FRANCE. THE PROPOSAL OF THE BAYROU GOVERNMENT: THE RETURN TO THE PROPORTIONAL SYSEM FOR THE NEXT LEGISLATIVE ELECTIONS

Di M. Colombo[1]
Patrick Mignola, ministro per i rapporti con il Parlamento, ha dichiarato, durante un’intervista al settimanale Journal du dimanche tenutasi lo scorso 20 aprile, che il primo ministro Francois Bayrou intende proporre il passaggio al sistema proporzionale per le prossime elezioni legislative, avviando a partire dal 28 aprile un giro di consultazioni con tutti i partiti e con tutti i gruppi parlamentari. Mignola ha sostenuto che quasi tutti concordano sulla necessità di una maggiore rappresentanza proporzionale e quindi si discuterà quale forma questa dovrà assumere. Mignola ha accennato alla scelta tra una formula proporzionale su base regionale o dipartimentale oppure una formula mista, quindi tenendo ancora una parte dei seggi eletta con il sistema maggioritario a doppio turno attualmente in vigore.
Nel 2018 il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron aveva proposto un sistema misto con il 15% dei parlamentari dell’Assemblea Nazionale eletti con il sistema proporzionale, ma dopo una serie di consultazioni e rinvii il progetto non aveva avuto seguito. Già in passato il primo ministro Bayrou si era dichiarato favorevole ad una riforma elettorale in senso proporzionale; il 22 dicembre 2020, intervistato dal giornale Le Monde, aveva dichiarato: “La rappresentanza proporzionale è l’unico modo per formare le ampie coalizioni di cui il Paese ha bisogno”. Bayrou sosteneva che a seguito della riforma costituzionale che ha ridotto il mandato presidenziale da 7 a 5 anni, uniformandolo quindi a quello dell’Assemblea Nazionale, si sia creato uno squilibrio che concentra tutto il potere nelle mani di pochi, se non di uno solo. Il Presidente della Repubblica deterrebbe un potere immenso dal momento che sono state ridotte al minimo le possibilità che si verifichi una coabitazione, perché le elezioni legislative si tengono subito dopo quelle presidenziali e quasi sempre hanno garantito una solida maggioranza parlamentare, tranne nell’ultima legislatura. A tal proposito, come notato, “In effetti, è senza precedenti nella storia della V Repubblica che due Governi si siano succeduti a distanza di neanche quattro mesi con il primo, il Governo Barnier – nominato il 21 settembre a distanza di sedici giorni dalla nomina del suo Primo Ministro avvenuta il 5 settembre – e sfiduciato il 5 dicembre con i voti congiunti delle opposizioni estreme (LFI e FN) e con l’appoggio di tutte le altre componenti del Nouveau Front Populaire compreso il Partito Socialista, e con il secondo, il Governo Bayrou, – nominato il 23 dicembre a distanza anch’esso di diversi giorni dalla nomina del suo Primo Ministro del 13 dicembre – oggi appeso al filo del parlamentarismo negativo” (P. Piciacchia, Quattro mesi e due Governi: la V Repubblica a trazione primo ministeriale si scopre instabile (o forse no…), in Nomos. Le attualità nel diritto, n. 3, 2024, p. 2).
Quando comunque questo sistema funziona permette al Presidente della Repubblica di poter realizzare il proprio programma politico. “I vincitori ottengono tutto, la minoranza quasi nulla” aveva ribadito Bayrou durante l’intervista. Come esempio aveva portato il caso di Marine Le Pen: al secondo turno delle elezioni presidenziali nel 2017 aveva ottenuto il 34% dei voti, mentre alle elezioni legislative ha ottenuto soltanto 6 seggi (meno dell’1% dell’Assemblea). Lui stesso alle elezioni presidenziali nel 2007 aveva ottenuto il 19% dei voti al primo turno, ma il suo partito (Movimento Democratico) aveva ottenuto alla fine soltanto tre deputati. Secondo il primo ministro francese, questo avrebbe avuto degli effetti disastrosi sia per gli elettori che non si sentono rappresentanti (favorendo quindi l’astensionismo e il crescere di sentimenti avversi nei confronti delle istituzioni) sia per le opposizioni in Assemblea, che possono soltanto presentare delle controargomentazioni nel tentativo di contrastare la maggioranza. Bayrou aveva proposto il passaggio a un sistema proporzionale su base dipartimentale, con una soglia di sbarramento del 5% dei voti espressi, un sistema simile a quello proposto dal Presidente Francois Mitterand nel 1984 e applicato alle elezioni legislative del 1986. Queste ultime sono state le uniche nella storia della Quinta Repubblica Francese a svolgersi con un sistema elettorale diverso da quello maggioritario uninominale a doppio turno. Benché il Partito Socialista avesse ricevuto più seggi, è stato Jacques Chirac, sindaco di Parigi e leader del Raggruppamento per la Repubblica, a diventare il nuovo Primo Ministro, grazie all’alleanza con l’Unione Democratica Francese (partito di cui faceva parte lo stesso Bayrou). Si era quindi formata una nuova coabitazione con un Presidente socialista (Mitterand) e un Primo ministro gollista (Chirac). La coabitazione ha avuto vita breve però perché nel 1988 Mitterand, rieletto per un secondo mandato dopo aver sconfitto al ballottaggio proprio Chirac, decise di indire nuove elezioni legislative, che si svolsero con il precedente sistema maggioritario a doppio turno e che portarono alla vittoria della maggioranza presidenziale socialista.
In una successiva intervista, sempre su Le Monde, il 31 agosto 2024, Francois Bayrou, a seguito del risultato delle elezioni legislative di quell’anno aveva dichiarato che: “Avremmo dovuto modificare la legge elettorale per introdurre la rappresentanza proporzionale prima dello scioglimento”. L’allora presidente del Movimento Democratico era convinto che un cambio nel metodo per la scelta dei parlamentari avrebbe permesso di allontanarsi dalla logica “conflittuale” del voto, provocata dal sistema maggioritario, e incoraggiato i parlamentari a considerarsi reciprocamente “possibili alleati”. In quell’occasione Bayrou ha nuovamente espresso le sue riserve nei confronti del sistema elettorale in vigore, ritenendo che la situazione politica in Francia derivi proprio da esso. Secondo Bayrou il sistema maggioritario a doppio turno costringe i partiti ad allearsi tra il primo e il secondo turno anche quando hanno poco in comune ma solo al fine di sommare i propri voti e polarizzando il dibattito pubblico individuando un nemico da sconfiggere.
La maggior parte dei partiti è a favore dell’introduzione della formula proporzionale, ma hanno delle posizioni diverse. Le forze di sinistra sono a favore del ritorno ad una legge elettorale proporzionale a livello dipartimentale, simile a quella del 1986; l’introduzione della rappresentanza proporzionale era presente nel programma della coalizione Nuovo Fronte Popolare per le elezioni legislative nel 2024 e già nel 2012 Francois Hollande, durante la campagna presidenziale, si era dichiarato favorevole. Il Rassemblement National, partito di estrema destra, è invece a favore di un sistema proporzionale con un premio di maggioranza per la lista più votata, ritenendo di garantire – almeno sulla carta – il vantaggio di dare una migliore rappresentanza, senza però gli svantaggi dell’inefficienza e dell’instabilità politica, spesso generati dal proporzionale. Renaissance, il partito di centro del Presidente Emmanuel Macron, è favorevole all’introduzione di una quota proporzionale, avendo inserito tale proposta sia nel programma presidenziale del 2017 sia in quello del 2022. Una sua esponente, Yaël Braun-Pivet, Presidente dell’Assemblea Nazionale, si è espressa a favore di circoscrizioni dipartimentali con almeno undici seggi. Si sono invece opposti i repubblicani: Laurent Wauquiez, presidente del gruppo parlamentare, ha sostenuto che la rappresentanza proporzionale porterebbe la Francia ad un’instabilità politica permanente e incoraggerebbe accordi tra partiti diversi, lontani dalla volontà degli elettori. Il deputato ha anche criticato il ministro degli interni esponente del suo stesso partito, Bruno Retailleau, accusandolo di non essersi opposto con fermezza alla proposta del Governo Bayrou. Va ricordato che sia Wauquiez che Retailleau si erano candidati per la presidenza del partito, in vista delle elezioni presidenziali nel 2027. Retailleau ha vinto con il 74% dei voti rispetto al 25% ottenuto da Wauquiez.
La situazione politica in Francia in questo momento è tesa: gli scontri tra i gruppi parlamentari e il Governo sono all’ordine del giorno. Anche se la settima mozione di censura proposta da La France Insoumise (LFI) e Les Ecologistes è stata respinta dall’Assemblea Nazionale (hanno votato solo 116 rispetto ai 289 necessari per far cadere il governo) grazie al voto negativo del Rassemblement National e del Partito Socialista, la possibilità di tornare a nuove elezioni anticipate appena possibile si fa sempre più concreta. Benché le osservazioni di Bayrou siano condivisibili, bisogna ricordare che il proporzionale non garantisce una buona governabilità, di cui la Francia ha un grande bisogno. Durante la Quarta Repubblica la Francia ha avuto 22 governi in soli 12 anni, non rappresentando quindi un ottimo modello al quale ispirarsi. Il sistema politico francese è in crisi più per i politici attuali che per il sistema in sé: se Macron e Mélenchon dopo il risultato delle elezioni legislative dell’anno scorso fossero scesi a compromessi, ora si avrebbe un forte governo di centro-sinistra sostenuto da una grande maggioranza parlamentare. Per fare in modo che il voto degli elettori, come ha fatto notare Bayrou, non venga sprecato, si potrebbero tenere le elezioni legislative lo stesso giorno di quelle presidenziali, in modo da avere fin da subito un Presidente con una nuova maggioranza.
Sitografia:
- “François Bayrou lancera « une consultation » à la fin du mois pour l’instauration de la proportionnelle aux législatives”, in Le Monde, 20 aprile 2025, https://www.lemonde.fr/politique/article/2025/04/20/francois-bayrou-lancera-une-consultation-a-la-fin-du-mois-pour-l-instauration-de-la-proportionnelle-aux-legislatives_6598190_823448.html
- “Le débat sur la proportionnelle aux élections législatives est relancé”, in Le Monde, 22 dicembre 2020, https://www.lemonde.fr/politique/article/2020/12/22/le-debat-sur-la-proportionnelle-est-relance_6064188_823448.html
- “François Bayrou : « On aurait dû changer la loi électorale pour instaurer la proportionnelle avant la dissolution »”, in Le Monde, 31 agosto 2024, https://www.lemonde.fr/politique/article/2024/08/31/francois-bayrou-on-aurait-du-changer-la-loi-electorale-pour-instaurer-la-proportionnelle-avant-la-dissolution_6300139_823448.html
- “Face au blocage politique, le retour du débat sur la proportionnelle”, in Le Monde, 31 agosto 2024, https://www.lemonde.fr/politique/article/2024/08/31/face-au-blocage-politique-le-retour-du-debat-sur-la-proportionnelle_6300042_823448.html
- Les Républicains, “Election du président des Républicains : résultats du vote”, 18 maggio 2025, https://republicains.fr/actualites/2025/05/18/election-du-president-des-republicains-resultats-du-vote/
- “Une motion de censure déposée par LFI et Les Ecologistes largement rejetée à l’Assemblée nationale”, in Le Monde, 4 giugno 2025, https://www.lemonde.fr/politique/article/2025/06/04/une-motion-de-censure-deposee-par-lfi-et-les-ecologistes-largement-rejetee-a-l-assemblee-nationale_6610544_823448.html
- P. Piciacchia, “FRANCIA: Paola Piciacchia, Quattro mesi e due Governi: la V Repubblica a trazione primo ministeriale si scopre instabile (o forse no…)”, https://www.nomos-leattualitaneldiritto.it/nomos/paola-piciacchia-v-repubblica-trazione-primoministeriale-si-scopre-instabile/
[1] laureando in Scienze Internazionali ed Istituzioni europee