del reato e le condizioni non dovrebbero mettere a repentaglio i diritti civili;
C. considerando che la nuova legge sulle organizzazioni non commerciali definisce le organizzazioni non governative che ricevono finanziamenti dall’estero come “agenti stranieri” e genera ulteriori ostacoli amministrativi alle loro attività;
D. considerando che, in virtù della nuova legge che limita il diritto di protesta, coloro che prendono parte a proteste non autorizzate rischiano ammende massime di 300.000 rubli (7. 400 € o 9.300 $) o 200 ore di servizio comunitario, mentre le organizzazioni potrebbero vedersi comminare multe fino a 1 milione di rubli; e che le autorità amministrative dispongono ora di poteri accresciuti per rifiutare i permessi per le riunioni di massa;
E. considerando che, nel luglio 2012 le disposizioni sulla diffamazione sono state reintrodotte nel codice penale, invertendo in tal modo una legge varata soltanto da sette mesi che aveva ridotto la diffamazione a un illecito amministrativo;
F. considerando che la nuova legge volta a contrastare la pornografia infantile o i siti web indesiderabili, afferenti ad esempio alla droga o al suicidio, è soggetta a forti critiche perché la sua formulazione lascia spazio all’interpretazione, consentendo alle autorità di vietare i siti web politicamente critici, e può essere invocata per limitare il legittimo esercizio della libertà di espressione e di informazione;
G. considerando che, il 21 febbraio 2012, diversi membri del gruppo punk femminista russo Pussy Riot hanno eseguito una canzone di protesta intitolata Vergine Maria, redimici da Putin, nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca , con i volti nascosti da passamontagna, e che la canzone invita la Vergine Maria a diventare una femminista e a mettere al bando Vladimir Putin, criticando altresì la dedizione e il sostegno dimostrato a Putin da taluni rappresentanti della Chiesa ortodossa russa; e considerando che la performance faceva parte di un più vasto piano di proteste contro Putin e le elezioni irregolari in Russia e che a marzo Nadezhda Tolokonnikova, Maria Alekhina e Ekaterina Samutsevich, tutte poco più che ventenni, sono state arrestate con l’accusa di “teppismo per motivi di odio religioso o avversione nei confronti di un gruppo sociale, progettato da un gruppo organizzato”; considerando che il 17 agosto, un tribunale di Mosca ha condannato i tre membri del gruppo punk Pussy Riot a due anni di reclusione in una colonia penale;
H. considerando che il 17 agosto, quando la sentenza è stata pronunciata, decine di manifestanti, per lo più pacifici, sono stati arrestati fuori dal Palazzo di giustizia;
I. considerando che la performance delle Pussy Riot nella Cattedrale di Cristo Salvatore ha alimentato un ampio dibattito sui blog, sui social network e nei media in Russia, sfociato in azioni sia a favore che contro le tre donne arrestate, e che artisti, musicisti, attori e registi in Russia e in tutto il mondo hanno chiesto il rilascio delle tre ragazze;
J. considerando che, dopo la sentenza, la Chiesa ortodossa ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui, pur definendo giusti ed equi il processo e la sentenza, chiedeva al governo di dimostrare clemenza nei confronti delle tre donne;
K. considerando che la polizia ha anche rilasciato una dichiarazione secondo la quale è stato emesso un ordine d’arresto anche per altri due membri del gruppo Pussy Riot che avevano partecipato all’azione di febbraio, e che è stato avviato un procedimento penale distinto nei loro confronti;
1. sottolinea l’importanza che la Russia e l’UE si attengano pienamente ai loro obblighi giuridici internazionali e ai principi fondamentali dei diritti umani sanciti dalle convenzioni delle Nazioni Unite e dell’Unione europea, ad esempio la Convenzione europea sui diritti dell’uomo e il Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), entrambi sottoscritti dalla Russia;
2. deplora il fatto che il dialogo politico e sui diritti umani tra l’UE e la Russia si sia fino ad ora rivelato inefficace e che, nonostante le dichiarazioni ufficiali, non vi sia un accordo comune sui diritti umani, civili e democratici né sullo Stato di diritto;
3. è del parere che soltanto il dialogo, compreso il rafforzamento della sua dimensione parlamentare, possa contribuire a superare queste profonde differenze; invita la sua delegazione interparlamentare alla Duma russa a intensificare il dialogo con i suoi partner russi e ad esprimere e illustrare le preoccupazioni;
4. osserva e sostiene i recenti sforzi della Corte Suprema della Federazione Russa, volti tra l’altro a rafforzare la certezza del diritto russo, attraverso l’attuazione di obiettivi vincolanti sulla base della Costituzione e della pertinente legislazione relativa alle attività delle forze dell’ordine onde prevenire abusi e situazioni di arbitrarietà;
5. esprime preoccupazione per il fatto che, nel giro di soli due mesi, si sia assistito a un cambiamento preoccupante nel quadro legislativo che disciplina l’esercizio delle libertà di riunione, di associazione, di parola e di informazione nella Federazione Russa; esorta il governo e il parlamento della Federazione Russa a non retrocedere verso maggiori limitazioni dei diritti civili e democratici;
6. invita il governo e il parlamento della Federazione Russa a instaurare un clima in cui i singoli e le organizzazioni della società civile possano agire senza temere molestie o intimidazioni, come sancito dalla Costituzione russa e in conformità con gli obblighi internazionali della Russia, ad esempio, in quanto membro del Consiglio d’Europa;
7. prende atto delle recenti dichiarazioni del Presidente russo Putin, secondo cui non ci sarà alcuna interferenza da parte del governo nell’istruzione della causa;
8. è del parere che la condanna delle tre giovani donne a due anni di carcere per la pacifica, seppur controversa, espressione delle loro opinioni, sia del tutto immotivata, e chiede ai tribunali russi di riconsiderare tempestivamente la condanna di Nadezhda Tolokonnikova, Maria Alekhina e Ekaterina Samutsevich in linea con gli impegni internazionali della Russia, nonché di avviare quanto prima l’udienza presso il tribunale di secondo grado in conformità con l’istanza d’appello presentata dai legali delle donne;
9. invita le autorità a porre fine all’azione penale nei confronti dei membri del gruppo Pussy Riot e a chiudere il procedimento penale contro le altre due partecipanti all’azione di febbraio;
10. deplora il fatto che il dialogo sui diritti umani tra l’UE e la Russia si sia fino ad ora rivelato inefficace; è del parere che il rafforzamento della dimensione parlamentare del dialogo sui diritti umani potrebbe costituire uno strumento importante per migliorare la situazione, invita la sua delegazione interparlamentare alla Duma russa a intensificare il dialogo con i suoi partner russi;
11. incoraggia il Consiglio a seguire da vicino l’evoluzione interna della Russia per quanto riguarda lo Stato di diritto, i diritti umani e il rispetto dei principi democratici; sottolinea che il rispetto di questi valori e principi comuni è una condizione sine qua non per la creazione di relazioni di partenariato strategico;
12. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione al Servizio europeo per l’azione esterna, al governo della Federazione Russa nonché alla Duma di Stato russa.