Nationalism and National Pride at “Russia’s Day” celebrations

di Angela Di Gregorio
Il 12 giugno si festeggia il “Giorno della Russia”, versione nominalmente più modesta della originaria “Festa della sovranità”, quando l’opposizione tra la Russia di Eltsin e l’URSS di Gorbačev rappresentava un aspetto importante nella costruzione della statualità russa post-sovietica.

La ricorrenza del 12 giugno si collega infatti alla data del 12 giugno 1990, quando il primo Congresso dei deputati del popolo della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa adottò la Dichiarazione di Sovranità della RSFSR, che mutò il proprio nome in Federazione di Russia o Russia solo con la revisione costituzionale del 21 aprile 1992. Nel 1994 la ricorrenza del 12 giugno ottenne il nome di “Giorno della Dichiarazione di Sovranità” dello Stato russo. Nel suo discorso in onore della festa del 1998, Boris Eltsin propose di celebrare il 12 giugno come il “Giorno della Russia”. Ufficialmente il nuovo nome è stato adottato solo il I febbraio 2002.
Com’è noto la proclamazione di sovranità della Repubblica russa non fu seguita, come per tutte le altre 14 Repubbliche dell’URSS, da una dichiarazione di indipendenza, così consentendo al paese di farsi riconoscere quale successore dell’URSS ereditando il seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Nel 1990 la “sovranità” si riferiva a due specifici aspetti: la superiorità della legislazione russa su quella sovietica in caso di contrasto e la proprietà delle risorse naturali situate sul territorio della Repubblica, aspetto economicamente di grande rilevanza strategica. Proprio con lo slogan “il patrimonio naturale appartiene al popolo della Repubblica” era iniziata la “parata delle sovranità” agli inizi degli anni ’90. La stessa posizione aveva costituito uno dei punti fondamentali delle Dichiarazioni di sovranità ed uno dei più importanti argomenti nella separazione delle altre Repubbliche dall’URSS.
La Dichiarazione di sovranità della RSFSR ha rivestito un valore particolarmente importante anche perché in essa vennero inseriti una serie di principi innovativi come quello della divisione dei poteri e del rispetto del pluralismo partitico e sociale nonchè l’obiettivo di “creare uno Stato democratico di diritto nell’ambito di una rinnovata Unione sovietica”. Si manifestava anche l’intenzione di vincolarsi ai principi generalmente riconosciuti del diritto internazionale. Proprio con riferimento a tali nuovi principi, espressione dell’intenzione di transitare ad un nuovo modello di organizzazione del potere, e dunque come simbolo del cambiamento democratico, la Dichiarazione del 1990 viene ancora oggi ricordata e celebrata con enfasi. Infatti, all’originaria proclamazione della sovranità i russi non hanno mai attribuito un particolare significato, anche perché è discutibile il fatto che la Russia del 1990 aspirasse ad una statualità autonoma rispetto al centro sovietico. Il problema non era tanto quello dell’autonomia quanto quello della gestione del potere economico e politico.
Nella Dichiarazione si affermava che la RSFSR conservava il diritto di uscire liberamente dall’URSS secondo le modalità stabilite dal Trattato dell’Unione e dalla legislazione attuativa (punto 7). Il territorio della RSFSR non avrebbe potuto essere modificato se non attraverso un referendum popolare (punto 8). Il Congresso dei deputati del popolo della RSFSR si impegnava ad ampliare i diritti delle repubbliche autonome, regioni autonome, circondari autonomi come pure dei territori e regioni normali della Repubblica (art. 9). La Dichiarazione sarebbe stata posta alla base dell’elaborazione di una nuova Costituzione della RSFSR e della conclusione di un nuovo Trattato dell’URSS.
Stemperandosi l’originaria matrice di affermazione della propria statualità col tempo il Giorno della Russia ha acquistato tratti sempre più patriottici come simbolo di unità nazionale. Si tratta dell’ennesima occasione per cementare la nazione intorno al proprio leader (a tali celebrazioni rituali si è aggiunta negli ultimi anni la festa per l’annessione della Crimea che si celebra il 18 marzo): al Cremlino il Presidente assegna le onorificenze di Stato mentre le celebrazioni principali, naturalmente, si svolgono sulla Piazza Rossa e terminano con un grande spettacolo pirotecnico.
In questa, come in altre occasioni, sparuti gruppi di opposizione protestano in maniera pacifica, cosa che fornisce alle autorità l’occasione di applicare le severe leggi anti-manifestazioni adottate negli scorsi anni.
Alla luce delle premesse fin qui fatte non stupisce che il breve discorso pronunciato da Putin in occasione della festa del 12 giugno 2017 sia ricco di accenti patriottici e di riferimenti a valori astrattamente democratici che dovrebbero aver cementato il popolo russo (o meglio i popoli della Russia) nel difficile cammino post-sovietico dal 1990 in poi.
Come afferma il Presidente “le trasformazioni cardinali degli anni ’90 hanno modificato la vita delle generazioni contemporanee. Noi stessi siamo passati attraverso questo periodo complesso e drammatico. Un rinnovamento radicale ha allora interessato tutte le branche e i livelli di potere, i rapporti economici e sociali. Trasformazioni di tale ampiezza e profondità hanno sempre diverse conseguenze”. Il Presidente ricorda infatti che non solo la Russia ha vissuto un rinnovamento epocale ma che ha sofferto un periodo di preoccupante indebolimento della propria statualità, di confusione e vulnerabilità istituzionale. Ma tale difficile periodo è stato superato: “anno dopo anno accanto allo sviluppo delle istituzioni democratiche, all’aumento del livello di apertura della società si è fatta avanti la consapevolezza del valore delle proprie radici e tradizioni, la comprensione che si può andare avanti solo in un paese forte, autonomo, indipendente e che la forza dello Stato è assicurata dalla stabilità politica, l’unità dei fini e il consolidamento della società”.
Il tono del discorso è altamente retorico e patriottico: nonostante le difficili sfide ai suoi concittadini è riuscito di conservare l’unicità dell’assetto multinazionale e plurale del popolo della Russia, di non consentire il venir meno dei principi civico e patriottico, di rafforzare la sovranità del paese e di difenderne gli interessi.
Il testo del discorso in lingua russa in: http://www.kremlin.ru/events/president/news/54765
Il testo della Dichiarazione della sovranità statale della RSFSR del 12 giugno 1990 è reperibile al sito: http://constitution.garant.ru/act/base/10200087/

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