Democrazia via web? Nuove (ma vecchie) forme di democrazia diretta in Russia: la rete come mezzo di consultazione e il suo riconoscimento normativo

di Angela Di Gregorio

 La democrazia della rete va gradualmente rafforzandosi in diverse parti del mondo come inevitabile riflesso della modernità nei modi di espressione dell’opinione popolare. Tuttavia sembra ancora prematuro il tentativo di estendere la validità di tali consultazioni al di là della mera discussione e confronto politico (o dei tentativi non sempre riusciti di supportare il cambiamento politico fino a farsi “rivoluzione”). E’ ancora presto, forse, per parlare di istituzioni di democrazia diretta della rete, che rimane un mezzo precluso ai più nei paesi meno sviluppati e presso le vecchie generazioni. Ma ci sono dei segnali.

Ad esempio quelli provenienti dalla Russia, dove si è tentato invano di creare un partito di blogger per convogliare la protesta in occasione e dopo il ciclo elettorale del 2011-2012. Ma la classe dirigente non ha sottovalutato le prospettive della rete da poter usare come mezzo di supporto, oltre che di opposizione, da poter guidare e convogliare o forse per tentare la carta della modernità con lo scopo di rinnovare il volto duro e troppo spesso pragmatico del potere.

Già durante la Presidenza di Medvedev si sono fatti esperimenti di consultazione popolare via web per valutare il gradimento di alcuni disegni di legge (quello sulla polizia, quello sull’istruzione). Nel primo messaggio annuale del suo terzo mandato presidenziale del 12 dicembre 2012 Putin ha affermato: “Dobbiamo prestare una maggiore attenzione allo sviluppo della democrazia diretta, della manifestazione diretta della volontà popolare, ad esempio al diritto di iniziativa legislativa popolare, di questo ho già parlato in precedenza, quando un’idea, che ha ricevuto il sostegno dei cittadini, anche attraverso Internet, deve essere obbligatoriamente esaminata in parlamento”.

Le intenzioni di Putin sono state chiare fin da subito perché già il 7 maggio 2012, nella stessa data del suo insediamento ufficiale egli ha firmato un editto (“Sulle direttrici principali di perfezionamento del sistema dell’amministrazione statale”) in cui tra le altre cose si prevedeva lo sviluppo della cosiddetta “iniziativa pubblica” (rossijskaja obščestvennaja iniciativa).

Il coinvolgimento dei cittadini (o meglio di quelle che noi chiameremmo “le parti sociali”: esponenti dei sindacati, dei datori di lavoro, delle associazioni del terzo settore, dei gruppi civici, etc.) nella fase propositiva o consultiva dell’adozione di atti normativi viene da lontano. Ai tempi sovietici, come notato da Mario Ganino (Partecipare nella società socialista. Forme di manifestazione diretta dell’opinione e della volontà negli “Stati socialisti” europei, Milano, Unicopli, 1987), era una delle forme di partecipazione dei cittadini, surrogato delle libertà di partecipazione pluralista di stampo occidentale. A quei tempi venivano sottoposti alla “discussione pubblica” anche i progetti di legge e persino le costituzioni. L’uso contemporaneo di queste forme vede diversi canali di espressione, tra cui la Camera pubblica (o sociale: l’aggettivo obščestvennyj significa entrambe le cose) istituita nel 2005 e della quale si lamenta la scarsa capacità di incidenza. Più che di varianti di terze camere, di istituzioni corporative, è preferibile parlare di forum di discussione, piattaforme che dimostrino la dialettica e il sostegno, più che l’opposizione, al potere. In questo senso di tratta di forme vecchie di coinvolgimento (a fini di adesione più che di contestazione), di eredità del passato, a prescindere dal mezzo tecnico di utilizzo.

Nell’editto del 7 maggio 2012 il Presidente ha indicato al Governo una serie di scadenze per lo sviluppo dell’iniziativa normativa popolare via web (intesa sia come valutazione e adesione a progetti presentati da organi pubblici che come iniziativa diretta) tra cui ricordiamo:

–          un sistema di divulgazione delle informazioni sui progetti di atti normativi in corso di elaborazione e dei risultati della loro valutazione pubblica (creare un unico sito web dedicato alla valutazione delle iniziative, etc.)

–          l’elaborazione di una Concezione dell’iniziativa popolare che preveda l’esame da parte di organi del governo (con la possibile partecipazione anche di membri del parlamento e rappresentanti della comunità economica) delle iniziative che abbiano ottenuto il sostegno di almeno 100.000 cittadini nel corso di un anno

–          la previsione di forme analoghe di consultazione popolare anche a livello dei soggetti della Federazione e degli organi dell’autogoverno locale

In ossequio alle indicazioni dell’editto il Governo ha approvato il 27 agosto 2012 la Concezionedella “Iniziativa sociale della Russia” (Rossijskaja obščestvennaja iniciativa).

L’utilizzo della rete è solo uno dei mezzi proposti, ma sicuramente rappresenta la novità più significativa. Allo stesso tempo la rete è il mezzo più a rischio di strumentalizzazione o manipolazione: il soggetto chiamato a valutare l’iniziativa popolare in una prima fase è lo stesso esecutivo e l’operatore internet da esso prescelto, ed in una seconda fase, qualora l’iniziativa abbia ottenuto almeno 100.000 “cliccate”, pure decide l’esecutivo di cosa fare della proposta e di quale forma conferirle. Ci sono poi i normali problemi provocati dalla democrazia telematica: non si riesce ad identificare la personalità di chi partecipa che può non palesarsi se vuole, non è chiaro come assicurare la sicurezza della rete e la protezione dei dati personali.

L’intera Concezione si focalizza sull’iniziativa legislativa popolare via web, e non su altre forme di partecipazione (come la sottoposizione al web di iniziative di soggetti pubblici).

Le basi principali della consultazione sono: 1. il sostegno via web di almeno 100.000 utenti; 2. manifestato nel corso di un anno; 3. su di un progetto presentato anche da un solo cittadino; e 4. poi sottoposto a valutazione del Governo.

Al punto 2 della Concezione si precisa che l’iniziativa sociale non sostituisce altre forme previste dalla legge di partecipazione dei cittadini all’amministrazione degli affari dello Stato e che in particolare il meccanismo dell’iniziativa trova gli stessi limiti di oggetto delle questioni che non possono essere sottoposte a referendum in base all’art. 6 della legge costituzionale sul referendum.

Per rispettare il principio di legalità si richiede lo svolgimento di una perizia preventiva della proposta sottoposta a valutazione web. Si richiede il rispetto del principio di trasparenza. E’ previsto l’obbligo di esame della proposta che abbia ottenuto il gradimento di almeno 100.000 internauti nel corso di un anno da parte di un gruppo di lavoro presso la commissione governativa per il coordinamento delle attività del “Governo aperto” (http://xn--80abeamcuufxbhgound0h9cl.xn--p1ai/). Successivamente il Governo federale dovrebbe elaborare un progetto di atto giuridico normativo chiamato a rispettare il contenuto della proposta (ma solo se lo ritiene opportuno!).

Ai sensi del punto 4 della Concezione il cittadino che intende avanzare una proposta deve compilare una speciale scheda con l’uso delle risorse elettroniche. Il cittadino deve essere accreditato presso il provider unico autorizzato. Non possono essere sottoposte a valutazione telematica proposte in contrasto conla Costituzione  e con i principi generalmente riconosciuti e le norme del diritto internazionale; le proposte analoghe ad una precedente proposta che non è stata sottoposta a votazione telematica; proposte in materie vietate dalla legge sul referendum.

Il voto sulla proposta telematica rimane aperto per un anno. Si può votare pro o contro. Si possono sottoporre a votazione telematica anche più proposte alternative sulla stessa questione.

      Il 2 aprile 2013 la Fondazione per la democrazia informativa ha creato la piattaforma “Rossijskaja obščestvennaja iniziativa” (www.roi.ru). La Fondazione era stata designata, con editto del Presidente del 4 marzo 2013 (“Sull’esame delle iniziative sociali, inviate dai cittadini della FR con l’utilizzo delle reti internet) quale esecutore del progetto. Attualmente, come si legge sul sito della Fondazione, i progetti in votazione sul web sono 487. Tra le proposte più originali vi è quella di spostare la capitale del paese da Mosca a Novosibirk, considerata geograficamente più al centro del paese.

Considerando il paese che sta sperimentando queste forme di democrazia diretta vale la pena di mantenere una certa cautela. Si cerca il consenso, più che la discussione, e il rischio di manipolazione degli strumenti telematici è grande. Non ci sono regolamentazioni e garanzie. Nel caso della Russia è il potere esecutivo a fare da regista, anche se va rilevato come la discussione e il confronto politico non siano del tutto assenti (nella recente relazione del Governo alla Duma sugli esiti della sua attività Medvedev è stato apertamente criticato dai partiti, così come era accaduto a Putin l’anno precedente).

Anche la nuova Costituzione ungherese del 2011 è stata sottoposta via web ai cittadini per un commento, come surrogato di forme più dirette di partecipazione popolare. Se queste forme rappresentino canali innovativi a fini di maggiore partecipazione popolare o piuttosto alternative ad una reale consultazione pubblica con target più ristretti e controllabili è ancora tutto da verificare.

 

www.roi.ru

www.kremlin.ru

www.government.ru

https://esia.gosuslugi.ru/idp/Authn/CommonLogin (provider ufficiale dove registrarsi per depositare un’iniziativa)

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