LETTONIA – Referendum sullo scioglimento del Saeima

LETTONIA –  Referendum sullo scioglimento del Saeima

23 luglio 2011

di Francesca Romana Dau

Si è tenuto, in Lettonia, un referendum per lo scioglimento anticipato del Parlamento monocamerale, il Saeima. A seguito del veto posto dal Parlamento sull’avvio di un’inchiesta anti-corruzione rivolta contro un politico di spicco del paese, il Presidente della Repubblica uscente, Valdis Zalters, aveva proposto lo scioglimento anticipato dell’organo legislativo, per risolvere la crisi politica, e il suo successore, il banchiere Andris Berzins, aveva confermato l’iniziativa. Per la prima volta nella storia costituzionale lettone, il Presidente della Repubblica ha utilizzato il suo potere di scioglimento dell’assemblea parlamentare che diviene effettivo solo a seguito della consultazione popolare.

L’articolo 48 della Costituzione attribuisce al Capo dello Stato la facoltà di proporre lo scioglimento anticipato del Parlamento e, sulla base di questa proposta, fare appello al Corpo elettorale. Il referendum arbitrale sullo scioglimento parlamentare, è di tipo obbligatorio, come richiesto dalla stessa Costituzione. L’esito del referendum incide direttamente sulla forma di Governo e sulla durata in carica degli organi titolari dei due poteri attivi. In caso di esito positivo, difatti, si deve procedere allo scioglimento del Saeima e all’indizione di nuove elezioni. In caso di esito negativo, come vuole l’art. 50 della Costituzione, il Presidente della Repubblica è tenuto a presentare le dimissioni e il Parlamento procede ad eleggere un nuovo Presidente. Nella circostanza in commento, una simile conseguenza giuridica era attenuata dal fatto che Zalters era in scadenza di mandato e che si sarebbero dovute tenere in ogni caso le elezioni presidenziali il 2 giugno 2011. Questa tipologia costituzionale di referendum è regolata dalla Legge sui referendum nazionali e sulle iniziative legislative (Legge sul referendum nazionale e sull’iniziativa legislativa del 2009).

Il contesto politico che aveva portato allo scontro tra i due poteri esecutivo e legislativo era scaturito da un contrasto del Saeima sull’autorizzazione a procedere alla perquisizione dell’appartamento privato del deputato Ainārs Šlesers, leader del partito LPP-LC (Latvijas Pirmā Partija/Latvijas Cels) nato dalla fusione tra i cristiano-democratici ed i liberali, ed ex ministro, sospettato di riciclaggio di denaro, corruzione e abuso di potere.

Sulla base dell’ordinanza presidenziale n. 2 del 28 maggio 2011, la Commissione elettorale centrale aveva annunciato il 30 maggio la data di svolgimento del referendum sulla dissoluzione del 10° Parlamento lettone.

Il 23 luglio 2011, dunque, si è svolto il referendum che ha visto la partecipazione di 689.823 elettori, pari al 44.73% degli aventi diritto. La popolazione totale della Lettonia si compone di 2.2 milioni di persone, mentre gli aventi diritto al voto sono 1.5 milioni. La minoranza russofona, di circa 345.000 persone, che non è dotata del passaporto e della cittadinanza lettone, non ha preso parte alle elezioni deliberative. Gli elettori hanno potuto votare in un qualsiasi dei seggi dislocati sul territorio nazionale e all’estero, dal momento che non è stato utilizzato il Registro elettorale. Per evitare che un elettore esprimesse più di un voto, è stata utilizzata la tecnica di imprimere un timbro sul passaporto a dimostrazione del voto espresso. Il quesito del referendum era così formulato: “Volete voi che venga sciolto il 10° Saeima?”.

Gli elettori si sono espressi in modo favorevole allo scioglimento del Saeima, con il 94.03% dei voti. Solo il 5.48% dei votanti ha espresso un voto contrario, mentre le nuove elezioni presidenziali sono state fissate alla data del 17 settembre.

FONTI:

The Baltic Times, www.baltictimes.org; Commissione elettorale nazionale, www.cvk.lv; International Foundation for Electoral Systems – Election Guide, www.electionguide.org; Fondation Robert Schuman – European Elections Monitor, www.robert-schuman.eu.

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