The annual message to the Parliament of the Russian President: focus on the economy and growth

Il messaggio annuale alle camere del Presidente Putin: focus su economia e crescita

di Angela Di Gregorio

Il 3 dicembre scorso il Presidente Putin ha pronunciato il tradizionale messaggio annuale alle camere (in realtà dinanzi a tutte le più alte cariche dello Stato[1]).

Il messaggio si è aperto sulle questioni di attualità, ossia la lotta al terrorismo internazionale sullo scenario siriano. Putin ha manifestato grande preoccupazione per un possibile contagio interno, ricordando come migliaia di foreign fighters in Siria provengano dalla Russia (soprattutto dal Caucaso) e da altri paesi della CSI. Per questo Putin considera l’intervento russo in Siria come una diretta difesa della sicurezza e degli interessi nazionali della Russia.

Allo stesso tempo Putin ricorda come la Russia sia vittima di attacchi terroristici fin dagli anni ’90, avendo dunque maturato una sensibilità particolare in proposito. Si ricordano le prese di ostaggi di Budennovsk, Beslan, Mosca, gli attentati nella metropolitana di Mosca, sul treno “Nevskij Express”, all’aeroporto di Domodedovo, a Volgograd, fino ad arrivare all’abbattimento dell’aereo russo sul Sinai. Ci sono state migliaia di vittime.

Non mancano i riferimenti alle potenze occidentali che avrebbero causato il caos nel Nord Africa e in Medio Oriente, sostituendo a regimi stabili ed alla presenza di Stati riconoscibili come tali anarchia e caos che minacciano ora il mondo intero.

Allo stesso tempo si sottolinea che si tratta di un problema internazionale che va affrontato dalla comunità internazionale: “Non è possibile vincere il terrorismo internazionale con le forze di un solo paese, soprattutto in condizioni in cui le frontiere nel mondo sono di fatto aperte, e il mondo vive una nuova emigrazione di massa di popolazioni e i terroristi ricevono un costante rifornimento finanziario”. Bisogna agire a livello comune, sotto l’egida dell’ONU e del diritto internazionale. E bisogna combattere senza incertezze e doppi standard i terroristi.

Da queste premesse deriva un forte attacco alla Turchia, con accuse molto pesanti: “Sappiamo, ad esempio, che la Turchia si riempie le tasche e fa guadagnare i terroristi con la vendita del petrolio trafugato in Siria…ricordiamo che proprio in Turchia si sono rifugiati ed hanno ricevuto sostegno morale e materiale i combattenti che hanno agito nel nord Caucaso negli anni ’90 e 2000”.

A livello interno, la lotta al terrorismo internazionale serve ancora come elemento unificante della nazione. Ciò emerge chiaramente dalle parole di Putin: “Tutti devono assumersi le proprie responsabilità: le autorità, i partiti politici, le strutture della società civile, i media. Bisogna mettere da parte le controversie e i litigi, creare un unico pugno duro, un unico fronte contro il terrorismo che agisca sulla base del diritto internazionale e sotto l’egida dell’ONU. La forza della Russia risiede nel libero sviluppo di tutti i suoi popoli, nella diversità, nell’armonia delle culture e delle lingue, e nelle nostre tradizioni, nel rispetto reciproco, nel dialogo tra ortodossi, musulmani, seguaci dell’ebraismo e del buddismo”.

Non mancano accenni, seppure molto limitati, alle prossime elezioni della Duma di Stato. Anche in questo caso, le forze politiche vengono esortate all’unità di intenti a favore della solidità del paese. “La cosa più importante per noi è la Russia. La campagna elettorale deve essere onesta e trasparente, deve svolgersi nel rispetto della legge e degli elettori”.

Un altro monito importante, sempre in vista delle elezioni, è la lotta alla corruzione. Putin auspica che vi sia un riferimento a questa nei programmi di tutte le forze politiche, così come la massima trasparenza finanziaria dei candidati. A tal fine, si ricorda, è stata recentemente approvata una legge importante nel cammino della lotta alla corruzione nel settore pubblico, ossia la legge sul conflitto di interessi.

In apparente contraddizione con le misure di inasprimento della lotta alla corruzione si pongono una serie di proposte successive, ossia di depenalizzare una serie di reati minori e di prorogare la cosiddetta “amnistia dei capitali”, per continuare a favorire il rientro dei capitali dall’estero.

Per il primo caso, il Presidente chiede alla Duma di sostenere la proposta della Corte suprema di decriminalizzare una serie di articoli del codice penale e di trasformare i reati che non presentano una grande pericolosità sociale in illeciti amministrativi, ad una condizione: la ripetizione dell’azione delittuosa verrà considerata come azione penale.

Altra proposta di tipo istituzionale riguarda quello che viene presentato come un miglioramento del processo. Si tratta della diminuzione del numero di giurati componenti le giurie popolari (la cui presenza è indispensabile nel giudizio su di una serie di reati gravi ma che risulta di difficile composizione per i costi e la non disponibilità dei cittadini), che si propone di ridurre dagli attuali 12 a massimo 5-7, pur ammettendo che su questo non vi è il consenso delle associazioni per la tutela dei diritti umani. Allo stesso tempo si propone di ampliare la sfera di reati di cui possono occuparsi le giurie popolari.

La parte più corposa del messaggio riguarda le questioni economiche.

Nonostante le difficili condizioni economiche dello scorso anno, dovute sia alla diminuzione del prezzo delle materie prime di cui la Russia è esportatore che alle sanzioni economiche occidentali, la situazione viene definita “difficile ma non critica”. Le difficoltà esterne hanno spinto i produttori a concentrarsi sul mercato interno ed a diversificare la produzione. Almeno questo è l’auspicio per il futuro. L’esortazione a diversificare la struttura economica del paese, non concentrandosi interamente sull’industria delle materie prime, è ripetuta in tutti i messaggi annuali, segno che le difficoltà su questo cammino permangono. Tuttavia i segni positivi di uno sviluppo tecnologico interno (soprattutto in determinati settori, come quello aerospaziale) ci sono.

La Russia aspira ad avere un ruolo leader a livello mondiale, anche nei settori non legati all’estrazione ed all’esportazione delle materie prime. Secondo le parole di Putin, “dobbiamo essere forti nell’economia, nelle tecnologie, nelle competenze professionali, utilizzare in pieno le odierne possibilità favorevoli, che domani potrebbero non esserci più”.

Putin passa poi ad elencare in dettaglio le direzioni in cui l’economia dovrebbe svilupparsi nei prossimi anni (l’orizzonte temporale resta quello del 2020 anche se anno dopo anno vengono effettuati gli aggiustamenti del caso): modificare la struttura economica del paese rendendola meno risorse naturali-dipendente; sostenere alcuni settori economici a rischio (automobili, industria leggera, edilizia, ferrovie); proteggere le categorie di lavoratori a basso reddito; tendere al pareggio di bilancio (a prescindere dalle condizioni macroeconomiche il deficit non deve superare il 3%); riportare in auge i programmi statali; migliorare il clima economico riportando la fiducia tra lo Stato e gli operatori economici. Inoltre, si chiede alla Commissione governativa per la riforma amministrativa insieme alle associazioni imprenditoriali di proporre entro il I luglio 2016 misure concrete per eliminare le funzioni inutili o doppioni degli organi di sorveglianza e controllo. In quest’ultimo caso il Presidente sembra suggerire alla Prokuratura un atteggiamento più soft. Ciò, in aggiunta alla moratoria sui capitali esteri e alla depenalizzazione di alcuni reati rafforza l’impressione di un rallentamento della pressione e dei controlli nel settore dell’economia. Sono lontani i tempi degli arresti degli oligarchi che non pagavano le tasse.

Secondo le affermazioni di Putin: “…ritengo che nell’ambito delle indagini per i reati di tipo economico la detenzione vada utilizzata come estrema ratio, preferendo applicare cauzioni, arresti domiciliari, divieto di circolazione. Ripeto, il ruolo del sistema di protezione della legalità e del potere giudiziario consiste nel proteggere l’economia, i cittadini dalle frodi e dai reati e di tutelare i diritti, la proprietà, la dignità di tutti coloro che rispettano la legge e che onestamente si occupano dei propri affari”.

Ulteriori tendenze liberalizzatrici nel settore dell’economia sono contenute nell’invito fatto alle regioni a diminuire o azzerare le imposte locali per favorire gli investimenti produttivi. Vi è una sorta di contraddizione nel fatto che da un lato si esorta a coprire con la produzione nazionale il mercato interno (per far fronte alle sanzioni) ed allo stesso tempo a raggiungere standard di livello internazionale per la produzione a fini di esportazione.

Per potenziare l’industria russa all’interno e all’estero il Presidente si dichiara favorevole all’iniziativa della comunità degli attori economici di creare un’Agenzia per lo sviluppo tecnologico, che dovrà supportare le imprese nell’ottenimento di brevetti e licenze in Russia e all’estero.

Tutte queste ricette sono piuttosto vaghe e fumose e sembrano una ripetizione di cose già dette. Tra le novità, Putin candida la Russia a divenire punto di riferimento per i mercati mondiali come produttore di alimenti biologici. Per migliorare il rendimento dei terreni agricoli Putin propone addirittura di confiscare le terre a chi le utilizza per scopi diversi rispetto a quelli cui sono destinate e di venderle all’asta.

L’incitamento al libero mercato viene ripetuto più volte: “Ritengo la libertà di impresa la questione più importante dal punto di vista economico e sociale. Proprio con l’ampliamento della libertà di impresa dobbiamo rispondere a tutte le limitazioni che tentano di imporci”. A tal fine da mandato al governo ed alle camere di provvedere ad adottare i necessari provvedimenti normativi (per diminuire gli ostacoli burocratici, per rafforzare le infrastrutture, per agevolare le esportazioni, per sviluppare l’e-commerce, etc.).

Per quanto riguarda i rapporti con l’estero, in particolare con l’estero vicino, Putin ricorda l’importanza dell’integrazione euroasiatica e propone ulteriori iniziative per rafforzare l’integrazione anche con altri partner asiatici (in tal modo l’UEE non sarebbe più solo un progetto limitato allo spazio ex sovietico): “Siamo già approdati ad un nuovo livello qualitativo di interazione nell’ambito dell’Unione economica euroasiatica, si è costituito un unico spazio con libera circolazione di capitali, merci, forza lavoro. Si è raggiunto un accordo di principio sull’abbinamento dell’integrazione euroasiatica con l’iniziativa cinese ‘La cintura economica della via della seta’. Si è creata una zona di libero commercio col Vietnam. L’anno prossimo a Soci si svolgerà il summit Russia-ASEAN (Associazione degli Stati dell’Asia sud-orientale) e sono sicuro che saremo in grado di elaborare un’agenda di collaborazione reciprocamente  utile….Propongo insieme ai colleghi dell’Unione economica euroasiatica di iniziare le consultazioni con i membri della Shos (Organizzazione di cooperazione di Shangai) e dell’Asean, ed anche con gli Stati appartenenti alla Shos per formare una possibile partnership economica. Insieme i nostri paesi costituiscono circa un terzo dell’economia mondiale”.

Per raggiungere tali obiettivi è previsto un potenziamento delle infrastrutture dei trasporti, comprese le vie marittime e la donazione di terreni nel territorio dell’Estremo Oriente russo.

Le misure di sviluppo previste sono di lungo termine e non devono dipendere dalle congiunture elettorali (in un sistema iper-presidenzialista queste affermazioni non scandalizzano”): “Abbiamo un programma di lungo periodo che non deve dipendere né dai cicli elettorali, né dall’attuale congiuntura. Ed ovviamente si tratta della protezione della nazione, dell’educazione dei bambini e della scoperta dei loro talenti, ciò che rappresenta la forza e il futuro di qualunque paese, compreso il nostro”.

Un altro punto interessante trattato nel messaggio riguarda la partecipazione civica, su cui Putin insiste da qualche anno come alternativa a forme di intermediazione politico-partitica che nel caso della Russia non hanno nessuna prospettiva imminente. Tuttavia per ora ci si limita a sostenere le ong che operano nel sociale (anziani, salute, etc.). Per questo tipo di associazioni è previsto un sostegno statale sotto forma soprattutto di sgravi fiscali. Inoltre, per le ong che si presentano come partner affidabili dello Stato sarà previsto lo status giuridico di “organizzazione non governativa- esecutore di servizi di utilità sociale” dotato di una serie di agevolazioni.

Il messaggio si chiude con la citazione delle parole pronunciate 100 anni fa da Mendeleev: “Se siamo divisi, ci distruggeranno. La nostra forza risiede nell’unità, nella lotta, nella benevola atmosfera familiare, che moltiplica la crescita del popolo, e nella naturale crescita della nostra ricchezza interna e serenità”.

 

Il messaggio integrale in lingua russa è reperibile al sito

www.kremlin.ru/events/president/news/50864

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] L’elenco è piuttosto ampio: membri del Consiglio della Federazione, deputati della Duma di Stato, membri del Governo, cariche apicali della Corte costituzionale e della Corte suprema, i governatori, i presidenti delle assemblee legislative dei soggetti della Federazione, i vertici delle confessioni tradizionali, operatori sociali, compresi i vertici delle camere sociali delle regioni, i dirigenti dei più importanti mezzi di comunicazione di massa.

 

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